La Campania come, se non peggio, di alcune zone particolarmente depresse della Romania e della Bulgaria: uno studio della Direzione generale per la politica urbana della Commissione europea indica infatti La Campania come, se non peggio, di alcune zone particolarmente depresse della Romania e della Bulgaria: uno studio della Direzione generale per la politica urbana della Commissione europea indica infatti nella Campania la peggior regione nel Vecchio Continente dal punto di vista istituzionale. In particolare, la commissione ha preso in considerazione l’indice di qualità dell’azione istituzionale delle sue amministrazioni locali e regionali, incrociando su corruzione, trasporti, istruzione e sanità. La Relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale, per la verità, è stata redatta a luglio, ma solo adesso è disponibile in italiano sul sito dell’Unione. Si tratta di un documento a scadenza triennale che mette a fuoco lo stato di salute delle politiche delle regioni e stabilire così se venga fatto o meno un corretto utilizzo dei fondi. Appaiono ora chiare le motivazioni per cui ad agosto l’Unione Europea aveva chiesto Governo più garanzie sulle effettive capacità di utilizzo dei fondi europei perché al Sud, e (guarda caso) in primo luogo in Campania, i ritardi negli investimenti sono enormi. Un esempio, l’ultimo in ordine temporale, ha potuto constatarlo due settimane fa il presidente uscente della Commissione Europea Josè Manuel Barroso nella sua visita a Pompei: gli enormi ritardi, a suo dire apparentemente inspiegabili, sul Grande Progetto lo hanno spinto a considerare le forti perdite subite dalla Campania a causa delle sue carenze amministrative. Il rischio che l’Europa ridimensionasse il programma dei fondi strutturali 2014-2020, facendo perdere importanti investimenti, è stato forte. Per fortuna ciò non è avvenuto, ma ora alla fortuna bisogna far seguire il lavoro delle amministrazioni.