“L’Italia, per i lavoratori, è un paese a sovranità limitata”: lo ha detto Mara Malavenda in occasione dell’assemblea operaia nazionale svoltasi stamattina nella sala del consiglio comunale di Pomigliano d’Arco. Nelle sue parole il no secco alla “contrattazione sindacale abusiva del nuovo millennio”, sì all’affermazione del “diritto esigibile dei lavoratori alle libertà sindacali” attraverso il patto federativo nazionale tra Slai cobas e SlaiProlCobas, il controllo sui finanziamenti pubblici alle imprese private che chiudono, spezzettano le aziende, licenziano e delocalizzano e la repressione delle condotta antisindacale.
“Ancora oggi, a ben 70 anni e 4 mesi dalla sua entrata in vigore – dice Malavenda la Carta Costituzionale, che è insieme legge fondamentale dello Stato e vertice gerarchico di ogni fonte dell’intero ordinamento giuridico Italiano, rimane disapplicata rispetto alle disposizioni dell’art. 39 della Costituzione che prevede l’obbligo di registrazione (per la verifica della democrazia sindacale) come condizione indispensabile per la sottoscrizione di accordi e contratti a norma di legge”. Per la sindacalista “l’intero sistema delle relazioni sindacali è abusivo ed in evidente contrasto costituzionale, e quindi non può arrogarsi alcun diritto contrattuale paralegislativo, accordi sindacali con effetti di legge erga omnes, né tantomeno in danno sociale dei diritti collettivi e soggettivi dei lavoratori dipendenti”.