Petrolio, in recupero sia il Wti che il Brent

103

Il punto. Appare in leggero rialzo, stamane, la Borsa Italiana: il Ftse Mib segna +0,36%, il Ftse Italia All-Share +0,35%, il Ftse Italia Mid Cap +0,23%, il Ftse Italia Star +0,19%.

Anche i mercati azionari europei sono in verde: DAX +0,5%, CAC 40 +0,2%, FTSE 100 +0,8%, IBEX 35 +0,4%.

I future sugli indici americani sono attualmente in rialzo dello 0,2 per cento circa.

Le chiusure della seduta precedente a Wall Street: S&P 500 +0,78%, Nasdaq Composite +0,93%, Dow Jones Industrial +0,72%.

Lieve calo a Tokyo con il Nikkei 225 che chiude a -0,16%. Leggero rialzo per le borse cinesi: a Shanghai l’indice CSI 300 termina a +0,28%, a Hong Kong l’Hang Seng a +0,18%. Euro stabile sui livelli della serata di ieri contro dollaro. EUR/USD al momento oscilla in area 1,0915, poco sotto il massimo da mercoledì scorso toccato ieri a 1,0939.

Avvio in lieve calo per l’obbligazionario eurozona. Il rendimento del BTP decennale rispetto alla chiusura precedente è in rialzo di 1 bp all’1,60%, anche quello del Bund sale di 1 bp allo 0,56%. Lo spread è stabile a 104.

 

Borse asiatiche
Giornata mista per i listini dell’Asia che si muovono prevalentemente intorno alla parità, avendo eroso gran parte dei guadagni iniziali. L’influsso positivo sui mercati è stato sostanzialmente quello del petrolio: sia Wti che Brent sono in recupero dopo essere scivolati ai minimi rispettivamente dal 2008 e dal 2004 nella giornata di lunedì.

Tra le altre materie prime, l’oro si prende una pausa dopo i guadagni per il prezzo spot dell’1,4% venerdì e dell’1,2% lunedì con gli investitori che hanno ricoperto le posizioni short in vista delle festività. E, proprio in vista delle feste di fine anno, sui mercati vince la prudenza.

Nonostante tutto l’indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, registra la seconda seduta consecutiva in moderato guadagno. Dopo un lunedì di deciso progresso per Wall Street (il migliore dei tre maggiori indici Usa è stato il Nasdaq, apprezzatosi dello 0,93%), in recupero dopo due sedute di significative perdite, la giornata si è aperta in Asia in territorio positivo, ma nel corso delle ore i principali mercati si sono assestati intorno alla parità, con la migliore performance messa a segno da Seoul: il Kospi si è apprezzato dello 0,57% al termini degli scambi.

Segno negativo, invece, per Tokyo, anche se il Nikkei 225 limita allo 0,16% le sue perdite in vista della chiusura di mercoledì della Borsa per la celebrazione del compleanno dell’imperatore Akihito. Sul fronte macroeconomico, la fiducia delle Pmi del Sol Levante, dopo il recupero registrato in novembre, scivola ulteriormente sotto alla soglia dei 50 punti, che separa ottimismo da pessimismo, in cui si muove dal marzo del 2014, giusto prima dell’entrata in vigore dell’aumento dell’imposta sui consumi che ha frenato significativamente le spese dei giapponesi. Secondo il sondaggio pubblicato dalla Shoko Chukin Bank, infatti, la fiducia delle piccole e medie imprese in Giappone è calata in questo mese a 48,3 punti dai 49,9 punti di novembre. L’outlook per il mese di gennaio è per un ulteriore declino a 48,0 punti. Tra i singoli titoli, Toshiba va sempre più a fondo: la conglomerata chiude in flessione del 12,28% (lunedì aveva perso il 9,81%) dopo avere confermato le indiscrezioni del Nikkei, dichiarando di attendersi un rosso record di 550 miliardi di yen (4,15 miliardi di euro), cifra per altro superiore rispetto ai 500 miliardi (3,78 miliardi di euro) ipotizzati dal quotidiano finanziario. Si deprezza invece del 7,85% McDonald’s Japan dopo che lunedì sempre il Nikkei aveva riportato che la capogruppo Usa starebbe valutando la cessione di una quota del 15-33% del capitale per un incasso intorno a 100 miliardi di yen (760 milioni di euro).

Modesta variazione, ma in positivo, anche per Sydney, con l’S&P/ASX 200 che guadagna lo 0,15% al termine della seduta, grazie soprattutto al traino dei petroliferi (Santos chiude con un rally del 3,06%).

Più complessa la giornata per i mercati cinesi, che vanno decisamente in altalena, soprattutto per lo scettiscimo nei confronti delle misure che Pechino metterà in campo per rilanciare la corsa dell’economia. Dalla Central Economic Work Conference semestrale, secondo quanto comunicato dall’agenzia stampa Xinhua (visto che dichiarazioni ufficiali non sono arrivate), emergono obiettivi di maggiore flessibilità nelle politiche monetarie e di un ampliamento del deficit di bilancio, in modo da creare le giuste condizioni per riforme strutturali. Pechino inoltre adotterà ulteriori misure per prevenire e disinnescare i rischi finanziari nel corso del prossimo anno.

Avvicinandosi alla chiusura sono tornati in positivo comunque tutti i listini del Paese, con l’eccezione dell’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento per la Corporate China sulla piazza di Hong Kong, il cui declino è comunque davvero marginale. In modesto progresso, invece, l’indice principale dell’ex colonia britannica.

Performance simile anche per Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 mentre è di quasi l’1% il guadagno dello Shenzhen Composite.

 

Borsa Usa
A New York i principali indici hanno chiuso la prima seduta della settimana in rialzo. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,72%, l’S&P 500 lo 0,78% e il Nasdaq Composite lo 0,93%. Il mercato azionario Usa rimbalza dopo due sedute di forte ribasso. Fallisce il recupero invece il petrolio (Wti -0,03% a 34,74 dollari al barile).

L’Indice Chicago Fed National Activity nel mese di novembre si e’ attestato a -0,30 punti, da -0,17 punti registrati nel mese di ottobre.

Sul fronte societario Pep Boys +6,85%. Il miliardario Carl Icahn ha alzato l’offerta per l’acquisto del rivenditore di ricambi per auto a 16,50 dollari per azione contro i 15,50 dollari messi sul piatto in precedenza.

Comcast +0,11%. Secondo il settimanale Mail On Sunday, il gigante via cavo potrebbe lanciare una offerta pubblica di acquisto da 11 miliardi di sterline sull’emittente televisiva britannica.

Tiffany +3,67%. Jefferies ha alzato il rating sul titolo del gruppo dei gioielli di lusso a buy da hold. Microsoft +1,29%. Secondo la rivista Barron’s, il titolo del gruppo di Redmond nel corso dei prossimi 18 mesi potrebbe crescere del 30% grazie alle attività legate al cloud computing.

Walt Disney -1,08%. The Force Awakens, settimo capitolo di Star Wars, ha incassato ai botteghini 238 milioni di dollari nel weekend di debutto in Usa e Canada. Si tratta di un nuovo record. Apple +1,23%. Il gruppo di Cupertino ha raggiunto un accordo con Ericsson in merito al contenzioso in corso dallo scorso gennaio su alcuni brevetti.

Citigroup +1,13%. Secondo Bloomberg, il colosso bancario si preparerebbe a tagliare almeno 2.000 posti di lavoro a partire da gennaio. Gran parte degli esuberi riguarderebbero posizioni di middle e back office.

McDonald’s +0,9%. Il colosso dei fast-food valuta una eventuale cessione di una quota di minoranza (tra il 15% ed il 33% del capitale) della divisione giapponese. Lo scrive il quotidiano Nikkei senza citare fonti.

Tenet Healthcare +11,6%. Il titolo della catena ospedaliera beneficia degli ultimi dati governativi sugli iscritti (circa 6 milioni di persone di cui 2,4 milioni nuovi) all’assicurazione sanitaria pubblica conosciuta come “Obamacare”.

 

Europa
Le principali Borse europee hanno aperto la seduta in rialzo. Il Dax30 di Francoforte guadagna l’1%, il Cac40 di Parigi lo 0,2%, il Ftse100 di Londra lo 0,6% e l’Ibex35 di Madrid lo 0,4%. L’Ufficio Federale di Statistica Destatis ha reso noto che i prezzi alle importazioni in Germania nel mese di novembre sono diminuiti dello 0,2% su base mensile e sono scesi del 3,5% su base annuale. Le attese degli analisti erano fissate su un decremento mensile pari allo 0,2% e di un decremento annuo del 3,8%. L’indice Gfk che misura la fiducia dei consumatori in Germania si attesta nel mese di gennaio a 9,4 punti, lievemente superiore alle attese e alla rilevazione precedente, entrambe pari a 9,3 punti.

Ieri, tuttavia, la notizia della giornata è stata il tonfo della Borsa di Madrid dopo le elezioni politiche che hanno segnato la fine di quasi 40 anni di bipartitismo. Il voto ha confermato come primo partito i popolari del premier Mariano Rajoy, che non hanno però ottenuto la maggioranza assoluta e nemmeno un’eventuale alleanza con Ciudadanos sarà sufficiente a garantire la governabilità. Il rischio ingovernabilità si è riflesso anche sull’obbligazionario dove il rendimento del Bonos decennale si attesta all’1,80%, in salita dall’1,69% di venerdì scorso.

Sul fronte macro la fiducia dei consumatori dell’Eurozona di dicembre si è attestata a -5,7 punti, in lieve miglioramento dal precedente -5,9 punti.

 

Italia
ieri Piazza Affari ha chiuso intorno alla parità (Ftse Mib –0,20% a 21.199 punti) la prima seduta di una settimana “corta” per le festività natalizie. Borsa Italiana rimarrà infatti chiusa giovedì 24 e venerdì 25 dicembre.

Gli acquisti sono tornati a premiare la maggior parte dei titoli del comparto bancario: Popolare di Milano ha guadagnato lo 0,11% a 0,92 euro, Intesa SanPaolo lo 0,39% a 3,10 euro, Ubi Banca lo 0,08% a 6,18 euro, Unicredit lo 0,20% a 5,12 euro.

In rosso Enel (-1,63% a 3,85 euro) dopo aver firmato con EP Slovakia il contratto per la cessione della partecipazione detenuta in Slovenské Elektrárne (66% del capitale). La cessione avverrà attraverso il conferimento in una società di nuova costituzione (HoldCo) dell’intera partecipazione e la successiva cessione ad EP Slovakia del 100% di tale HoldCo. Il corrispettivo complessivo dell’operazione è pari a 750 milioni di euro. Con questa operazione, nel corso del 2015 il colosso elettrico ha completato la cessione di asset per un controvalore di circa 3,7 miliardi di euro, di cui 1,6 miliardi relativo ad operazioni già perfezionate.

Discesa per Eni (-1,11% a 13,35 euro) dopo l’ulteriore discesa del petrolio. Infine la maglia nera sul Ftse Mib è stata indossata da Moncler che ha lasciato sul parterre il 4,04% a 12,58 euro.

I dati macro attesi oggi

 

Martedì 22 dicembre 2015

03:00 CINA Indice anticipatore (Conference Board) nov;

08:00 GER Indice GfK (fiducia consumatori) dic;

08:00 GER Indice prezzi importazioni nov;

10:00 ITA Bilancia commerciale (non EU) nov;

14:30 USA PIL (3a e ultima stima) trim3;

15:00 USA Indice FHFA (prezzi abitazioni) ott;

16:00 USA Vendite abitazioni esistenti nov