Psr: budget di 1,8miliardi
Priorità a giovani e export

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Ammontano a circa 1.836 milioni di euro, su un totale di 10.429.710.767 euro, le risorse pubbliche disponibili per il Piano di sviluppo rurale 2014-2020 della Campania, Ammontano a circa 1.836 milioni di euro, su un totale di 10.429.710.767 euro, le risorse pubbliche disponibili per il Piano di sviluppo rurale 2014-2020 della Campania, che ha archiviato la vecchia programmazione evitando il disimpegno automatico dei fondi per circa 16 milioni di euro in quota Feasr e 26 in quota totale. Obiettivo della nuova agenda è quella si sostenere la competitività delle Pmi attraverso filoni di interventi diversificati. Almeno sei quelli individuati dalla Regione e sui quali saranno orientati i prossimi bandi: favorire le imprese dei giovani agricoltori e la loro tenuta sul mercato interno ed estero; migliorare l’efficienza tecnologica intervenendo sugli standard qualitativi e di processo e sulla riduzione dei costi; puntare sul concetto di “competitività in senso globale”, intervenendo oltre che sulle attività produttive agricole e forestali, anche sui processi di diversificazione delle attività d’impresa; favorire forme di riconversione produttiva verso comparti no-food in aree caratterizzate da problemi di natura ambientale; favorire iniziative finalizzate a perlustrare nuovi mercati e nuovi processi tecnologici (dalla bioeconomia al turismo, dall’energia ai servizi pubblici), valorizzare le produzioni di qualità, e favorire la diffusione di processi di certificazione a garanzia della salubrità e dell’origine. “La nuova programmazione ci mette nelle condizioni di accompagnare gli imprenditori in un percorso di innovazione evalorizzazione delle nostre produzioni di eccellenza, sia suimercati nazionali che internazionali”, spiega il presidente del Consiglio regionale Pietro Foglia. Che individua in qualità delle filiere produttive locali e rilancio dell’occupazione le principali linee guida da seguire per la spesa del Psr. “Con la nuova programmazione – spiega Foglia – mettiamo in campo azioni per migliorare l’efficienza tecnologica, favorendo l’incontro tra imprenditori e mondo della scienza all’interno delle filiere produttive, in una logica di distretti rurali e agroalimentari di qualità, riconosciuti dalla legge regionale 28 dell’8 agosto 2014. In particolare, interverremo nel distretto castanicolo, per affrontare al meglio le questioni fitopatologiche ed economiche ancora aperte, ed avviare il rilancio della produzione; nonché nel distretto del legno, non solo in una prospettiva energetica, ma anche come opportunità di rilancio degli impianti forestali per un più moderno e sostenibile uso bioedilizio”.