I napoletani ei turisti possono tornare a godere dei giardini storici dell’Archivio di Stato restaurati e consigliati al loro splendore originario grazie a un finanziamento a valere sul Pnrr del valore di 2 milioni di euro. Con la conclusione del recupero dei giardini si completa il restauro architettonico avviato negli anni scorsi dalla Regione Campania con fondi europei nell’ambito del programma Centro Antico di Napoli: valorizzazione del sito Unesco’. Al progetto ha collaborato l’associazione ‘EroiNormali, incubatore di pensiero civico e iniziative di pubblica utilità. «Restituiamo alla città uno spazio fino ad oggi inibito – ha detto Candida Carrino, direttrice dell’Archivio di Stato di Napoli – e lo facciamo seguendo i dettati dell’ecosostenibilità. Stiamo dimostrando alla città che si deve lavorare in sinergia con le istituzioni e anche con le associazioni». Ai giardini si può accedere gratuitamente negli orari di apertura. Il recupero è stato eseguito seguendo i canoni della tradizione benedettina: è stato reintrodotto l’orto dei semplici dove i monaci coltivavano le piante officinali che usavano per i medicamenti, l’agrumeto, già presente in una planimetria di metà ‘800 ei giardini naturali. La componente vegetale è stata scelta nel rispetto di tre valori principali: estetico, ecologico e storico. Tra i protagonisti del restauro, il monumentale Platanus orientalis per la cui gestione è stato realizzato un moderno impianto di subirrigazione rispettoso delle esigenze idriche dell’albero e della cura del tappeto erboso. Nel Chiostro del Noviziato, poi, sono stati restaurati cordoli e pavimentazioni con l’aggiunta di un sottobosco di convallaria, mentre nel Chiostro di Marmo si è proceduto a una completa riprogettazione della componente vegetale, integrata con il restauro architettonico, per creare uno spazio di incontro e lavoro per la cittadinanza, e infine il Giardino dei Monaci è stato riprogettato e arricchito con nuove piante, restituendo uno spazio aperto per attività ludico-educative. «Si è recuperato uno spazio bellissimo – ha sottolineato il sindaco, Gaetano Manfredi – e si è garantita una connessione tra l’area di San Marcellino e il Decumano, è un pezzo di città nascosta che diventa patrimonio pubblico e che sarà utilizzato da tanti». Alla presentazione dell’intervento ha partecipato anche Antonio Tarasco, direttore generale degli Archivi di Stato, che ha posto l’accento sulle «tante iniziative di apertura degli Archivi al pubblico e di polivalenza: noi intendiamo considerare gli Archivi non solo come luogo riservato agli studiosi , ma aperto alle città e in quest’ottica abbiamo tanti cantieri in tutta Italia, oltre a un ricco programma di recupero delle nostre sedi monumentali».