Prima e dopo il lockdown, viaggio nell’Io di Rosa Mancini: La fragilità è bellezza

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in foto le opere di Valentina Guerra per illustrare il nuovo libro di Rosa Mancini

di Rosina Musella

E’ stato pubblicato il 15 marzo scorso “Il contrario di tutto”, secondo libro di Rosa Mancini, autrice napoletana e fondatrice dell’Associazione Culturale Poesie Metropolitane, che esordì nel 2016 dando alle stampe il romanzo “Monologo di un abbandono”.
Il libro, edito LFA publisher, racconta del viaggio attraverso la consapevolezza dell’Io che, dapprima soffocato dal proprio Ego, arriva a sbocciare, dopo un momento di sospensione e silenzio che ricalca ciò che stiamo vivendo dall’inizio della pandemia. Questo viaggio si struttura attraverso tre sezioni: il Mondo di Prima, il Mondo Sospeso e il Mondo di Oggi, in cui sono inserite opere in prosa, componimenti poetici e un racconto autobiografico relativo al primo lockdown della Mancini. Nell’opera sono presenti anche illustrazioni inedite: una nata dal pennello di Otarebill che colora la copertina, e altre quattro, che introducono le diverse sezioni del libro, realizzate da Valentina Guerra. Queste ultime rappresentano il viaggio del cuore e la sua metamorfosi attraverso questi tre spazi, diventando, da cuore sepolto sottoterra, un coloratissimo cuore-fiore che sale in superficie e fiorisce.
I nostri microfoni hanno raggiunto Rosa Mancini per farci raccontare de “Il contrario di tutto”. Leggete qui di seguito la sua intervista.

Cosa racconta “Il contrario di tutto”?
Il libro rappresenta il viaggio dell’Io in sé stessi e nel mondo.
Nel primo spazio, Il Mondo di Prima, troviamo un Io ingabbiato e sepolto dalle sue umane fragilità, che si dispera e non ascolta gli altri.
La seconda parte, Il Mondo Sospeso, richiama la dimensione di sospensione vissuta con il lockdown. Qui, l’Io entra a contatto con il silenzio e gli spazi chiusi in cui è costretto a vivere ed ha un confronto con i propri fantasmi e i propri limiti. Ciò fa sì che la sofferenza si trasformi da individuale a comunitaria, spingendo l’Io a cercare conforto nell’altro.
Nella terza parte, dopo essere rimasto chiuso in casa per molto tempo, l’Io ha bisogno di uscire e attraversare il mondo che fino a poco prima ha dovuto chiudere fuori. Decide così di camminarvi attraverso per conoscerne la nuova bellezza, che viene descritta dai componimenti che costituiscono questa sezione e che ho realizzato a seguito di un’esperienza vissuta lo scorso ottobre.
Nel Mondo Nuovo si esprime la purificazione dell’Io dall’egoismo e la sofferenza e siamo invitati a capire che la fragilità è bellezza e che noi non siamo esseri invincibili, ma mortali. Proprio per questo dobbiamo valorizzare il territorio che ci circonda e che continuerà ad esistere anche dopo la nostra morte.
Questo concetto mi ha spinto a legare la pubblicazione ad un progetto per il sociale: le presentazioni, sia online che dal vivo, saranno organizzate insieme ad alcune associazioni che si occupano della valorizzazione del territorio e parte del ricavato delle vendite verrà ad esse devoluto.

Il suo approccio creativo cambia a seconda che scriva prosa o poesia?

No, assolutamente. Entrambe le forme mi aiutano a liberarmi. Io vedo la scrittura come il dipingere un quadro: prima si aggiungono tutti i colori, poi la tela ha bisogno di asciugarsi per far sì che il dipinto prenda forma e mostri i propri dettagli. Questo è quello che accade con la scrittura. Si butta fuori per un’esigenza, poi ovviamente il testo va revisionato per limarne i dettagli, ma la forma presa dalle parole che scrivo cambia a seconda del momento. Sono io a seguire ciò che decide di venir fuori, non il contrario.

Alcuni componimenti sono stati ispirati da un’esperienza che ha fatto lo scorso ottobre. Di che si tratta?
Fu un cammino solidale a cui presi parte. Ho vissuto la mia prima esperienza di trekking a giugno scorso e da quel momento mi sono innamorata di questa attività, che vedo come una sorta di meditazione. Camminare in mezzo alla natura mi depura e mi aiuta a discostarmi dal mio tema solito, ovvero l’amore.
Il cammino solidale organizzato da Meta Adventures, però, mi ha davvero cambiato. Per quattro giorni abbiamo attraversato il Cilento, camminando per cinquanta chilometri con appresso solo uno zaino e una tenda, dormendo nei boschi e lavandoci nelle docce sulle spiagge. Questa esperienza mi ha permesso di avere un contatto totale con la natura, trasmettendomi pace e serenità, sensazioni che ho voluto trasportare nel libro, perché a mancare era proprio questa nuova consapevolezza che avevo acquisito. Questo cammino mi ha fatto capire che ognuno di noi può aver sofferto, ma alla fine su questa Terra siamo passanti, viaggiatori. L’immortalità spetta al mondo, non a noi, quindi il nostro compito in questa vita è cibarci della sua bellezza e tutelarla.