Quando si dice che è il nuovo che avanza

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(Imagoeconomica)

E incontro al vertice fu. Al termine una ridda di conferme e smentite, mercoledì scorso, dopo tanto tempo, alfine si sono incontrati di persona Zar Putin e Tiranno Kim. È accaduto in occasione del Vertice Economico Orientale, organizzato da Putin in una città ubicata all’estremo oriente della Santa Madre, come anche Francesco ha chiamato quello che fu il paese dei cosacchi. Una considerazione udita nella locale sede della Coldiretti: come è possibile che un paese come la Korea del Nord, che aspira a entrare nel novero delle maggiori potenze mondiali, tolleri che il suo presidente possa allontanarsi da Seul quel poco che gli consente la sua paura di volare. Per di più servendosi di un vecchio e obsoleto convoglio ferroviario blindato protettore, lentissimo anche perché incompatibile con diverse ferrovie al di fuori di quel paese, quindi necessitante di adattamenti alle strade ferrate locali di volta in volta. Basta questo dettaglio per dare un’idea esatta di quali panni vesta quel  campione del dispotismo che è Kim e chiarisce definitivamente che con il suo omologo russo, oltre che di compravendita di armamentario vario, altri punti di contatto non si sarebbero potuti concretare.

Il colloquio è durato tre ore e, dall’atteggiamento soddisfatto dei due protagonisti, è da desumere che l’affare stia andando in porto. Per colore, in campagna si dice che se due volpi si sono messe l’una accanto all’altra, è perché sicuramente stanno combinando di fare strage di galline. Ergo, come si può azzardare con queste premesse che il Cremlino possa stare valutando ipotesi di portare a termine in breve tempo il conflitto con l’ Ucraina se al suo interno la volontà di riarmarsi appare più risoluta che mai? Quindi si può desumere che quel forum orientale serva a Putin per avere conferma di quali sono i paesi di quel versante del mondo sui quali potrà contare nel prosieguo dell’invasione dell’Ucraina. Ben diversa è la situazione in Europa. La Commissario Ursula von der Leyen, parlando alla riunione degli stati membri, convocati per fare il punto sul processo di evoluzione della stessa EU, non ha mancato di segnalare, insieme alle notizie positive, che le prospettive economiche della stessa e di ciascuno stato membro non sono in linea con quanto messo in preventivo a inizio anno.

L’inflazione è lontana dal 2% indicato dalla BCE come compatibile con le condizioni per un rilancio consistente dell’ economia nell’ area euro. La Presidente La Garde, a tal riguardo, ha dovuto ribadire che, perché i provvedimenti comunitari funzionino, il tasso dell’euro dovrà continuare a salire. É a questo punto che il cane, volente o nolente, ricomincerà a mordersi la coda. Nel frattempo la signora Commissario, dopo aver aver interloquito già da qualche tempo con quel Professore, ha nominato Mario Draghi consulente economico politico perché assista la EU in questa fase più che delicata. Essa è, per l’Europa, sia di transizione dopo la pandemia che, è un augurio, di espansione quando saranno rientrate le follie belliche della Russia, con l’ingresso nella Casa Comune di quel che sarà restato dell’Ucraina. Si tratta certamente di casualità, comunque va preso atto che ieri la BCE ha corretto al rialzo di 0,25 punti il tasso dell’euro. Saranno certamente in tanti gli italiani che stanno plaudendo a quella nomina di Draghi: molti altri, si spera ma sarà difficile, dovrebbero avere  il decoro quanto meno di riconoscere che, sfiduciandolo lato sensu, hanno sbagliato di grosso e perciò di ammetterlo. In più in molti citeranno l’episodio del vangelo in cui la pietra in un primo momento scartata diventa successivamente testata d” angolo. Certamente accadrà che parte degli italiani esclameranno compiaciuti: ” Certo, sono soddisfazioni!”, retaggio di una cultura contadina che mantiene in uso questa affermazione, fatta con un sorriso composto e soddisfatto dagli agricoltori allorquando vogliono sottolineare il risultato di un lavoro ben fatto. Chissà, invece, se qualcuno farà riferimento a quanto è successo al Giggino nazionale: un vero Promoveatur ut amoveatur. E fu così che se ne persero le tracce e…ciascuno tragga le conclusioni come la coscienza gli indica di fare. Comunque andranno le cose, per l’Italia sarà stato un successo, confermato dagli apprezzamenti che, di qusti tempi sarebbero oltremodo importanti al fini del risultati di quelle sfide.