Rassegne, torna Malazè: eventi al Castello di Baia, al Rione Terra e agli Astroni

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di Fiorella Franchini

Riparte dalle vedute mozzafiato di Monte di Procida e dal tramonto struggente di Acquamorta, Malazè, l’evento enogastronomico dei Campi Flegrei che dal 15 al 25 settembre, raccoglierà in un unico cartellone una miriade di avvenimenti culturali dedicati al territorio e alle sue ricchezze.
Il vigneto “Anfiteatro” a Monte Grillo delle Cantina del Mare, la guida turistica di Monica Carannante e del geologo Pierluigi Musto, le degustazioni al bar La Playa Tapas dei Vini del Consorzio Tutela Vini Campi Flegrei Ischia e Capri, delle pizze fritte di Diego Vitagliano con il pomodoro dell’Associazione pomodoro cannellino dei Campi Flegrei e piatti tipici proposti da Agriturismo Don Salvatore, Kuma 65, Abraxas, dell’Azienda agricola la Sibilla, i dolci di Officina Bufala di Francesco D’Alena, sono solo alcune delle cartoline fatte di sapori, di gusti, di conoscenze che il programma propone.
Tredici edizioni diventate un appuntamento imperdibile, testimonianza di un saper fare cultura e impresa, con determinazione ed entusiasmo, tra difficoltà logistiche e pessimismo. Tanti risultati, dal successo dei vini flegrei, diventati un marchio d’eccellenza nelle più importanti vetrine del settore, alla crescente richiesta turistica orientata verso un’offerta ecosostenibile ed esperienziale, e soprattutto, una trasformazione della mentalità che ha registrato una consapevolezza crescente delle possibilità di questa terra, e una maggiore ottica associativa.
Rosario Mattera, organizzatore di Malazè e presidente dell’associazione Campi Flegrei a Tavola, non demorde e continua la sua opera di promotore e di canalizzatore delle energie intellettuali e imprenditoriali, propone altre sfide come la valorizzazione di nuove varietà produttive e inconsueti luoghi dell’anima.
Tra le novità c’è l’individuazione di tre HUB ovvero tre punti di riferimento in cui saranno organizzati gli eventi. Luoghi rappresentativi come il castello di Baia a Bacoli, sede anche del Museo Archeologico, il Rione Terra di Pozzuoli e il cratere degli Astroni in cui prenderanno il via manifestazioni dedicate a tutte le fasce di età e per tutti i gusti: visite teatralizzate, scrittori in tour, attività per bambini, escursioni, degustazioni di vini e piatti tipici, birdwatching, passeggiate tra i vigneti, laboratorio sulle erbe spontanee, visita notturna alla colonia di pipistrelli, fino all’evento finale con i ragazzi della Bottega dei Semplici Pensieri e l’incontro di beneficenza con il pizzaiolo Diego Vitagliano alla mensa dei poveri del Santuario di San Gennaro.
Ricca di possibilità sarà la collaborazione tra due presidi Slow Food dei Campi Flegrei e della Costiera Sorrentina e Capri. Un’intera giornata dedicata alla piccola pesca, ai prodotti tradizionali, alle aree marine protette, durante la quale due pescherecci, provenienti da entrambe le coste, s’incroceranno a metà strada per uno scambio di tipicità. Paolo Giulierini, direttore del Parco Archeologico dei Campi Flegrei ha elogiato in una nota l’attività condotta negli anni da Malazè: “Gli appuntamenti pensati all’interno dei siti del circuito archeologico enfatizzano la bellezza della storia e della cultura e promuovono allo stesso tempo la ricchezza di un intero territorio”. Un riconoscimento conquistato sul campo senza sconti alle amministrazioni locali e istituzionali, ancora carenti in tanti aspetti legati alle comunicazioni e al supporto all’imprenditoria locale. La programmazione va avanti, si riempie di date e contenuti tutti all’insegna di uno sviluppo senza eccessi, una priorità costante della filosofia di crescita del format. “E le stelle stanno a guardare”, potremmo dire parafrasando A.J. Cronin, come il mito si trasforma in energia delle idee e delle braccia. Gli uomini e le donne flegree stanno imparando a leggere le proprie favole e a trasformarle in realtà concrete, senza perdere la poesia che li circonda e risuonano, come un’esortazione, i versi di Michele Sovente, moderno cantore di una regione antica:

Muvènnome fermànnome
’ncuóllo me sento nu pìsemo
attuórno tèngo
acqua e ruvine, furmìcule
’i luce ’int’a lluócchie,
’a paciénzia me rice
’i nun me fermò.