Questo inverno è stato il più caldo mai registrato in Europa

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Roma, 5 mar. – (Adnkronos) – L’inverno 2019-2020 è stato di gran lunga il più caldo mai registrato in Europa. Temperature record negli ultimi tre mesi della stagione, da dicembre 2019 a febbraio 2020: per via del costante clima mite in Europa, in particolare nel nord e nell’est, lo scorso inverno ha superato di 3,4 °C la temperatura media della stagione nel periodo 1981-2010 e ha registrato una temperatura di quasi 1,4° C in più rispetto a quella del precedente inverno di caldo record, registrato nel 2015-2016. Lo rileva il Copernicus Climate Change Service.

“L’Europa ha vissuto il suo inverno più mite in assoluto. Pur essendo un singolo caso limite, è probabile che questo tipo di eventi siano resi più estremi per la tendenza al riscaldamento globale – spiega Carlo Buontempo, direttore di Copernicus Climate Change Service – Vedere un inverno così caldo è sconcertante, ma non rappresenta una tendenza climatica in quanto tale. Le temperature stagionali, soprattutto al di fuori dei tropici, variano significativamente di anno in anno”.

Febbraio 2020 è stato il secondo febbraio più caldo mai registrato, sia a livello globale che europeo, solo 0,1° C in meno rispetto a febbraio 2016, il febbraio più caldo in assoluto; in Europa, il mese di febbraio è stato più caldo di 3,9 °C rispetto alla media di febbraio nel periodo 1981-2010 (0,8° C a livello globale); su gran parte dell’Europa, della Siberia, dell’Asia centrale e sull’Antartide occidentale le temperature sono state al di sopra della media. Solo nell’Alaska settentrionale le temperature sono state al di sotto della media.

“Parte del nostro lavoro – spiega ancora Buontempo – consiste nel confrontare i dati climatici risalenti all’era preindustriale per definire tendenze climatiche a lungo termine, in modo che, sulla base dei dati C3S, individui, istituzioni e responsabili politici possano prendere decisioni informate tenendo conto dell’evoluzione delle temperature climatiche”.

Oggi, il ruolo di Copernicus diventa sempre più importante. La Commissione europea, spiega Mauro Facchini, capo dell’Unità di Osservazione della Terra presso la direzione generale della Commissione europea del Defis, “si affida ai programmi di Copernicus e a istituzioni come l’Ecmwf per fornire dati operativi di qualità certificata al fine di sostenere lo sviluppo di una società resiliente al clima. Copernicus contribuirà efficacemente all’attuazione in vari settori del Green Deal della Commissione europea”.

Copernicus Climate Change service (C3S), implementato, per conto della Commissione europea, dal Centro Europeo per le Previsioni Meteorologiche a Medio Termine pubblica mensilmente bollettini sul clima che descrivono i cambiamenti osservati nella temperatura globale dell’aria in superficie, nella copertura del ghiaccio marino e nelle variabili idrologiche. I risultati riportati si basano su analisi generate al computer che utilizzano miliardi di dati provenienti da satelliti, navi, aeromobili e stazioni meteorologiche in tutto il mondo.