Piazza Affari accelera dopo un avvio poco mosso

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Il punto della mattinata. Accelera Piazza Affari dopo un avvio poco mosso, sostenuta dalla buona performance di bancari e titoli del comparto energia. Il Ftse Mib guadagna lo 0,80% e il Ftse All Share sale dello 0,79%, quando anche Parigi e Francoforte sono passate in positivo: il Cac40 sale dello 0,24% e il Dax30 dello 0,17%. A2A è balzato in testa al segmento principale con un progresso del 2,52%, seguita da Ubi Banca (+2,4%), Unicredit (+2,4%), Banco Popolare (+2,3%). Bene anche Intesa Sanpaolo (+1,9%), quando resta debole Mps (-1,5%), ma in recupero dai minimi. Gli acquisti stanno premiando anche Italgas (+1,99%), ed Enel (+1,6%).

Euro ancora tonico contro dollaro, come ieri si riavvicina quota 1,08, sui massimi da metà novembre. EUR/USD al momento viene scambiato a 1,0780 circa.

Mercati obbligazionari eurozona positivi, reagisce il BTP. Il rendimento del decennale tedesco scende di 4 bp allo 0,34%, quello del BTP scende di 8 bp all’1,99% (-6 bp per il Bono spagnolo all’1,56%). Lo spread scende di 4 bp a 165.

Bancari Italia prolungano il rimbalzo dal minimo di ieri pomeriggio: FTSE Italia Banche +1,4%, EURO STOXX Banks +0,8%. In evidenza UniCredit (+1,5%), Banco Popolare (+1,5%), BP Milano (+1,5%), UBI Banca (+1,3%).

Banca MPS (-3,1%) in controtendenza su indiscrezioni di Reuters secondo cui potrebbe essere varato un provvedimento, in accordo con Commissione Europea e BCE, per una ricapitalizzazione precauzionale della banca, ovvero assistita da garanzia pubblica. La situazione è molto incerta e l’eventualità che si ricorra a questa soluzione dipende dall’evoluzione del quadro politico (le dimissioni di Renzi sono state congelate fino all’approvazione della legge di bilancio).

Fonti di stampa riferiscono di un incontro programmato per la giornata odierna tra l’a.d. di MPS, Marco Morelli, e Danièle Nouy, responsabile della supervisione bancaria della BCE. Intanto Rocca Salimbeni ha comunicato che il riacquisto con conversione dei bond subordinati ha ricevuto adesioni complessive pari a 1,029 miliardi di euro e pertanto questa sarà l’entità dell’aumento di capitale LME.

Petroliferi deboli con il greggio sotto i massimi dal 2015 toccati ieri: Tenaris (-1,2%), Eni (-0,7%), Saipem (+0,1%). Il future per consegna febbraio sul Brent segna 54,40 $/barile (da 55,31), il future per consegna gennaio sul WTI segna 51,20 $/barile (da 52,40).

Il Dipartimento dell’Economia e della Tecnologia tedesco ha reso noto che a ottobre gli ordinativi industriali sono cresciuti del 4,9% rispetto al mese precedente, risultando nettamente superiori alle stime degli analisti che avevano calcolato un incremento dello 0,6%. A settembre gli ordinativi erano diminuiti dello 0,3% (dato rivisto da -0,6%).

Tokyo in verde, il Nikkei 225 ha terminato a +0,47%. Borse cinesi incerte: l’indice CSI 300 di Shanghai e Shenzhen ha chiuso a -0,30%, l’Hang Seng di Hong Kong a +0,75%.

Borse asiatiche

I mercati asiatici hanno ripreso fiato nel corso della seduta notturna (per noi), segnando complessivamente la migliore performance giornaliera delle ultime due ottave: l’indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, ha toccato infatti un guadagno dell’1% in intraday dopo due sedute consecutive di arretramento. A sostenere i mercati sono stati soprattutto i positivi dati economici in arrivo dagli Usa.

A Tokyo, il Nikkei 225 ha chiuso con un guadagno dello 0,47% (ha fatto meglio l’indice più ampio Topix, apprezzatosi dello 0,70% al termine degli scambi), nonostante un comunque modesto recupero dello yen nei confronti del dollaro Usa. A Seoul, il Kospi ha segnato invece un netto progresso dell’1,35% al termine delle contrattazioni.

Sul fronte delle materie prime, il petrolio scivola di circa l’1% in una comprensibile correzione: il prezzo del greggio è rimbalzato di oltre il 14% dopo la conferma settimana scorsa da parte dell’Opec al tetto alla produzione deciso in settembre, anche grazie all’appoggio esterno della Russia (Mosca la prima volta dal 2001 parteciperà a una misura decisa dall’organizzazione dei maggiori produttori di petrolio). Correzione anche per rame (in declino di quasi l’1% a Londra, dopo avere toccato i massimi di 18 mesi), nichel e alluminio, mentre l’oro recupera moderatamente terreno.

E a Sydney la positiva seduta di petroliferi e minerari permette all’S&P ASX 200 di segnare un guadagno dello 0,52% in chiusura. Continua invece a soffrire Shanghai, che lunedì aveva registrato il declino più netto tra i principali indici della regione, soprattutto a causa delle tensioni innescate dalla telefonata di Donald Trump alla presidentessa di Taiwan Tsai Ing-wen. Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 hanno infatti perso lo 0,16% e lo 0,30% rispettivamente mentre è in positivo lo Shenzhen Composite, che guadagna lo 0,14% al termine degli scambi.
Hong Kong è allineata all’andamento generale dell’Asia: l’Hang Seng guadagna infatti circa lo 0,70% (poco peggio fa l’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell’ex colonia britannica per la Corporate China, che si muove intorno a un progresso di mezzo punto percentuale).

Borsa Usa

Ieri la Borsa di New York ha chiuso la prima seduta della settimana in rialzo grazie al petrolio ed ai dati macro positivi. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,24%, l’S&P 500 lo 0,58% e il Nasdaq Composite l’1,01%. L’indice delle blue chip ha toccato il nuovo record storico a 19.274,85 punti.

Il greggio (Wti) ha raggiunto i massimi degli ultimi 16 mesi a 52,42 dollari al barile.

Markit Economics ha comunicato che a ottobre l’indice PMI dei Servizi è sceso a 54,6 punti da 54,8 punti di ottobre. La rilevazione conferma dunque una stabilizzazione della crescita delle attività terziarie, su livelli massimi da un anno.

L’Institute for Supply Management ha comunicato che l’indice ISM non manifatturiero è sceso nel mese di novembre a 57,2 punti dai 54,8 punti del mese precedente. Il dato è risultato superiore alle previsioni degli economisti fissate su un indice pari a 55,4 punti.

La lettura odierna conferma il trend espansivo che prosegue ormai da 88 mesi consecutivi. 

I dati macro attesi oggi
Martedì 6 Dicembre 2016

08:00 GER Ordini all’industria ott;

09:00 EUR Riunione Ecofin;

10:30 GB Verbali BoE;

11:00 EUR PIL finale trim3;

14:30 USA Costo del lavoro finale trim3;

14:30 USA Produttività del lavoro finale trim3;

14:30 USA Bilancia commerciale ott;

16:00 USA Ordinativi industriali ott;

16:00 USA Ordini beni durevoli finale ott.