Recup, a Roma e Milano il cibo non si spreca

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di Francesco Garibaldi

Arrivano con monopattini elettrici nei principali mercati di quartiere di Milano e Roma poco prima della chiusura dei banchi di frutta e verdura. Lì ricevono il cibo invenduto per “ridarlo” ai bisognosi oppure consegnarlo a ristoranti, bar o associazioni del territorio. Sono i circa 70 volontari (quasi tutti più vicini ai 30 anni che ai 20) di RECUP, organizzazione che fa appunto del recupero, del non spreco e del riciclo i propri obiettivi esistenziali.
I numeri, d’altronde, sono eloquenti: se secondo il World Food Programme sono oltre 810 milioni le persone che, in tutto il mondo, vanno a dormire a stomaco vuoto, in Italia, invece, sprechiamo circa 1,9 milioni di tonnellate annue di cibo pari a 7 miliardi di euro (dati Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability). Statistiche che gridano allo scandalo se si considerano anche due pilastri-cardine dell’Agenda ONU 2030, n. 2 “Zero hunger” e n. 12 “Responsible consumption and production”.
Per dare una risposta concreta proprio al sopracitato scandalo, RECUP intercetta e recupera il cibo prima che finisca nella spazzatura, promuovendone il libero accesso con modalità inclusive e sostenibili. I cosiddetti “salva-cibo” (foodkeeper) si alternano quasi quotidianamente negli 11 mercati milanesi e 8 romani coperti. Che siano mercati “rionali” o “all’ingrosso” l’unica differenza sta nel peso prodotto: nei primi, le tonnellate RECUPERate sono 3.5 a settimane; nei secondi, le tonnellate arrivano a 4.5 in sole due ore (mediamente con 15 volontari coinvolti).
Pesare il cibo invenduto è solo la terza di quattro fasi del processo, che segue il recupero e la selezione tra le derrate edibili e quelle che non lo sono più, per poi precedere con la redistribuzione e la raccolta dati. Sostanzialmente, il cibo che ha perso valore economico e che è pronto per essere buttato, grazie a queste ragazze e ragazzi riacquista valore sociale. Una attenzione alla sostenibilità e al non spreco che attrae molto ad aziende, ONG e organizzazioni del Terzo settore che, in questo momento storico in particolare, “sentono” spesso più di una responsabilità nei confronti dei territori in cui operano.
Comunità di Sant’Egidio, Emergency, Legambiente, Greenpeace, A2A, ActionAid, Banco Alimentare di Roma sono solo alcune delle realtà partner che hanno scommesso sulla passione, disponibilità e voglia di produrre impatto concreto di giovani che non sono solo volontari, bensì Cittadini con la C maiuscola: per loro, che sia il 10 agosto o il 20 febbraio, neanche una singola carota o una singola arancia deve andare sprecato. Perché oggi non possiamo più permettercelo e dobbiamo RECUPerare tutto.