Porto di Napoli, verso il voto su decadenza Conateco

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Dopo l’ingiunzione di pagamento per canoni non corrisposti per circa 12 milioni e mezzo di euro da parte della Conateco, l’assemblea di Comitato dell’Autorità portuale di Napoli voterà giovedì 16 luglio la fine della concessione degli spazi in affitto e la revoca dell’autorizzazione dell’esercizio d’impresa. Si profila un’ipotesi fino a poco tempo fa remota, ovvero l’abbandono dello scalo portuale napoletano di uno dei colossi del terminal container. Intanto oggi, lunedi 13 luglio, i lavoratori del terminal Conateco scioperano contro la cassa integrazione di 101 dipendenti. Ci sono le quattordicesime da pagare, l’ipotesi di un taglio medio in busta paga di 250 euro, e la riduzione dei turni settimanali. “Per gli operai la riduzione in busta paga è maggiore” fa sapere Antonio D’Auria della Filt-Cgil, che spiega come “le condizioni lavorative sono peggiorate, e la Regione, che ci dovrebbe supportare, non si è fatta ancora sentire“. “La Conateco ha sempre onorato i suoi debiti, pagato le maestranze e retto sulle sue spalle la credibilità e competitività del porto di Napoli“‘ osserva l’amministratore delegato Pasquale Legora De Feo.

Non solo Conateco

Le difficoltà Conateco non sono le uniche del porto partenopeo. Ieri, 12 luglio, è scaduta la cassa integrazione per circa 35 lavoratori di un altro terminal container, Soteco. Trentacinque sono i dipendenti traballanti della Sepn (rifiuti), che attende il rinnovo della concessione. In scadenza di cassa anche 14 dipendenti Interporto Sud Europa (ex Ferport. Senza ammortizzatori sociali oltre dieci lavoratori di Porto Fiorito, quasi 20 quelli di Stabia Porto in mobilità.