Petrolio ai minimi da 12 anni, Dow Jones chiude a -1,60%, Tokyo ai minimi di oltre un anno

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Il punto. Borsa italiana appare in recupero, in queste prime ore di contrattazione. Al momento della scrittura il Ftse Mib segna +2,45%, il Ftse Italia All-Share +1,06%, il Ftse Italia Mid Cap +0,47%, il Ftse Italia Star +0,35%. Ieri, ricordiamo, Piazza Affari ha perso il 5,65%

Mercati azionari europei in verde: DAX +1,24%, CAC 40 +1,34%, FTSE 100 +1,57%, IBEX 35 +1,24%. 
Future sugli indici azionari americani in rialzo dello 0,4-0,5 per cento circa.
Le chiusure della seduta precedente a Wall Street: S&P 500 -1,23%, Nasdaq Composite -0,39%, Dow Jones Industrial -1,60%. 
In forte calo Tokyo, che riapre dopo la chiusura di ieri per festività, con il Nikkei 225 a -4,84%. Borse cinesi chiuse per tutta la settimana per la festività del nuovo anno lunare. Fa eccezione Hong Kong: l’indice Hang Seng termina a -1,22%.  
Euro solido contro dollaro. EUR/USD al momento oscilla in area 1,1280, in fisiologico ritracciamento dopo aver toccato ieri pomeriggio quota 1,1376, massimo dal 21 ottobre scorso.  Inizio seduta debole per l’obbligazionario eurozona. Il rendimento del Bund decennale rispetto alla chiusura precedente sale di 2 bp allo 0,22%, anche quello del BTP si incrementa di 2 bp all’1,72%. Lo spread è stabile a 150 bp. 
I bancari tentano un rimbalzo: FTSE Italia Banche +1,9%, EURO STOXX Banks +2% circa.
Positivi i petroliferi grazie al recupero del greggio dai minimi di ieri sera. Il future sul Brent oscilla sui 31,20 $/barile circa (da 29,92, minimo dal 26 gennaio), il WTI sui 27,10 $/barile circa dopo aver toccato un minimo pluriennale a 26,05.
L’indice EURO STOXX Oil & Gas segna +3% circa, a Milano Tenaris +4%, Eni +2,1%. 

Borse asiatiche
La pausa di giovedì non ha salvato Tokyo dall’ennesimo sell-off e la piazza nipponica ha segnato la peggiore performance di un’ottava in quasi cinque anni. Il Nikkei 225 ha chiuso l’ultima seduta della settimana con una perdita del 4,84% (il più ampio indice Topix ha perso invece il 5,43%) trascinato al ribasso soprattutto da i titoli di telecomunicazioni e consumer. In particolare SoftBank ha chiuso con un crollo del 9,54% dopo che il colosso delle telecomunicazioni aveva comunicato mercoledì il crollo degli utili dell’87% nel terzo trimestre dell’esercizio 2016 (in chiusura a fine marzo) a 2,28 miliardi di yen (17,6 milioni di euro). Risultato ampiamente peggiore rispetto alle attese degli analisti per 71 miliardi (550 milioni di euro).
Nei tre mesi l’utile operativo è però cresciuto del 7% a 189,55 miliardi di yen (1,46 miliardi di euro). Tokyo giovedì si era unita a Shanghai e Shenzhen (ferme per l’intera ottava per le festività del Capodanno lunare), rimanendo chiusa per il Kenkoku Kinenno Hi (celebrazione della fondazione del Giappone e della nomina del primo imperatore Jimmu), dopo le perdite del 5,40% martedì (peggiore performance giornaliera dal giugno 2013) e del 2,31% mercoledì per il Nikkei 225. Il sell-off di Tokyo è stato accompagnato da un costante rafforzamento dello yen nei confronti del dollaro. E l’apprezzamento della divisa nipponica è proseguito, sfiorando un progresso del 10% dai minimi toccati il 29 gennaio, quando la Bank of Japan (BoJ) aveva a sorpresa introdotto tassi d’interesse in negativo. Nella pausa pranzo Haruhiko Kuroda è stato visto entrare nella residenza del primo ministro Shinzo Abe e all’uscita il governatore della BoJ ha detto ai giornalisti che l’istituto centrale monitora da vicino la valuta, senza però esprimersi sul contenuto della discussione avuta con il premier.
Se lo yen si rafforza, come fa l’oro (altro bene-rifugio che giovedì era salito ai massimi dell’ultimo anno), il declino del petrolio non accenna a fermarsi. I future sul petrolio Usa sono infatti crollati ai minimi di 13 anni appena sopra 26 dollari al barile (soglia sotto cui era sceso giovedì il Wti) sulla crescita delle scorte in America e nel mondo. Su questo fronte, però, nuove speranze arrivano da una possibile apertura dell’Opec ai tagli alla produzione e infatti a Sydney i titoli del settore hanno complessivamente segnato una seduta positiva (Santos ha guadagnato il 3,61%), limitando all’1,16% la flessione dell’S&P/ASX 200 nella giornata. Peggio ha fatto Seoul, con il Kospi in declino dell’1,41% al termine delle contrattazioni. Avvicinandosi alla chiusura, invece, a Hong Kong l’Hang Seng perde circa l’1% (peggio fa l’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell’ex colonia britannica per la Corporate China, che sfiora un declino del 2%).

Borsa Usa
A New York i principali indici hanno chiuso la seduta in ribasso a causa del nuovo pesante tonfo del petrolio e dei timori di un rallentamento della crescita globale. Il Dow Jones ha perso l’1,60%, l’S&P 500 l’1,23% e il Nasdaq Composite lo 0,39%. Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata il 5 febbraio si sono attestate a 269 mila unità, inferiori sia alle attese (281 mila) che al dato rilevato la settimana precedente (285 mila unità). Il numero totale di persone che richiede l’indennità di disoccupazione si attesta a 2,239 milioni, inferiore ai 2,250 milioni attesi. Il dato, positivo, è stato oscurato dal nuovo minimo degli ultimi 12 anni del greggio (il Wti è sceso a 26 dollari al barile).
Sul fronte societario male il comparto bancario. Tra i singoli titoli Cisco Systems +9,64%. Il fornitore di apparati di networking ha comunicato per il secondo trimestre del suo esercizio il balzo dei profitti netti del 31% a 3,1 miliardi di dollari, pari a 62 centesimi per azione. L’eps rettificato è cresciuto da 53 a 57 centesimi di dollaro, a fronte di ricavi sostanzialmente invariati a 11,927 miliardi di dollari contro gli 11,936 del pari periodo dello scorso esercizio. Il consensus di Thomson Reuters era per 54 centesimi di utile e 11,76 miliardi di dollari di ricavi. Cisco ha aumentato del 24% la cedola trimestrale e il board ha anche approvato l’incremento di 15 miliardi di dollari del piano di riacquisto di azioni proprie già in corso per complessivi 97 miliardi. In seguito all’aumento, al completamento del buyback, che non ha una scadenza predefinita, mancano 16,9 miliardi di dollari.
Boeing -6,80%. Secondo Bloomberg, la Sec avrebbe avvia to una indagine sui metodi contabili del gigante aerospaziale.
Twitter -4,47%. Il sito di microblogging ha presentato risultati relativi al quarto trimestre segnati da perdite ridotte da 125,4 milioni di dollari, pari a 20 centesimi per azione, a 90,2 milioni, e 13 centesimi. L’eps rettificato si è attestato a 16 centesimi contro i 13 del consensus di Thomson Reuters. I ricavi sono rimbalzati del 48% nei tre mesi a quota 710,5 milioni di dollari, anche in questo caso meglio delle attese degli analisti per 709,94 milioni. A deludere, però, è stata la crescita degli utenti attivi mensili, aumentati del 9% rispetto a un anno prima (ma sostanzialmente invariati su base sequenziale) a 320 milioni contro i 325 milioni del consensus. Sotto alle attese anche le stime di ricavi per l’attuale trimestre a 695-610 milioni di dollari, contro 629,25 del consensus di Thomson Reuters.
Avon Products -19,38%. Il gruppo dei prodotti per la cura del corpo ha annunciato una trimestrale inferiore alle attese. Nel quarto trimestre la perdita è salita a 333,4 milioni di dollari da 330,7 milioni dello stesso periodo di un anno prima. I ricavi sono diminuiti del 20% a 1,61 miliardi. L’Eps adjusted è pari a -0,16 dollari. Gli analisti avevano previsto un Eps pari a -0,11 dollari su ricavi per 1,85 miliardi.

Europa
Le principali Borse europee hanno aperto l’ultima seduta della settimana in deciso rialzo. Il Dax30 di Francoforte guadagna l’1,2%, il Cac40 di Parigi l’1,4%, il Ftse100 di Londra l’1,1% e l’Ibex35 di Madrid l’1,3%.
In Germania, l’Ufficio Federale di Statistica (Destatis) ha pubblicato le stime preliminari del Pil relativo al quarto trimestre 2015: la crescita dell’economia tedesca rallenta rispetto ai mesi precedenti. Il dato ha evidenziato infatti un incremento dello 0,3% su base trimestrale (pari al consensus +0,3% e alla rilevazione precedente. Su base annuale la crescita si e’ attestata al +2,1% risultando superiore alla rilevazione precedente (+1,7%), ma inferiore alle attese (+2,3%). Secondo quanto riportato da Destatis, la situazione economica in Germania è st ata caratterizzata da una crescita solida e costante nel 2015, che viene confermata anche dal risultato provvisorio rilasciato a gennaio. L’indice dei prezzi al consumo è diminuito a gennaio dello 0,8% su base mensile ed è cresciuto dello 0,5% su base annuale, confermando la lettura preliminare.
In Francia L’Insee ha reso noto che l’Indice dei Salari non agricoli, che misura la variazione del numero di posti di lavoro nel corso in tutte le attività non agricole, e’ cresciuto, nel quarto trimestre 2015, dello 0,2% su base trimestrale risultando superiore alle attese e alla rilevazione precedente, fissate rispettivamente su un incremento dello 0,1% e dello 0%.
In Spagna l’istituto di statistica INE ha annunciato che l’indice dei prezzi al consumo è diminuito dell’1,9% nel mese di gennaio su base mensile ed è diminuito dello 0,3% su base annuale. I dati sono in linea con le aspettative degli economisti. L’indice armonizza to dei prezzi al consumo (HICP) è diminuito dello 0,4% rispetto al mese di gennaio 2015.
Alle 11 ora italiana saranno comunicato i dati su produzione industriale a dicembre e Pil (preliminare) del quarto trimestre della zona euro.

Italia
Altra giornata di passione sui mercati. In chiusura Piazza Affari ha perso il 5,65% a 15.773 punti. A soffrire sono state ancora una volta le banche con ribassi tra il 7 e il 9% per Unicredit, Banco Popolare e Bper.
I cali maggiori hanno riguardato Ubi Banca (-12,1% a 2,976 euro) che ha diffuso i conti 2015 con margine d’intermediazione sceso di oltre il 10%.
Forti ribassi anche per Mediobanca (-5,26%) che ha chiuso l’esercizio fiscale 2015/2016 con un utile netto pari a 321,1 milioni di euro, in crescita del 23% rispetto al corrispondente periodo dell’anno prima e oltre le attese degli analisti ferme a 310 milioni.
In territorio negativo anche Poste Italiane (-4,33% a 5,21 euro) nonostante Goldman Sachs abbia alzato il rating a buy dal precedente neutral.
Debole infine il settore oil in scia al nuovo calo del petrolio con Saipem che ha toccato i nuovi minimi a 0,3185 euro (-12%). Giù del 6% il titolo Eni.

I dati macro attesi oggi
Venerdì 12 febbraio 2016
CINA Mercati chiusi per festività (Hong Kong aperta);
08:00 GER Inflazione (finale) gen;
08:00 GER PIL (prelim.) T4 2015;
08:45 FRA Variazione n° occupati trim4 2015;
09:00 SPA Inflazione (finale) gen;
09:00 EUR Riunione Ecofin;
10:00 ITA PIL (prelim.) T4 2015;
11:00 EUR Produzione industriale dic;
11:00 EUR PIL (prelim.) T4 2015;
14:30 USA Indice prezzi importazioni gen;
14:30 USA Vendite al dettaglio gen;
15:55 USA Indice fiducia consumatori (Reuters-Univ. Michigan) (prelim.) feb;
16:00 USA Scorte imprese dic;
16:00 USA Intervento Dudley (Fed).