Ravello Festival: è il giorno di Naharin, il gigante della danza israeliana

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Mercoledì 19 luglio c’è il cambio di guardia sulla Costiera, con l’ideale passaggio del testimone coreutico dalle donne d’oltreoceano Karole Armitage e Marie Chouinard al gigante della danza israeliana Ohad Naharin. Basterebbe questo, in verità, a presentare il terzo appuntamento con la danza al Ravello Festival, con tre nomi di primissimo piano internazionale protagonisti di questa sessantacinquesima edizione del festival wagneriano. Ebbene il 19 salirà dai tornanti della Costiera e si affaccerà dal più famoso belvedere della danza, quello di Villa Rufolo naturalmente, proprio mister Gaga, l’innovatore e coreografo scelto da Martha Graham e padre-padrone della danza israeliana e contemporanea. 

La direttrice artistica Laura Valente l’ha voluto fortemente per rispondere al tema di questa edizione 2017, centrata sull’abbattimento dei muri di tutto il mondo, con il titolo “Decadance” rappresentato per la prima volta nel 2000 in ricordo dei primi dieci anni di direzione artistica della sua Batsheva Dance Company. Ed ora rieccoli insieme ensemble ed autore, per la prima volta a Ravello, con quella miscellanea composta dai vari Zina” (1995), “Kyr” (1990), “Telophaza” (2006), “Anaphase” (1993), “Mabul” (1992), “Sadeh21” (2011), “Naharin’s Virus” (2001), “Zachacha” (1998), “Three” (2005) e “Max” (2007). Ma cosa c’entra l’abbattimento dei muri con mister Gaga? C’entra eccome, poiché il coreografo israeliano ha inventato il metodo Gaga proprio per aiutare il fratello gemello autistico a superare ed abbattere il proprio personalissimo muro. Ed oggi quel metodo è abitualmente a servizio della Batsheva Dance Company e di tutta la comunità internazionale della danza e non solo. 

Ma naturalmente Ohad Naharin non è solo Gaga, tutt’altro. Oltre a “Decadance” proposto a Ravello, il gigante israeliano da quando nel 1990 venne nominato direttore artistico della Batsheva Dance Company, nel corso degli anni ha creato per la compagnia e per la Batsheva-Young Ensemble oltre trenta lavori innovativi. Le sue creazioni sono state documentate peraltro in numerosi film: le prove con la compagnia Cedar Lake Contemporary Ballet proprio durante la ripresa del titolo “Decadance” sono state oggetto del documentario “Out of Focus” del 2007 del regista  Tomer Heymann’s, mentre nel 2015, con la regia dei fratelli  Heymann, è stato realizzato il documentario sulla vita di Naharin “Mr. Gaga”. E pensare che la sua coreografia sarà un cammeo apposta per il pubblico del festival, ripreso per i suoi sedici danzatori nelle vesti di un site-specific degno ulteriormente di nota artistica e culturale. 

Come nelle corde di Ohad Naharin e Laura Valente, naturalmente. Del resto dall’avvento della direttrice artistica della danza/Tendenze e nuovi linguaggi/Progetti speciali e Formazione, la sezione tersicorea del Ravello Festival ha indubbiamente cambiato rotta, scegliendo quella della qualità a tutti i costi abbinata ai progetti di formazione “Abballamm’!”, con residenze e spettacoli per i giovani talenti della regione Campania. Un incredibile valore aggiunto mai realizzato in precedenza, con il responsabile Gennaro Cimmino ed il coordinamento di Susanna Sastro in affiancamento alla direzione della stessa Valente. Ma tornando al palcoscenico di mercoledì 19 non ci resta che ricordare i protagonisti, i sedici interpreti Etay Axelroad, William Barry, Yael Ben Ezer, Matan Cohen, Bret Easterling, Hsin-Yi Hsiang, Chunwoong Kim, Rani Lebzelter , Ori Moshe Ofri, Nitzan Ressler, Or Meir Schraiber, Maayan Sheynfeld, Yoni Simone, Amalia Smith, Bobbi Jene Smith, Zina (Natalya) Zinchenko. E poi le luci (creazione originale) ed il design palco di Avi Yona Bueno (Bambi), le luci di Eliav Refaely, la fonica di Dudi Bell ed i costumi (creazione originale) di Rakefet Levi. Nomi e cognomi che sono diventati grandi nel solco tracciato da un bel po’ di anni da Ohad Naharin e dalla stessa Batsheva Dance Company. Fondata nel 1964 per iniziativa della baronessa Batsheva de Rothschild, che peraltro aveva designato Martha Graham come primo consulente artistico, è oggi tra le più importanti del mondo, insieme alla scuola The Young Ensemble. E’ ormai la più grande compagnia israeliana con oltre duecentocinquanta spettacoli e circa centomila spettatori ogni anno. Numeri da capogiro in vista dal belvedere, dunque, con il popolo della danza in trepida attesa per l’ospite più gradito.