Quirinale, parla Carmelo Conte: Berlusconi improponibile, Amato una delle poche riserve della Repubblica

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in foto l'ex ministro socialista Carmelo Conte (fonte Imagoeconomica)

di Giuseppe Delle Cave

La corsa al Quirinale, mai così incerta, appassiona per la prima volta non soltanto gli addetti ai lavori ma tutti gli italiani. Sul tavolo ci sono tanti nomi, dal presidente del Consiglio in carica Mario Draghi a Silvio Berlusconi, che sembrerebbe essere ancora la prima opzione del centrodestra. Carmelo Conte, quattro legislature alle spalle in Parlamento con il Partito Socialista Italiano (Psi) e diverse presenze da sottosegretario e titolare di dicastero a Palazzo Chigi, dice la sua intervistato da ildenaro.it. Arriva così una netta bocciatura alla candidatura di Berlusconi (“E’ politicamente improponibile”) ed un’apertura invece al nome di Giuliano Amato, il dottor Sottile, del quale fu ministro dal 1989 al 1993 per le Aree Urbane (“È una delle poche riserve della Repubblica che un tempo erano in tante”). Nessun consiglio invece per il figlio Federico, eletto deputato nel 2018 con Liberi e Uguali, e pronto alla prima chiama lunedì 24 gennaio (“Non ha bisogno dei miei consigli, ha già espresso la sua opinione su Amato o Cartabia“).

Onorevole Conte, da ex ministro e parlamentare di lungo corso ritiene convincente la candidatura di Silvio Berlusconi al Quirinale? O cosa c’è, secondo lei, dietro questa opzione?
E’ politicamente improponibile, e non la considero opportuna neppure da parte dello stesso Berlusconi perché induce tutti a riprendere, esasperandole, le critiche e i giudizi negativi che hanno accompagnato la sua vicenda politica. Forse si è fatto proporre perché la candidatura gli consente di riprendersi la scena perduta e dare legittimità a se stesso, senza escludere la possibilità tattica, di cui è maestro, di essere determinante nella scelta ‘vera’, quella di un suo amico.

Nelle ultime settimane è circolata anche l’ipotesi Giuliano Amato, del cui governo lei ha fatto parte agli inizi degli anni Novanta. È di nuovo il momento di un socialista alla Presidenza della Repubblica?
Giuliano Amato ha tutti i titoli, cursus honorum e qualità personali per l’alta carica. È una delle poche riserve della Repubblica che un tempo erano in tante. Della cosiddetta seconda o terza repubblica di riserve titolate non c’è traccia.

Darà qualche consiglio a suo figlio Federico, deputato in carica, per quest’elezione?
Federico non ha bisogno dei miei consigli, ha già espresso la sua opinione su Amato o Cartabia, il suo mondo, quello del diritto. Certo, un discorso a parte meriterebbe la scelta di Draghi che implica un accordo generale anche su un nuovo governo, sulla legge elettorale e la riforma costituzionale in senso presidenziale, di cui il premier è un ‘portatore sano’.