Inizia a Castellamare di Stabia e termina a Punta Campanella: è la Penisola Sorrentina. Un luogo raccontato dal documentario firmato da Monica Ghezzi “La Penisola Sorrentina, tra gente di mare e gente di terra”, in onda in prima visione questa sera alle 22.10 su Rai 5. Situata tra il Golfo di Napoli e il Golfo di Salerno è un gioiello paesaggistico conosciuto in tutto il mondo. Ai viaggiatori del Gran Tour o agli scrittori dell’Ottocento prima dell’urbanizzazione iniziata nel secondo dopoguerra doveva sembrare un quadro impressionista, con i suoi borghi dai colori vivaci, la luce che si riflette sulle scogliere e gli agrumeti che punteggiano di giallo e di arancione lo sfondo. Non è, dunque, un caso che il pittore Pierre Auguste Renoir abbia proprio scelto di soggiornare a Sorrento e si sia appassionato ai giardini e i paesaggi sublimi della costiera. Come Renoir, innumerevoli protagonisti della cultura internazionale hanno sostato in questa terra. Da Charles Dickens a Leon Tolstoj, a Erick Ibsen e tanti altri che contribuirono con le loro testimonianze a creare nell’immaginario collettivo il mito di Sorrento e della sua costiera: un luogo dell’anima, di pace e di bellezza. Oggi molto è cambiato. Sorrento e gli altri centri della penisola sono invasi dai turisti, eppure la costiera continua a incantare i visitatori, non solo per le sue bellezze naturali, ma anche per le innumerevoli storie che la riguardano e che continuano ad alimentarne il mito. Come la presenza, negli anni Venti, del tenore Enrico Caruso il cui ricordo riecheggia ancora nella suite dell’hotel che lo ospitò durante i suoi ultimi giorni di vita e dove, nell’estate del 1980, Lucio Dalla compose il brano “Caruso” rendendo quella terrazza sul Golfo di Sorrento famosa in tutto il mondo.
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