Piccoli interventi per la gestione del ciclo vitale della città

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Ogni località turistica ha un ciclo vitale che raggiunto l’apice, tende ad estinguersi. Ogni località ha una capacità ricettiva oltre Ia quale visitatori e popolazione locale avvertono disagio nella fruizione degli spazi urbani e naturali che condividono. Secondo alcuni studi anglosassoni sulla vita del settore turistico Il ciclo vitale delle località turistiche si può schematicamente dividere in sei fasi: esplorazione, coinvolgimento, sviluppo, consolidamento, stagnazione e declino. È importante capire che ogni stadio ha la sua soglia di ricettività, e solo tenendo ben in evidenza questi concetti generali, ed applicandoli alle singole situazioni, si può elaborare una sana ed efficace politica turistica. La ricettività è a sua volta un concetto complesso. Puo’ riferirsi all’ambiente fisco, all’atteggiamento psicologico del turista e all’accettazione sociale dei locali verso i visitatori. La capacità ricettiva fisica massima sarà raggiunta quando da una parte non sarà possibile reperire nuove sistemazioni per i visitatori, e dall’altra l’ambiente, comincerà a mostrare segni di saturazione. Fine della lezioncina. Edizione straordinaria. Lo strillone virtuale fornito da Internet comincia a diffondere dati che, se ancora non sono d’allarme, sono ormai molto vicini alla luce d’emergenza. “…Flessione del 20% del turismo campano….i dati dell’Abbac e dell’Osservatorio Otei palesano una flessione che in alcuni territori è stata anche del 20% in meno rispetto allo scorso anno. Gli operatori sperano per settembre…” Opperbacco cosa mai succede. Si intonavano inni per gli incrementi a due cifre del turismo del quale non si udiva altro che l’assordante boom. Musei, strutture alberghiere e non, tutto sembrava scoppiare per il pienone di turisti. Improvvisamente dalla marcia dell’Aida al Requiem in Re minore.
Si leggono i pareri degli operatori che, inevitabilmente, convergono tutti sulla mancanza di fondi, di energie economiche che questo e quell’ente non hanno profuso. Questo e quell’ente piccati e risentiti colpevolizzano le amministrazioni. L’eterno ping pong è ricominciato. Con la montagna di soldi che era nelle aspettative, avrebbero dovuto essere attuate politiche per il turismo (sentisentiguardaguarda), per la ripartizione di ambiti, per la gestione dell’agenzia unica del turismo e la sua promozione, insomma si sarebbero dovute creare strutture e strutturine, dare nuovi incarichi creare nuove piccole centrali di piccolo potere. Per quale progetto, indovina indovinello. Tutto qui. Il turismo fortunatamente ancora non è in crisi ma, osservando la sinusoide che descrive l’andamento dei flussi delle varie località turistiche, non sarebbe una cattiva idea cominciare a prendere le misure affinché quando inevitabilmente la stagnazione virerà verso la decadenza altre piccole realtà, siti, musei vivano la loro ascesa tenendo sempre in pari il bilancio turistico. La villa Comunale di Napoli, ex Villa Reale ex Real Passeggio di Chiaia, ex Villa Nazionale e Villa Municipale. Ex polmone verde di Chiaia con i suoi lecci, pini, palme, eucalipti su una superficie recintata di 110.000 mq. Ex per antonomasia. Simbolo di degrado sociale, culturale e politico. Con un accurata politica di gestione potrebbe cominciare la sua ascesa dopo tanti anni di degrado più o meno voluto. Tra tanti problemi non c’è che l’imbarazzo della scelta. Con un guizzo d’inventiva si potrebbe cominciare proprio dall’inizio, proprio dalle due statue che inquadrano l’ingresso da Piazza Vittoria. Una delle due fu in qualche modo stroncata da un albero che le si abbatte sopra, in una notte buia e tempestosa del 2010. Disgrazia successa, a distanza di tanti anni il moncone su piedistallo è ancora li, senza il resto-della scultura, che a sentire gli informati di turno dovrebbe giacere in qualche anfratto del cantiere della metro. Caccia al tesoro. Ah se quel cantiere potesse parlare. Ripristinare quell‘ingresso significa trasmettere l’idea di un nuovo inizio, di una pagina nuova nella travagliata storia di questo giardino. Presentare le proprie ricchezze nel modo più invogliante possibile è uno dei principi per costruire una buona politica turistica La teoria delle finestre rotte è una teoria criminologica sulla capacità del disordine urbano e del vandalismo di generare criminalità aggiuntiva e comportamenti anti-sociali. Una disgrazia può capitare. L’albero cadendo ha rotto la statua. Peccato, dispiacere, dolore. Stop. Tempo massimo un mese e la statua deve tornare al suo posto. Il messaggio per la gente altrimenti è quello di un ingresso in un luogo dove in qualche modo si fa cio’ che si vuole, senza regole, senza badare ai limiti della correttezza e del rispetto.