Pomodoro San Marzano patrimonio culturale nazionale, la proposta approda in parlamento

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In foto Tommaso Romano, presidente del Consorzio di tutela del pomodoro San Marzano
Mercoledì 13 febbraio si è tenuta, presso la XIII Commissione “Agricoltura” della Camera dei Deputati, l’audizione dei rappresentanti dell’Osservatorio dell’Appennino Meridionale e del Consorzio di Tutela del pomodoro San Marzano dell’Agro Sarnese-Nocerino Dop per l’esame della proposta normativa finalizzata al riconoscimento del pomodoro San Marzano come patrimonio culturale nazionale, audizione che replica quella già depositata nel corso della passata legislatura. Per l’Osservatorio dell’Appennino Meridionale è intervenuto Luigi Cerciello Renna, estensore del testo normativo all’interno del gruppo di lavoro istituito dall’Osservatorio con sede nel Campus universitario di Fisciano (Salerno); il relatore, dopo aver ricordato che la norma oggi al centro del dibattito in sede referente è frutto del lavoro originato dal protocollo di intesa siglato anni addietro tra l’Osservatorio e il Consorzio di tutela, ha sottolineato la necessità di un’accelerazione del percorso per l’approvazione dello schema di legge che consentirebbe di allineare il parlamento alla coscienza sociale del valore culturale espresso dal pomodoro San Marzano Dop. Cerciello Renna ha poi evidenziato il favorevole impatto economico che deriverebbe dal riconoscimento del pomodoro San Marzano a tutta la filiera di riferimento, segnalando che nel il 2018 la coltivazione del pomodoro San Marzano Dop ha riguardato 150 ettari di terreno per 9.200 tonnellate prodotte, mentre quando è stata presentato per la prima volta il disegno di legge si parlava di 200 ettari di coltivato e quasi 12.000 tonnellate di prodotto. Per il Consorzio di tutela è intervenuto il presidente pro tempore Tommaso Romano, che ha ringraziato le forze parlamentari per la sensibilità e la vicinanza mostrata alla filiera e sottolineato che il riconoscimento normativo del San Marzano Dop è un provvedimento auspicato da tutti gli operatori economici coinvolti, in quanto assicurerebbe la valorizzazione di un prodotto icona dell’industria conserviera italiana.