Pietre d’inciampo, la Comunità Ebraica di Napoli ricorda i suoi deportati

602

“Il cuore grande dei napoletani, il loro calore, la loro solidarietà, dimostrataci in una giornata che, per noi ebrei, evoca gli anni bui delle persecuzioni razziali e delle deportazioni, ci permette di guardare con maggiore serenità e fiducia nei tempi futuri”, lo ha detto  la presidente della Comunità ebraica di Napoli, Lydia Schapirer, a margine della cerimonia tenutasi questa mattina per ricordare Amedeo Procaccia, Iole Benedetti, Elda Procaccia, Loris e Luciana Pacifici, Sergio Oreste Molco, Milena Modigliani, Aldo e Paolo Procaccia, i nove napoletani deportati nel campo di sterminio di Auschwitz il 30 gennaio di settantasei anni fa, i cui nomi sono incisi su altrettante pietre d’inciampo installate innanzi allo stabile dove abitavano prima di andare incontro ad un tragico destino.Sono infatti state decine le organizzazioni e i comuni cittadini che, al di là degli steccati imposti dalle logiche di appartenenza politica, hanno affollato piazza Bovio, prima, e via Luciana Pacifici, poi, per rendere omaggio a tre famiglie di ebrei, nel corso della cerimonia civile e religiosa promossa e organizzata dalla Comunità ebraica di Napoli, con il sostegno della Federazione delle associazioni Italia-Israele e della Camera di Commercio di Napoli.”Non abbiamo fatto inviti, ma siamo stati oltremodo sorpresi e anche felici di raccogliere un numero così alto di consensi intorno ad una manifestazione dai valori così alti e profondi», ha aggiunto la presidente della Comunità di via Cappella Vecchia, nello scorrere il lungo elenco di associazioni, istituti scolastici, organizzazioni sindacali, religiose e professionali che, con la loro adesione all’iniziativa, hanno voluto manifestare i propri sentimenti di vicinanza ad una minoranza religiosa di napoletani”.Particolarmente toccante è stata la funzione religiosa celebrata dal rabbino Ariel Finzi, così come commovente è stata la lettura di alcuni passi estrapolati dal volume di Nico Pirozzi “Traditi – Una storia della Shoah napoletana” letti dall’attrice Cristina Donadio, accompagnata dalle struggenti note del violino di Angela Yael Amato.
All’iniziativa promossa e organizzata dalla Comunità ebraica di Napoli hanno aderito (in ordine alfabetico):
l’Associazione Donne Ebree Italiane, l’ Associazione Nazionale Partigiani Italiani, l’Arcigay, l’associazione Cittadinanza Attiva per Napoli, la Camera di Commercio di Napoli, la CISAL,  la Comunità Valdese, la Confederazione Italiana Sindacati Autonomi Lavoratori, il Consorzio Borgo Orefici, la Federazione Nazionale Antiracket  e Antiusura, la Federazione Italia Israele,  la Federazione nazionale della Stampa italiana, la Fondazione Valenzi, il Goethe Institut Neaple, l’Ottava Municipalità Scampia Chiaiano, la quarta Municipalità San Lorenzo Vicaria Poggioreale Zona Industriale, l’Ordine degli avvocati, l’Ordine dei Commercialisti, l’Ordine dei farmacisti, l’Ordine dei giornalisti, l’Ordine degli ingegneri, l’Ordine dei medici, l’Ordine dei notai, il SAI – Segretariato attività ecumeniche di Napoli e Caserta, il Sindacato unitario giornalisti della Campania, la Uil trasporti Campania, la Uil Regionale, l’Unione Industriali di Napoli.