Ram, Muzio: tre anni per realizzare a Napoli il museo più grande del mondo

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Al Napoli il museo più grande del mondo: può apparire un’idea strana, ambiziosa, quasi utopistica. A questa però sta lavorando da anni l’associazione Ram “Rinascita Artistica del Mezzogiorno” puntando dritto sul rilancio di uno degli edifici più significativi della città, quel Real Albergo dei Poveri, voluto in tutta la sua mastodontica grandezza da Carlo III di Borbone nel settecento.
 
Francesco Muzio, vice presidente di Ram, come nasce il progetto di un museo più grande del Louvre e del British?
L’idea l’ha avuta il nostro presidente Dario Marco Lepore per diversi motivi: trovare la sede giusta per esporre tanti capolavori che ammuffiscono nei depositi dei principali musei della nostra città e che quindi non sono fruibili, ristrutturare un Palazzo del ‘700, credo il più grande d’Europa, per dare un immenso prestigio mondiale alla nostra città, ristrutturare e rivalutare un intero quartiere degradato della nostra città, possibilità lavorative per migliaia di giovani, valorizzare l’artigianato di “livello” della nostra Regione, valorizzare l’arte, la cultura, l’enogastronomia, il turismo “anche” (dico anche perchè noi dovremmo puntare molto au quello culturale per far sostare i turisti molto tempo nella nostra città) paesaggistico di Napoli Metropolitana e della Regione Campania tutta e tanto altro ancora.
 
Perché proprio Palazzo Fuga?
Palazzo Fuga ha una superficie di 103.000 mq, quasi il doppio del Louvre di Parigi ed è l’unico palazzo (del ‘700 tra l’altro) in grado di contenere le opere non esposte; inoltre sarebbe naturalmente ben collegato con gli altri musei cittadini, con il centro storico, con la stazione centrale, con l’aeroporto e con il porto.
 
Quali opere potrebbero essere esposte in questo museo?
Pensiamo alle opere del museo di Capodimonte, del museo archeologico nazionale, del museo del Tesoro di San Gennaro, della biblioteca dell’Istituto italiano di studi filosofici etc.
 
Cosa significherebbe dal punto di vista dell’indotto economico e lavorativo un’opera di questo genere per la città?
Immaginate il numero di dipendenti assunti, le attività/laboratorio artigianali di eccellenza all’interno del Palazzo ed all’esterno, i servizi di accoglienza turistica, la loro razionalizzazione per alberghi, ristoranti, bar, guide turistiche, trasporti.
 
Di Palazzo Fuga attualmente è agibile solo una parte. Come fare per renderlo realmente fruibile in tutta la sua interezza? Quanti soldi sarebbero necessari?
Da studi effettuati sarebbero necessari circa 400 milioni di euro per la ristrutturazione totale; sarebbero necessari fondi europei e/o di fondazioni bancarie (e non). Ovviamente i lavori di ristrutturazione potrebbero continuare dopo una prima apertura parziale dell’attività museale nella attuale parte del Palazzo già ristrutturata.
 
Si tratta in ogni caso di un investimento importante. Immaginate per questo anche l’intervento di privati?
Ovviamente poi i dettagli specifici del business plan andrebbero concordati con il Mibact anche e soprattutto per la sostenibilità successiva dell’intera operazione.
 
Avete ipotizzato una stima dei tempi? Quanti anni ci vorrebbero per veder realizzata quest’opera?
Il nostro ideale sarebbe rappresentato, come scadenza dei lavori, in 3 anni, per farlo coincidere con le Universiadi 2019 che, come tutti ormai sanno, si disputeranno proprio a Napoli.
 
Gli enti pubblici interessati al progetto sono diversi: governo, regione e comune, quest’ultimo tra l’altro vicinissimo alle elezioni per il rinnovo della giunta. Visto il difficile dialogo registrato su Bagnoli, qual è l’appello che lanciate alla politica?
Noi crediamo che tutte le forze politiche in campo dovrebbero essere interessate a questo meraviglioso e concreto progetto “determinante” per lo sviluppo culturale, artistico, artigianale, turistico, economico del nostro territorio. Per ulteriori confronti visitate il nostro sito www.rinart.it.