Petrone: Sforzo comune per uscire dalla crisi Una rete tra le Federazioni del Sud

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“Non abbiamo ridotto gli impieghi, ma ora occorre lo sforzo di tutti per fare uscire l’economia dal pantano della crisi”. E’ l’appello lanciato “Non abbiamo ridotto gli impieghi, ma ora occorre lo sforzo di tutti per fare uscire l’economia dal pantano della crisi”. E’ l’appello lanciato Silvio Petrone, presidente della Federazione campana delle Bcc durante l’Assemblea che si è tenuta oggi ad Avellino. Un appuntamento che è servito a tracciare un bilancio del movimento del credito cooperativo in Campania. I numeri – Il 2013 per il sistema del credito cooperativo in Campania si è chiuso con dinamiche positive in relazione alla raccolta diretta (+6,28%) e di sostanziale tenuta rispetto agli impieghi netti che restano stabili (-0,77%). Si tratta di trend percentuali molto rilevanti nel contesto complessivo nazionale e meridionale delle Bcc. Nell’Area Sud le Bcc hanno fatto segnare, infatti, un +1,3% nella raccolta diretta ed un -7,5% negli impieghi netti. A livello nazionale la raccolta si è attestata al +2,9% e gli impieghi netti hanno registrato un -5,7%. In termini assoluti il movimento campano delle Bcc ha raggiunto 3.559,5 mln nella raccolta diretta e 2.355,6 mln negli impieghi netti, con capitali e riserve a quota 476,5 mln (+4,7%). 151 sportelli – Le Bcc della Campania sono 19 con 151 sportelli operativi. I dipendenti sono 1.016 (tra cui 20 dirigenti, 190 quadri direttivi e 806 appartenenti alle altre aree professionali). I soci delle Bcc campane sono circa 40.000 con un incremento di 1.178 unità, in valore percentuale del 3,04, rispetto al 2012. Per completare il quadro analitico degli indicatori del sistema campano delle Bcc si segnale, inoltre, il dato delle sofferenze che si attestano a 136,8 mln con un incremento rispetto al 2012 del 33,11%. Gli altri crediti deteriorati ammontano a 229,4 mln registrando un incremento del 16,27%. Appello alla responsabilità – “Abbiamo proposte diversificate per sostenere lo sviluppo dei territori della Campania – dice Silvio Petrone – Ma occorre massima responsabilità da parte del movimento delle Bcc: è necessario sapersi mettere in discussione per migliorare ed assecondare il cambiamento nel segno della qualità del fare banca”. Sostegno alle imprese – “Sulla base dei dati che abbiamo presentato – aggiunge Petrone, nel corso dell’assemblea annuale della Federazione Campana delle Bcc – è possibile affermare che le Banche di Credito Cooperativo nella nostra regione hanno proseguito, pur nella difficile congiuntura negativa, nella tradizionale politica di sostegno alle imprese (soprattutto micro, piccole e medie) ed alle famiglie non contraendo gli impieghi e rafforzando il rapporto fiduciario con le comunità di riferimento attraverso l’aumento della raccolta diretta che ha superato la soglia incrementale del 6 per cento”. “Non possiamo a questo punto – aggiunge –  non mettere in campo il massimo sforzo per fare uscire l’economia campana dal pantano della crisi. Nel breve e nel medio periodo il movimento del Credito Cooperativo della Campania dovrà cogliere l’opportunità di posizionarsi in maniera centrale nell’ambito dei percorsi di sviluppo legati alla programmazione ed alla spesa dei fondi strutturali europei del ciclo 2014/2020. Ma non può bastare. Puntiamo a rendere operative vere e proprie “politiche di sviluppo dei luoghi” attraverso una nuova impostazione articolata attraverso la logica del partenariato pubblico/privato”. Cambiamento culturale – “E’ necessario però – dice Petrone – che vi sia un cambiamento culturale significativo che permei tutte le strutture del Credito Cooperativo; lo richiedono i nostri soci, le nostre comunità e i nostri territori. Oggi è richiesto a tutti di individuare percorsi da attuare nel segno del miglioramento qualitativo del fare banca, anche se questi possono apparire difficili. Servirà innanzitutto disponibilità: disponibilità all’ascolto, disponibilità a mettersi in discussione, disponibilità a percorrere strade nuove con visioni nuove ed efficaci”. “In questa prospettiva – ha concluso il suo intervento Petrone – le Federazioni Bcc del Sud e tra di esse la Federazione Campana, sono chiamate a fare rete, ad elaborare progettualità di ampio respiro tenendo conto, però, della diversificazione dei territori della Campania. Perché il modello del Credito Cooperativo non può non assumere sulle proprie spalle la responsabilità di ritagliare “su misura”, per ogni contesto locale, le proposte più adeguate alle specificità sociali e produttive delle singole province”. La piattaforma strategica – Petrone nel corso del suo intervento ha indicato le quattro “missioni” strategiche per il movimento del Credito cooperativo campano nel breve e medio periodo: lavoro e competitività dei sistemi produttivi locali; valorizzazione e tutela dell’ambiente; qualità della vita ed inclusione sociale; istruzione, formazione e competenze. La necessità di un network – “In continuità ed in piena sintonia con le linee strategiche elaborate e condivise a livello nazionale e riferite ai singoli territori del Mezzogiorno – si legge nel documento diffuso nel corso dell’Assemblea – le Federazioni Bcc del Sud (e tra di esse, naturalmente, la Federazione Campana) sono chiamate a fare rete, ad elaborare una progettualità di ampio respiro che ha come riferimento centrale un bacino potenziale di risorse – solo in quota Ue – di svariati milioni di euro, risorse destinate a raddoppiarsi con il cofinanziamento nazionale e ad aumentare ancora con la leva del Fsc (Fondo Sviluppo e Coesione)”. Petrone fa, infine, riferimento ad una recente analisi Abi/Censis, sottolineando che “il settore bancario – ed in particolare il circuito delle banche locali che storicamente è maggiormente radicato nelle singole comunità sociali ed economico/produttive – si conferma chiave di volta per valorizzare le schegge vitali che, nonostante la crisi, molti territori sono in grado di esprimere: dai distretti produttivi alle reti d’impresa, dalla manifattura tradizionale all’agricoltura più innovativa”.