Rapporto Ue 2024 su Unione dell’energia, successi e sfide

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Bruxelles, 11 set. (askanews) – Negli ultimi anni l’Ue è riuscita a resistere ai rischi critici per la sicurezza del suo approvvigionamento energetico, a riconquistare il controllo sul mercato e sui prezzi dell’energia e ad accelerare la transizione verso la neutralità climatica. Lo afferma la Commissione europea in una sua nota sul Rapporto per il 2024 dell’Unione dell’Energia, che è stato pubblicato oggi a Bruxelles e presentato in conferenza stampa dalla commissaria responsabile, Kadri Simson.

I risultati positivi per l’Ue, secondo la Commissione, sono numerosi e notevoli, ma in alcuni settori i progressi non sono ancora soddisfacenti. 1) Energie rinnovabili a livelli record. La Commissione rileva che “la produzione di energia rinnovabile sta stabilendo nuovi record in termini di capacità. Nella prima metà del 2024 la metà della produzione di energia elettrica dell’Ue proveniva da fonti rinnovabili”. L’energia eolica ha superato il gas per diventare la seconda fonte di energia elettrica dell’Ue dopo il nucleare. Secondo il rapporto, c’è stato “un aumento della capacità eolica e solare installata del 36% tra il 2021 e il 2023, con un risparmio di circa 35 miliardi di metri cubi di gas in 2 anni”. Inoltre, “con 56 GW di nuova capacità di energia solare installata nel 2023, l’Ue ha stabilito un altro record superando i 40 GW aggiuntivi che erano stati installati nel 2022”.

“Nel 2022 – si legge nel rapporto -, l’Ue ha raggiunto una quota del 23,0% di energia rinnovabile nel consumo finale lordo di energia, con un aumento di 1,1 punti percentuali rispetto al 2021 (21,9%). In media, la quota complessiva di energia rinnovabile è aumentata di 0,7 punti percentuali all’anno negli ultimi 10 anni”. Secondo la Commissione, “i progressi sono stati forti nel settore dell’elettricità, con un aumento della quota di energie rinnovabili dal 25,1% nel 2012 al 41,2% nel 2022”. Tuttavia, “i progressi nel riscaldamento e raffreddamento (dal 18,6% al 24,9%) e nei trasporti (dal 5,8% al 9,6%) sono stati più modesti. Il nuovo obiettivo Ue del 42,5% per il 2030 (e ancor di più l’obiettivo ambizioso del 45%) richiederà una crescita molto più rapida nei prossimi anni”.

2) Riduzione dell’import di gas russo e aumento del Gnl. La Commissione sottolinea che “la quota di gas russo nelle importazioni dell’Ue è scesa dal 45% nel 2021 al 18% nel giugno 2024, mentre le importazioni di gas da partner fidati come la Norvegia e gli Stati Uniti sono aumentate”. Norvegia e Stati Uniti sono diventati i maggiori fornitori di gas dell’Ue, rispettivamente per gasdotti e gas naturale liquefatto (Gnl), fornendo il 34% e il 18% delle importazioni di gas (dati di giugno 2024). Il rapporto evidenzia che “tra il 2022 e il 2024 sono stati commissionati 12 nuovi terminali di Gnl e sei progetti di espansione, che si prevede porteranno a un aumento complessivo della capacità di importazione di Gnl dell’Ue di 70 miliardi di metri cubi entro la fine del 2024”.

3) Riduzione complessiva della domanda di gas. “Tra l’agosto 2022 e maggio 2024 l’Ue ha ridotto la domanda di gas di 138 miliardi di metri cubi”. In più, “l’Ue ha raggiunto il suo obiettivo di stoccaggio del gas per l’inverno del 90 % il 19 agosto 2024, con largo anticipo rispetto alla scadenza del primo novembre”.

4) Prezzi dell’energia in calo, ma non basta. “I prezzi dell’energia sono più stabili e rimangono notevolmente al di sotto dei livelli massimi della crisi energetica del 2022”. Tuttavia, la nota di Bruxelles aggiunge che “sono necessari maggiori sforzi per far fronte al rincaro dei prezzi dell’energia”, una questione che è “fondamentale per migliorare la competitività dell’industria dell’Ue”, e che bisogna “accelerare gli investimenti nelle reti infrastrutturali integrate europee, che sono essenziali per l’elettrificazione dell’economia”.

5) Riduzione delle emissioni di gas serra, non della crescita. “Le emissioni di gas a effetto serra dell’Ue sono diminuite del 32,5% tra il 1990 e il 2022, mentre nello stesso periodo l’economia dell’Ue è cresciuta di circa il 67%”, nota la Commissione.

6) L’Ue leader internazionale per sviluppo rinnovabili. L’Esecutivo comunitario rivendica che “a livello internazionale, l’Ue ha guidato l’iniziativa globale volta a triplicare la capacità di energia rinnovabile e a raddoppiare i miglioramenti dell’efficienza energetica nell’ambito della transizione verso l’abbandono dei combustibili fossili, che è stata approvata da tutte le parti in occasione della COP28 di Dubai”.

7) Efficienza energetica e “case green”, intensificare gli sforzi. Quello dell’aumento dell’efficienza energetica continua a essere uno degli obiettivi più difficili da raggiungere. “Nel 2022 il consumo di energia primaria dell’Ue ha ripreso la tendenza al ribasso, diminuendo del 4,1%. Tuttavia – avverte la Commissione -, gli sforzi in materia di efficienza energetica dovranno essere ulteriormente intensificati affinché l’Ue raggiunga l’obiettivo di riduzione del consumo finale di energia dell’11,7% entro il 2030”.

“Sono necessari – sottolinea l’Esecutivo Ue – ulteriori miglioramenti, non da ultimo per quanto riguarda l’elettrificazione generale degli impianti di riscaldamento e il tasso di ristrutturazione degli edifici”. Nel rapporto, la Commissione puntualizza che “in pratica, i tassi di ristrutturazione e di elettrificazione degli impianti di riscaldamento in generale restano troppo bassi, e le misure nazionali sono insufficienti per raggiungere un parco immobiliare decarbonizzato entro il 2050, per il quale sarà assolutamente fondamentale una rapida attuazione della direttiva rivista sulla prestazione energetica degli edifici”, ovvero la cosiddetta direttiva sulle “case green”, molto controversa in Italia.

8) I Piani nazionali per energia e clima aggiornati. La relazione ricorda che tutti gli Stati membri devono presentare quanto prima i loro piani nazionali aggiornati definitivi per l’energia e il clima (Pnec), al fine di garantire il conseguimento collettivo degli obiettivi previsti per il 2030. La valutazione da parte della Commissione delle proposte di aggiornamento dei Pnec, pubblicata nel dicembre 2023, “mostra che gli Stati membri hanno compiuto un passo nella giusta direzione, ma ciò non è ancora sufficiente per ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030”, avverte ancora l’Esecutivo comunitario, sottolineando che gli Stati devono tenere conto delle sue raccomandazioni per redigere i loro piani definitivi.

La valutazione della Commissione delle bozze dei Pnec aggiornati ha individuato infatti “un divario di ambizione nel consumo di energie rinnovabili entro il 2030, con contributi inferiori di 3-4 punti percentuali rispetto al nuovo obiettivo vincolante dell’Ue del 42,5%”.

“Il rapporto – ha osservato la commissaria Simson – dimostra che non siamo più in balia dei gasdotti di Putin e che continuiamo a sostenere i nostri partner ucraini mentre l’inverno si avvicina. Evidenzia i progressi che abbiamo compiuto sotto questo mandato” della Commissione uscente “verso un settore energetico sicuro, competitivo e conveniente nell’Ue”.

“L’Ue – ha concluso Simson – è ben equipaggiata per affrontare i profondi cambiamenti e le sfide che ci attendono e per rispettare i suoi impegni nei confronti del pianeta e dei suoi cittadini. La nostra Unione energetica è più forte e più verde che mai”.