Quando la realtà supera l’immaginazione

(da cinainitalia.com)
Intorno alla metà degli anni ’60, iniziò a circolare tra gli artefici della contestazione generale l’espressione: “la Cina è vicina”. Era quella la stagione in cui il Presidente di quel paese, Mao Tse-Tung, appariva in Occidente come una minaccia concreta per la borghesia, mentre per i protagonisti della contestazione globale era un’espressione di attesa speranzosa, quasi un avvento laico. Tale espressione non era frutto della ipercreatività del momento, ma era stata presa pari pari dal romanzo omonimo della fine degli anni ’50. Il regista Marco Bellocchio ne ricavò un film lasciando invariato il titolo. Attualmente, evocando le stesse paure di quell’epoca, sta succedendo l’esatto contrario: la Cina sta prendendo sempre più le distanze dagli interlocutori di questa parte del mondo e le conseguenze sono già tangibili. Sono anni che Pechino è diventata per il commercio internazionale il punto di riferimento globale, quindi nel bene e nel male.
La particolarità di quel paese è che, mentre deve ancora colmare un gap consistente nei settori tecnologici tradizionali, è all’avanguardia nella produzione di tutto quanto sta venendo fuori dalla ricerca applicata. Esempi più che significativi sono la telefonia e l’intelligenza artificiale, fiori all’occhiello di quel sistema produttivo. Senza trascurare quanto sia importante il mercato di quel paese per l’export del resto del mondo, da classificare senza riserve primo sotto tutti i punti di vista. La signora Pelosi, terza carica dello stato negli Usa, ha concluso la sua visita fortemente simbolico nell’Isola di Taiwan, durata dodici ore, e è ripartita senza incidenti di rilievo, o almeno è quanto sembra finora. Potrebbe dar l’idea di essere una fake news, ma purtroppo non lo è, il fatto che gli operatori finanziari di tutto il mondo, il giorno dell’arrivo della delegazione degli Usa su quell’isola e quello successivo degli incontri istituzionali, hanno condizionato le sedute borsistiche, simulando anche gli effetti di esiti violenti di quell’azione in trasferta. Gli sviluppi sono work in progress ma, a naso, si ha l’idea che non saranno del tipo che induce a volgere lo sguardo verso il sereno. Vale la pena ricordare che su quell’isola si produce la maggior parte dei semiconduttori richiesti dal mercato mondiale. Oltre che per tanto, gli italiani hanno di che riflettere per le situazioni interne che stanno prendendo corpo in vista delle prossime elezioni. Se uno o più politologi si fossero azzardati solo un mese fa a ipotizzare lo schema delle alleanze che si stanno formando all’interno di quella che è diventata una galassia di rappresentanze politiche, chi ne fosse venuto a conoscenza sarebbe stato punto da non pochi dubbi sullo stato mentale di quegli studiosi. Si sarebbe seriamente preoccupato per capire da cosa prendesse origine il disagio che indubbiamente aveva compromesso la lucidità degli autori. Sì stanno creando infatti quelle che i francesi definiscono, prendendo spunto dal titolo di un vecchio romanzo epistolare di casa loro, Les liaison dangereuses, i legami pericolosi. Poiché la vicenda è ancora magmatica, per ora voglia bastare per darne solo l’ idea, la descrizione di un certo numero di diavoli che stanno cercando, a tutti i costi, di allearsi con altrettante acque sante. Al momento ai cittadini, ormai allo stremo delle forze, anche mentali, sembra di assistere a un film di fantapolitica, tra l’ironico e il tragico, a seconda dello stato d’animo con cui lo spettatore vi si approccia. Potrebbe aiutare a capire qualcosa di quello spettacolo truculento una lezione di recitazione impartita da Eduardo De Filippo. Spiegava nel corso della stessa il grande autore napoletano, come con la maschera di Pulcinella, quella che copre solo gli occhi e il naso, di colore nero, si riuscisse a dar forma, anche senza parlare, a numerose espressioni e atteggiamenti di un personaggio. Come? Con il modificare la sola parte inferiore del volto e con il linguaggio del corpo. Senza dimenticare che la veste tradizionale del personaggio napoletano è bianca, quindi neutra. Di conseguenza, non è facile immaginare come potrà ( o potrebbe, l’ipotesi di una astensione record non è peregrina ) recarsi al voto con serenità l’elettorato alla luce di un tale trasformismo degli attori della scena politica. Nel confronto con gli stessi, Brachetti appare un principiante. Tutto ciò sta accadendo in un momento in cui il sistema socio-economico reale del Paese continua a dare segnali negativi pesanti. Ciò anche se arrivano notizie ufficiali che vorrebbero attenuare le ansie. Il numero delle famiglie che non riescono a mettere insieme pranzo e cena è in aumento. Come è ancora alto il numero delle vittime della pandemia. La cantante popolare romana Gabriella Ferri cantava, all’inizio degli anni ’70 ” Tutti al mare”, quasi per esorcizzare gli effetti della crisi economica, la prima di una lunga serie che colpì, tra gli altri paesi, anche l’Italia. Difficilmente oggi lo rifarebbe.