di Giuseppe Delle Cave
“Berlusconi fino a ieri sera mi ha detto di essere in campo ma forse intendeva di dire di poter ancora dettare le regole del gioco, di questa partita che è doppia perché i nomi in lizza libererebbero altre caselle istituzionali ed è quasi tutta interna al centrodestra, visto che prima di tutti vanno convinti Meloni e Salvini”. Vittorio Sgarbi, alla sua quarta legislatura da deputato, eletto con Forza Italia e poi passato al Misto, è da diversi giorni al centro della scena politica per essere il regista della cosiddetta “Operazione Scoiattolo”, nata per coagulare intorno alla (auto)candidatura di Silvio Berlusconi quanti più consensi possibili, anche di schieramenti distanti dal centrodestra, con l’obiettivo, dichiarato, di spianargli la strada per il Quirinale. Interpellato nelle ultime concitate ore che separano il Paese dalla prima chiama, Sgarbi risponde così alle domande de ildenaro.it.
Onorevole Sgarbi, proviamo a disegnare insieme un po’ di scenari… Se Draghi va al Colle, ci sarà un premier azzurro? Magari Letta (Gianni)?
Lo escludo. Intanto va detto che Draghi salirà al Colle soltanto se lo deciderà in queste ore Berlusconi. Perché soltanto lui ha la forza di farlo eleggere, convincendo innanzitutto Salvini e Meloni. Qualora il presidente del Consiglio in carica andasse al Quirinale si aprirebbe sin da subito una partita per Palazzo Chigi, magari simile a quella già vista in occasione del governo giallo-verde: un premier vicepresidente di due vicepresidenti. Ossia, un premier alla Conte con Salvini e Di Maio in veste di vice a dettare le regole.
L’ipotesi di un Mattarella-bis è tramontata?
Beh, questa è l’ipotesi che predilige Silvio Berlusconi, mi sembra di capire però che sia un’opzione che, al di là del nome simbolicamente interessante, non troverebbe sostegno in Parlamento. A partire dalla Lega. E’ poco praticabile.
Berlusconi si sente ancora della partita secondo lei?
Fino a ieri sera, sì. Comunque, è nella condizione di stabilire lui il gioco, ha tenuto la palla fino ad oggi ed ha ancora conservato la condizione migliore tra i leader. Fin qui decide lui.
E’ circolata parecchio anche l’ipotesi di una donna. E’ ancora sul tavolo?
Una donna perfetta per questa situazione sarebbe la Casellati, il presidente del Senato, perché incarna tre condizioni favorevoli: è donna, ricopre un ruolo istituzionale ed è di Forza Italia. Peraltro, raccoglierebbe molti voti anche fra gli ex Cinque Stelle.
Consentendo, peraltro, una compensazione anche in Parlamento, dovendo lasciare libera la casella di Palazzo Madama…
Senz’altro. Pure in questo caso sarebbe una partita da giocarsi nel solo campo del centrodestra. Anche se Italia Viva di Renzi potrebbe inserirsi nella corsa alla Presidenza del Senato, in caso di Casellati al Quirinale, appoggiandone la candidatura al Colle.
Alle 16,36 di oggi, se dovesse stilare una classifica dei tre nomi maggiormente favoriti nella corsa alla carica di Presidente della Repubblica e graditi a Berlusconi, chi metterebbe dentro e in che ordine?
Casellati, Gianni Letta, Draghi. La Casellati potrebbe raccogliere quella parte di voti che oggi Berlusconi non ha.