Petrolio, l’incontro di Doha non convince gli investitori

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Il punto. Al momento della scrittura il Ftse Mib segna +1,12%, il Ftse Italia All-Share +0,77%, il Ftse Italia Mid Cap +0,82%, il Ftse Italia Star +1,27%. In verde i bancari: l’indice FTSE Italia Banche segna +1%.
Mercati azionari europei in rialzo: DAX +1,17%, CAC 40 +1,25%, FTSE 100 +0,8%, IBEX 35 +1,12%.
Future sugli indici azionari americani al momento a ridosso della parità. Le chiusure della seduta precedente a Wall Street: S&P 500 +1,65%, Nasdaq Composite +2,27%, Dow Jones Industrial +1,39%.
Debole Tokyo con il Nikkei 225 a -1,36%. Borse cinesi incerte: l’indice CSI 300 di Shanghai e Shenzhen termina a +0,87%, a Hong Kong l’indice Hang Seng a -1,03%. Euro in recupero contro dollaro dal minimo della notte a 1,1119 (livello più basso dall’8 febbraio). EUR/USD al momento oscilla in area 1,1170. Mercati obbligazionari eurozona in rialzo. Il rendimento del Bund decennale rispetto alla chiusura precedente cede 2 bp allo 0,25%, anche quello del BTP scende di 2 bp all’1,62%. Lo spread è stabile a 137 bp. 

Ieri i ministri di Arabia Saudita, Russia, Qatar e Venezuela hanno deciso di congelare la produzione di petrolio sui livelli di gennaio. L’incontro di Doha non ha però portato ad un taglio della produzione. Oggi il ministro petrolifero venezuelano dovrebbe recarsi a Teheran per incontrare i relativi ministri dell’Iran e dell’Iraq. L’Iraq sta producendo a livelli record, mentre l’Iran ha intenzione di aumentare l’output di molto nel 2016 dopo la rimozione delle sanzioni. 
Sul fronte macro l’indice Zew tedesco di febbraio è sceso a 1 punti rispetto ai 10,2 punti del mese precedente.

Questa sera è attesa la pubblicazione dei verbali dell’ultima riunione del Fomc, il braccio operativo della Fed, che potrebbero fornire indicazioni sulle tempistiche e modalità dei rialzi dei tassi nel 2016.

Borse asiatiche
Seduta contrastata per i mercati asiatici, che virano in negativo con la sola eccezione di Shanghai e Shenzhen, che pure avevano aperto in flessione. Rimane scetticismo sulle prospettive del prezzo del petrolio dopo che Arabia Saudita e Russia martedì, nel corso di un incontro a Doha, in Qatar, hanno raggiunto un accordo per il congelamento della produzione di petrolio ai livelli di gennaio, ma non su una riduzione dell’output (accordo che comunque necessita l’approvazione degli altri Paesi produttori). La notizia ha inizialmente spinto al recupero i corsi, anche se sui mercati asiatici i guadagni sono stati in seguito erosi, ma la performance dell’oro nero resta altalenante. 
I riflettori restano puntati anche sulle mosse della Federal Reserve, e per questo c’è attesa per la pubblicazione dei verbali dell’ultimo meeting del Fomc per valutare le possibilità di nuovi rialzi dei tassi Usa. Intanto martedì Eric Rosengren, presidente della Fed di Boston, ha predicato prudenza, sottolineando che quando in dicembre l’istituto centrale era tornato per la prima volta dal 2006 a una politica di rialzo di tassi non aveva promesso quattro aumenti nel 2016 ma solo espresso una previsione nel caso l’economia evolvesse come atteso.
La People’s Bank of China ha intanto iniettato altri 10 miliardi di yuan nel sistema finanziario del Paese portando a 40 miliardi (circa 5,5 miliardi di euro) il totale degli interventi nell’ottava, lo yen è tornato a recuperare terreno sul dollaro Usa. E questa non è mai una buona notizia per Tokyo. Dopo due sedute di guadagni, il Nikkei 225 ha perso l’1,36% (dell’1,13% è stato invece il declino dell’indice più ampio Topix). 
Sul fronte macro, in dicembre gli ordinati vi di macchinari industriali core (escludendo cioè quelli per la generazione elettrica e quelli navali) in Giappone sono tornati a crescere segnando un progresso del 4,2% su base sequenziale dopo il crollo del 14,4% registrato in novembre ma sotto al 4,7% di crescita del consensus. Su base annuale gli ordinativi sono invece calati del 3,6% dopo l’incremento dell’1,2% di novembre (e del 10,3% in ottobre), anche in questo caso peggio del calo del 3,1% atteso dagli economisti. Tra i singoli titoli, SoftBank chiude con un balzo del 5,84% (migliore performance del Nikkei 225).
Di segno opposto è stata la seduta delle piazze cinesi. Lo Shanghai Composite ha chiuso infatti con un guadagno dell’1,08% e lo Shanghai Shenzhen Csi 300 si è apprezzato dello 0,87% mentre lo Shenzhen Composite ha segnato un progresso dell’1,42% al termine delle contrattazioni. Si allinea invece alle perdite della regione Hong Kong. Avvicinandosi alla chiusura, infatti, l’Hang Seng perde poco meno dell’1% (performance simile anche per l’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell’ex colonia britannica per la Corporate China). 
Seduta negativa anche per Sydney e Seoul: l’S&P/ASX 200 e il Kospi perdono infatti lo 0,57% e lo 0,23% rispettivamente.

Borsa Usa
Inizio di settimana positivo a Wall Street. La Borsa americana, lunedì ferma per il “Presidents Day”, ieri ha chiuso in netto rialzo nonostante il calo del petrolio. Il Dow Jones ha guadagnato l’1,39%, l’S&P 500 l’1,65% e il Nasdaq Composite il 2,27%.
Le quotazioni del greggio hanno accusato una flessione dopo l’accordo tra Russia, Arabia, Qatar e Venezuela per congelare la produzione che non ha convinto gli investitori. Deludenti inoltre le cifre macroeconomiche pubblicate in giornata. L’indice Empire State Manufactoring (che misura l’andamento dell’attività manifatturiera di New York) si attesta nel mese di febbraio a -16,64 punti dai -19,37 punti di gennaio risultando inferiore alle attese degli analisti fissate su un indice pari a -10 punti. Un valore al di sotto dello zero indica che l’economia del settore manifatturiero dello stato di New York si sta contraendo. L’Indice del Mercato Immobiliare NAHB si e’ attestato nel mese di febbraio a 58 punti. Il dato risulta inferiore sia alle attese degli analisti pari a 60 punti che alla rilevazione precedente pari a 61 punti. 
Sul fronte societario ADT +47,71%. Apollo Global Management acquisterà lo specialista americano dei sistemi di sicurezza elettronica per 7 miliardi di dollari. 
Groupon +41,18%. Il colosso cinese dell’e-commerce Alibaba ha acquistato il 5,6% del capitale della società specializzata in sconti e promozioni. 
Hormel Foods +7,11%. Il gruppo alimentare ha rivisto al rialzo le stime di utile per l’esercizio 2016. I profitti sono ora attesi tra 1,50 e 1,56 dollari per azione da 1,43-1,48 dollari indicati nella precedente guidance. Nel primo trimestre l’utile è cresciuto a 235,1 milioni di dollari da 171,7 milioni mentre i ricavi sono calati del 4,3% a 2,29 miliardi. 
Goldman Sachs +1,96%. Jp Morgan ha alzato il rating sul titolo della banca d’affari a overweight. Restaurant Brands +5,69%. Il gruppo che controlla la catena di fast-food Burger King ha annunciato un utile per azione adjusted superiore alle attese (0,35 dollari contro i 29 centesimi indicati dal consensus).

Europa
Le principali Borse europee hanno aperto la seduta in rialzo. Il Dax30 di Francoforte guadagna lo 0,5%, il Cac40 di Parigi lo 0,6%, il Ftse100 di Londra lo 0,4% e l’Ibex35 di Madrid lo 0,65%.

Italia
Piazza Affari ha chiuso in ribasso una seduta dominata dall’estrema volatilità delle quotazioni del petrolio. L’indice Ftse Mib ha chiuso con un ribasso dello 0,49% a 16.957 punti. 
Nel comparto bancario gli acquisti sono piovuti sul Montepaschi, che ha mostrato un balzo del 12,06% a 0,562 euro, e sulle popolari: Banco Popolare ha guadagnato il 3,43% a 7,975 euro, Ubi Banca il 5,04% a 3,498 euro, Popolare dell’Emilia Romagna il 4,85% a 4,834 euro. 
Scivolone di Telecom Italia (-6,44% a 0,82 euro) che ha reagito male ai riscontri 2015 diffusi questa mattina insieme al nuovo piano strategico 2016-2018. Telecom Italia ha chiuso il 2015 con ricavi consolidati preliminari a 19,7 miliardi di euro, in calo dell’8,6% rispetto all’esercizio 2014. Sotto le attese l’Ebitda che nel 2015 si è attestato a 7 miliardi di euro, in calo del 20,7% rispetto al 2014 e con un’incidenza sui ricavi del 35,5% (40,7% nell’esercizio 2014). Il consensus degli analisti era per un Ebitda a quota 7,5 miliardi. Il nuovo piano al 2018 vede investimenti per quasi 12 miliardi in Italia. Il rapporto debito/Ebitda dovrebbe scendere al di sotto di 3x a fine piano nel 2018.

I dati macro attesi oggi
Mercoledì 17 febbraio 2016

00:50 GIA Ordinativi di macchinari dic;
01:00 USA Intervento Rosengren (Fed);
10:30 GB Retribuzioni medie dic;
10:30 GB Tasso di disoccupazione dic;
10:3 0 GB Variazione n° richieste sussidi disoccupazione dic;
14:30 USA Indice prezzi alla produzione gen;
14:30 USA Nuovi cantieri residenziali gen;
14:30 USA Licenze edilizie gen;
15:15 USA Impiego capacità produttiva gen;
15:15 USA Produzione industriale gen;
20:00 USA Verbali FOMC (Fed).