Putin, il gas e quel monito alla Ue lanciato dal capo dello Stato a Cernobbio

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in foto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella

La settimana che si è appena conclusa ha registrato un giro di vite verso il basso di tutte le questioni negative attualmente in essere in Italia e in Europa, isola compresa. È continuato così il percorso iniziato ormai da due anni della serie nera di eventi negativi che è arrivata ormai vicina al colmo della misura. Più precisamente al punto di non ritorno allo status di prima che la Russia iniziasse la cosiddetta “operazione militare speciale”, per definirla con il vero nome l’invasione della Ucraina. È stato così che la riunione a Bruxelles dei ministri per per l’economia si è pronunciato a favore dell’introduzione di un tetto al prezzo del gas e altrettanto ha fatto la Commissione Europea. Tale presa di posizione allargata ha contribuito ancor più a dar forza al già crescente risentimento del Cremlino. Lo stesso è arrivato a dichiarare che Gazprom chiuderà a stratto giro completamente i rubinetti del gas destinato all’ Europa. In effetti lo ha già fatto, perché la riapertura del gasdotto Nordstream, chiuso per tre giorni ufficialmente per manutenzione, non è avvenuta, ufficialmente per il perdurare di inconvenienti tecnici, e non è stato comunicato un nuovo termine. L’escalation della tensione tra Mosca e Bruxelles è arrivata a un livello che definire di grave pericolo non rende appieno l’idea delle sue dimensioni. Chi avesse ancora dubbi sulla assoluta mancanza di rispetto della parola data di Putin e dei suoi scherani, avrà ampiamente di che ricredersi. Gli basterà ricordare quante volte quella combriccola, capo in testa, ha assicurato, nel passato recente, che mai la fornitura di gas all’ Europa sarebbe stata completamente interrotta. É stato di particolare importanza il monito circostanziato che il Presidente Mattarella, a denti stretti, ha lanciato da Cernobbio alla volta di Mosca, avendo come argomenti principali la sottolineatura del danno enorme che l’azione temeraria del Cremlino sta apportando all’ intero ordine mondiale. Aggiungendo lo sprone alla Eu affinchè acceleri il passo nel varare interventi che permettano a famiglie e imprese di non soccombere. Il Capo dello Stato è stato al lago di Como, precisamente a Villa d’Este, dove è intervenuto al convegno annuale organizzato dallo Studio Ambrosetti. La sorte ha voluto che per puro caso i tempi del suo svolgimento, i soliti, si trovassero a coincidere con quelli in cui si sono verificati gli episodi negativi innanzi accennati. Quella convention registra ogni anno la partecipazione di campioni internazionali nel campo dell’economia, della finanza e della politica e, come scopo a latere, ha quello di presentare al mondo il gotha che decide per il Paese. É anche occasione privilegiata di incontro personale di chi, in qualche modo, ha tra le mani le sorti del mondo. L’edizione appena conclusa, ha riscontrato una componente inedita: è stata teatro di una tribuna politica in grande stile, che ha fornito l’occasione alla classe politica italiana di presentarsi al mondo e di poter illustrare, seppur di massima, i programmi di ciascuna componente per la prossima legislatura. Con buona probabilità gli ospiti non avranno riportato una buona impressione di quel materiale umano ma, per essere più realisti del re, bisogna farsi una ragione che tanto è quel che passa il convento e bisogna farselo bastare. Attualmente il problema che turba maggiormente i sonni degli europei e dei loro governanti, è come affrontare il freddo prossimo venturo. Esso ha messo in ombra sia il conflitto che dilaga in Ucraina, le cui dimensioni stanno aumentando di giorno in giorno, sia la pandemia, che sta continuando a mietere vittime a ritmo sostenuto e è lontana dall’essere risolta. Bisogna prendere atto che nell’immediato, per affrontare le prossime stagioni, le famiglie non possono fare altro che mettere a punto comportamenti volti a ottimizzare le risorse energetiche disponibili. L’ umanità ha più volte affrontato situazioni del genere e lo spirito di sopravvivenza le ha permesso, non senza notevoli sacrifici, di venirne fuori. Ciò che preoccupa di più l’ opinione pubblica è la sopravvivenza del comparto produttivo. Aldilà della necessità che i governi nazionali e la EU provvedano alla predisposizione in tempo reale di ammortizzatori, soprattutto di tipo monetaria, a beneficio dei vari compartimenti produttivi, sarà necessario inventarsi qualcosa perché i cavalli vapore che azionano gli apparati industriali possano continuare la loro attività e pertanto devono essere alimentati. Incombe pericolosamente il rischio che si ripeta, tristemente nella realtà, quanto accade nella finzione cinematografica al cavallo di Totò. Credendo che quel quadrupede potesse sopravvivere solo facendogli bere acqua, un giorno lo trova morto di inedia. Passi per l’equino di cinematografica memoria, ma che l’apparato industriale occidentale possa essere compromesso dalla follia umana è un’ ipotesi che non deve trovare collocazione nemmeno nei ragionamenti per assurdo. Tenendo presente i governi che, se fin quando c’è vita c’è speranza, altrettanto succede per le aziende, fin quando i cancelli restano aperti.