Premier donna, riduzione dei parlamentari e governo eletto: tante novità nel dopo Draghi

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in foto la stretta di mano tra il premier uscente Mario Draghi e il nuovo presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Palazzo Chigi (Imagoeconomica)

Giornata convulsa quella di domenica per la Primo Ministro Meloni. L’articolo declinato al femminile vuole essere un omaggio al genere femminile, quindi è da interpretare come un complimento. La signora Premier non si è risparmiata minimamente per l’intera giornata, tant’è che subito dopo il giuramento di fedeltà alla costituzione suo e dei ministri da lei scelti, ha riunito il loro primo consiglio. I lavori sono durati il tempo necessario a salutarsi e poco più. A sera, fuori programma, la Capo del Governo ha incontrato informalmente il presidente francese Macron, che in questi giorni è a Roma su invito della comunità di Sant’ Egidio. È stato un bel colpo, il suo, per approcciare Macron, stante il fatto che a distanza si erano scrutati, seppure virtualmente, non in cagnesco ma quasi. Alla fine del meeting improvvisato, entrambi avevano sul volto l’espressione di chi pensa: “mi aspettavo di peggio”. Il primo cittadino francese in precedenza aveva incontrato il Presidente Mattarella e si è notato, senza rischio di errore, che l’ intesa tra i due statisti sta diventando sempre più forte. Di questi tempi è rara avis, dovendo assistere gli europei a giochi di equilibrio per quanto si riferisce alle intese dei loro leader al limite dell’incredibile. A proposito dei rapporti personali tra le alte cariche all’interno del Paese, sia Draghi che Meloni hanno dato prova di insuperabile nonché classica “italianità” nel passaggio delle consegne. Il Premier uscente ha colloquiato con quella subentrante con un comportamento simile a quello di un padre nei confronti di una figlia e in maniera corrispondente si è comportata anche la neo incaricata.Tale modo di agire non sarà sfuggito di sicuro agli osservatori stranieri. Quegli stessi saranno stati in pochi a interpretare quel modo di agire come un atteggiamento costruito o di facciata, in molti invece a apprezzarne l’autenticità, ricordando e confrontando con quanto è accaduto pochi mesi orsono. La signora commissario Von der Leyen, recatasi in Turchia in visita ufficiale al Presidente Erdogan, si accorse che per lei non era stata preparata una sedia, nè qualcuno si attivò per riparare, aggiungendola al momento. Quando si dice cose turche..! C’è stato un particolare prima della consegna della campanella particolarmente significativo sotto diversi punti di vista: la consegna di una cartella da parte di Draghi a Meloni contenente una sorta di viatico. Era stato preparato da chi stava lasciando il posto di comando della nave Italia alla giovane e meno esperta subentrante a lui, per evitarle di fare il maggior numero di errori possibile. Anche per far perdere a lei e alla sua squadra il minor tempo possibile nel riallacciare i fili del lavoro da completare, stante il fatto che al momento l’imperativo categorico è di perderne il meno possibile. Questo modo di agire in campagna è definito “con creanza”, spagnolismo resistito al Sud dopo le presenze invadenti dei cugini che vivono sulle sponde del mar Iberico. Vale a dire con garbo, cioé fatto con lo spirito di rendere più agevole il lavoro alla neofita, in modo che possa fare ancora meglio. Anche questo è senso dello stato e non solo dovere asettico, da compiere in misura qb, quanto basta e subito passare oltre. Non è cosa poco utile, se ci si sofferma a riflettere quante situazioni nuove o riprese dopo tanto tempo si troverà di fronte l’attuale esecutivo. Partendo dall’ altro ieri, dopo circa dieci anni l’Italia ha un governo di diretta emanazione popolare. Il numero dei parlamentari è all’esordio della sua compagine in versione ridotta e, a capo dello stesso, per la prima volta c’è una donna giovane eppure dalla lunga militanza politica. Fatto mai avvenuto prima dal dopoguerra, la Primo Ministro ha formato un governo caratterizzato da un deciso orientamento politico a destra, con tutti i pro e i contro che tale connotazione inevitabilmente comporterà. Dovrà agire, la neo premier, usando il più possibile il bisturi e la bilancia di precisione, evitando accuratamente di far ricorso all’ascia e alla stadera. Volendo essere realisti fino in fondo, sia lei che i suoi ministri dovranno sentirsi poco più che in libertà vigilata e non è certamente quello attuale il momento per aggrovigliarsi in dispute accademiche o quasi. Nel villaggio, per verificare la validità del saper fare di qualcuno che lo dichiara ostinatamente, si usa dire: “se sei campana, suona!”. Le prove per dimostrare le capacità della Prima Donna- non è il caso di usare anglismi -e del nuovo esecutivo non mancano nè mancheranno. Non resta altro che augurarsi che quelle campane suonino e lo facciano all’ unisono. Tenendo anche conto che tra due mesi sarà Natale e lo stesso difficilmente sarà ricordato con nostalgia.