Il punto della mattinata. Piazza Affari accelera al ribasso appesantita dai titoli bancari su prese di profitto dopo il rally delle ultime sedute. L’indice principale Ftse Mib ora perde l’1,15% a 18.216 punti. Il cambio euro/dollaro tratta intorno a quota 1,06217 dopo che ieri la Bce ha esteso il Qe fino a fine dicembre, decidendo però di ridurre gli acquisti mensili da 80 a 60 miliardi di euro a partire da aprile. Il presidente Mario Draghi, tuttavia, ha assicurato che gli acquisti potrebbero essere nuovamente aumentati se l’outlook economico dovesse diventare meno favorevole.
In Germania le esportazioni sono cresciute a ottobre dello 0,5%. Gli analisti avevano previsto un incremento dello 0,9%. Rivisto al ribasso il dato di settembre a -1% da -0,7%. L’avanzo commerciale si è attestato a 19,3 miliardi di euro contro i 24,4 miliardi del mese precedente.
In Francia l’Insee ha reso noto che la produzione industriale nel mese di ottobre è diminuita dello 0,2% rispetto al mese precedente (consensus +0,6%), dopo la flessione dell’1,4% a settembre.
Borse asiatiche
Ultima seduta della settimana contrastata per l’Asia, che archivia comunque un’ottava in segno positivo. Non a caso l’indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, è in moderato declino ma si avvia a un progresso di quasi il 2% nelle ultime cinque sedute. Decisamente migliore la performance di Tokyo, con il Nikkei 225 che ha momentaneamente superato quota 19.000 punti per la prima volta in un anno, chiudendo poi comunque con un progresso dell’1,23% (più limitato l’incremento dell’indice più ampio Topix, apprezzatosi dello 0,84%). Andamento positivo sostenuto dal rafforzamento dello 0,40% del dollaro sullo yen (la divisa Usa è tornata a muoversi sui massimi degli ultimi 10 mesi segnati settimana scorsa). Di segno opposto invece la seduta di Seoul, con il Kospi in declino dello 0,31% al termine delle contrattazioni.
Sul fronte macroeconomico, riflettori puntati sull’inflazione della Cina, in ulteriore accelerazione al 2,3% annuo in novembre, anche se resta lontana dal target di Pechino del 3% per il 2017. Il progresso dei prezzi alla produzione è invece salito dall’1,2% di ottobre al 3,3% (performance migliore addirittura dall’ottobre 2011). E Shanghai chiude in positivo un’ottava altalenante: Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 hanno infatti guadagnato lo 0,54% e lo 0,68% rispettivamente. In frenata, invece, lo Shenzhen Composite, deprezzatosi dello 0,35% al termine degli scambi. A Hong Kong l’Hang Seng perde circa lo 0,60% (performance simile per l’Hang Seng China Enterprises Index, in flessione intorno al mezzo punto percentuale). In precedenza a Sydney l’S&P ASX 200 aveva invece segnato un guadagno dello 0,31% al termine degli scambi.
Borsa Usa
La Borsa di New York ieri ha chiuso la seduta in rialzo. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,33%, l’S&P 500 lo 0,22% e il Nasdaq Composite lo 0,44%. Tutti e tre gli indici hanno toccato nuovi massimi storici.
I dati macro attesi oggi
Venerdì 9 Dicembre 2016
16:00 USA Indice fiducia consumatori (Univ. Michigan) preliminare dic;
16:00 USA Scorte all’ingrosso finali ott.