Qual è il ruolo dell’Unesco

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Due domande lecite che ogni persona è legittimata a farsi sono le seguenti: cos’è e qual è il ruolo dell’UNESCO? Non di rado accade che anche involontariamente ci si trovi immersi in siti di interesse culturale, in luoghi dalla bellezza unica, che costituiscono di fatto un patrimonio immenso, a prescindere dalla tutela “burocratica” imposta su essi. C’è però un’ agenzia specializzata nella tutela dei patrimoni culturali internazionali che si chiama UNESCO, che dal 16 novembre 1945 si è imposta come scopo quello di promuovere la pace , la comprensione e la collaborazione tra le varie nazioni, sotto il segno della cultura e del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali e imprescindibili. L’Italia, pur essendo il paese più ricco al mondo dal punto di vista culturale, entra a far parte della rete dell’UNESCO, solamente due anni più tardi, l’8 novembre 1947, paradossalmente dopo Paesi quali: Cecoslovacchia, Norvegia e Repubblica Dominicana. Allo stato attuale fanno parte di questa organizzazione 195 Paesi, più 10 associati, che dipendono unicamente dalla sede centrale di Parigi. A prescindere però dai buoni propositi con i quali tale organo è iniziato ed ha iniziato ad operare, c’è da dire che è stato spesse volte al centro di numerosi scandali, talvolta legati a filo doppio con la politica, in particolare negli anni in cui si pensava che l’UNESCO agevolasse i paesi comunisti, o lo meno avesse un atteggiamento poco limpido nei confronti delle nazioni più arretrate. Fondamentalmente però, l’UNESCO è un’agenzia che agisce esclusivamente a livello formale, e che sostanzialmente,molto spesso non adotta misure in grado di garantire un vero e proprio sviluppo e una concreta tutela di ciò che l’agenzia stessa dichiara essere ‘Patrimonio dell’umanità’. Un esempio chiaro e lampante di questa “cura” esclusivamente formale da parte dell’agenzia è il sito archeologico dell’oasi di Palmira, che in origine fu un importante centro della regione siriana. Palmira è entrata sotto la tutela dell’UNESCO come sito ‘patrimonio dell’umanità’ nel 1980, eppure poco tempo fa, è stata oggetto di uno dei più ignobili scempi di tutta la storia dell’uomo. La macchina della morte è micidiale tanto per gli esseri umani quanto per i siti culturali, che dovrebbero costituire, veramente un patrimonio universale, accessibile a tutti. Ma purtroppo né la protezione dell’agenzia UNESCO, ne tantomeno la debole resistenza opposta dalle forze di Damasco sono riuscite ad arginare la follia dei terribili terroristi dell’ISIS. Ma la cosa grave è che come al solito, alla base di tutto giace inevitabilmente un’ignoranza becera, la banalità e la superficialità di essere, che non riuscendo a capire l’importanza di quello che hanno, lo distruggono, privando l’umanità di una ricchezza incommensurabile. Forse era utile ascoltare la proposta del critico d’arte ferrarese Vittorio Sgarbi, che aveva provocatoriamente proposto di mettere una taglia sui terroristi che hanno distrutto Palmira. Il sito siriano costituisce un caso limite, ma anche in Italia, quotidianamente è possibile riscontrare una pericolosa e dilagante incuria in città che sono formalmente ‘patrimonio dell’umanità’. E l’UNESCO che fa allora?