di Emilia Ferrara
Venerdì 16 novembre la prima al Teatro Sannazzaro di Napoli dello spettacolo di Pere Riera con Stefania Rocca, Andrea de Goyzueta e Fabrizio Vona per la regia Luciano Melchionna.
Lo spettacolo sarà in scena ancora sabato alle ore 21 e domenica alle ore 18.
La storia inizia con un’apparente calma, ma poi comincia a prendere forma e grazie anche alle musiche e alle luci di scena imnesca negli spettatori tanto patos.
La giornalista più prestigiosa del paese affronta l’intervista più difficile della sua carriera: un faccia a faccia con il Presidente del governo, presumibilmente coinvolto in un crimine aberrante. L’astuto segretario stampa del Presidente farà tutto il possibile per convincere l’intervistatrice a dubitare di sé stessa, prima di tutto. Il pubblico riuscirà a conoscere la verità?
“Tener duro e non perdere la calma.” “E neanche la Dignità.” (se possibile) “Questa è la chiave.”
“Un gioco raffinato, una partita a scacchi esclusivamente tra re, cavaliere e torre avversaria tra declinazioni di potere, strategie prive di scrupoli e il giudizio calato dall’alto, con chirurgico e amabile cinismo, da parte di chi afferma sia impossibile sporcarsi le mani. Il tutto condito da accuse di molestie, ambiguità, rovesciamento delle dinamiche e dei ruoli, ricatti e amletiche scelte tra carriera e famiglia. La politica e i mass media a confronto: chi si salverà? Chi riuscirà a dimostrare o a far credere di essere immacolato? Dov’è il male, dov’è il bene in questa giungla ormai priva di riferimenti e valori, dove l’unico criterio valido, tra scivolate e colpi bassi è la selezione naturale e dove la sopravvivenza dei prescelti è delegata a qualche voto in più e allo share? Come riuscire a portare a termine la partita e magari vincere onestamente, senza per forza finire nella categoria ‘onnivora’ degli “squalificati”? Ai posteri l’ardua sentenza? No. Sta a noi, qui e ora, scegliere di ricominciare a rispettare le regole, così da non sentirci per il resto della vita dei bluff. Collusi oltretutto. Vittime e carnefici di noi stessi, prima di tutto”, spiega Luciano Melchionna.
In scena sul finale sono state messe e due gigantografie con relative frasi di due grandi menti.
Anna Stepanovna Politkovskaja: “l’unico dovere di un giornalista è dire quello che vede” ed “La libertà senza la giustizia sociale non è che una conquista fragile”, Sandro Pertini.