Petrolio, accordo in vista? A Londra i futures volano

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Il punto. La Borsa italiana si muove poco sopra la parità: il Ftse Mib segna +0,33%, Ftse Italia All-Share +0,35%, il Ftse Italia Mid Cap -0,02%, il Ftse Italia Star +0,20%.  

I mercati azionari europei sono visti in verde: DAX +0,3%, CAC 40 +0,8%, FTSE 100 +0,7%, IBEX 35 +0,6%.  Future sugli indici azionari americani in rialzo tra l’1,6 e il 2,2 per cento. 
Ieri Wall Street è rimasta chiusa per festività. Le chiusure della seduta precedente: S&P 500 +1,95%, Nasdaq Composite +1,66%, Dow Jones Industrial +2,00%.  

Lieve progresso per Tokyo con il Nikkei 225 a +0,20% dopo il +7,16% della seduta precedente. Borse cinesi positive: l’indice CSI 300 di Shanghai e Shenzhen termina a +3,07%, a Hong Kong l’indice Hang Seng a +1,08%.  
Euro poco sopra il minimo dall’8 febbraio a 1,1128 contro dollaro toccato ieri pomeriggio. EUR/USD al momento oscilla in area 1,1170.  Mercati obbligazionari eurozona incerti. 
Il rendimento del Bund decennale rispetto alla chiusura precedente sale di 2 bp allo 0,27%, quello del BTP è stabile all’1,60%. Lo spread è in calo di 2 bp a 133. 
Balzo in avanti per i petroliferi in scia al rimbalzo del greggio sulle attese per il prossimo incontro tra Russia e OPEC. Il future sul Brent oscilla sui 35,35 $/barile circa (massimi dal 4 febbraio), il WTI sui 31,00 $/barile (massimi dall’8 febbraio). L’indice EURO STOXX Oil & Gas segna +2,3% circa.

 

Borse asiatiche
I mercati dell’Asia hanno messo a segno il più elevato progresso in due sedute dal 2009 grazie alle speranze su nuovi interventi pubblici a sostegno di un’economia globale traballante e a maggiore ottimismo sul recupero dei corsi del greggio (deprezzatosi del 43% lo scorso anno), dopo che l’Arabia Saudita ha annunciato un incontro a Doha con la Russia. Notizia, quest’ultima, che ha spinto in rally del 4% i future del petrolio a Londra. Nel fine settimana Zhou Xiaochuan, governatore della People’s Bank of China (PboC, l’istituto centrale di Pechino), aveva espresso ottimismo sottolineando che Pechino ha ampia liquidità per i pagamenti e per difendere la stabilità. E i dati macroeconomici hanno confermato il suo ottimismo. In gennaio le banche cinesi hanno infatti erogato prestiti per la cifra record di 2.510 miliardi di yuan contro 597,8 miliardi di dicembre e a fronte dei 1.800 miliardi del consensus. 
I mercati hanno anche prestato attenzione alle parole di Mario Draghi, che lunedì ha dichiarato davanti alla commissione per gli Affari economici e monetari del parlamento europeo che la Bce è pronta a rivedere ed eventualmente riconsiderare la politica monetaria già all’inizio di marzo. Il primo risultato è stato un guadagno di circa l’1,5% per l’indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, il cui progresso sale a oltre il 5% nelle due ultime sedute, migliore performance in quasi due anni.
Lunedì Wall Street è rimasta chiusa per la celebrazione del President’s Day e dopo gli apprezzamenti intorno al 3% per gran parte dei listini europei, alla riapertura dei mercati Tokyo ha guadagnato ancora, anche se il progresso si è limitato allo 0,20% per il Nikkei 225 dopo il rally del 7,16% registrato nella precedente sessione. A Seoul, invece, il Kospi ha chiuso con un progresso dell’1,40% dopo che la Bank of Korea ha per l’ottavo mese consecutivo lasciato invariati i tassi d’interesse ai minimi dell’1,50% raggiunti in giugno. La decisione non è stata presa all’unanimità: il membro del consiglio Ha Sung Keun aveva infatti chiesto un’ulteriore riduzione. L’istituto centrale ha contemporaneamente espanso un programma di prestiti speciali alle piccole imprese per reagire al declino dell’export, alla volatilità dei mercati finanziari e a segnali di debolezza per la domanda interna.
Dopo un’apertura di ottava i n negativo per le piazze cinesi (rimaste ferme per l’intera scorsa settimana per la celebrazione del Capodanno lunare), Shanghai e Shenzhen vanno in rally. Lo Shanghai Composite ha chiuso infatti con un guadagno del 3,29% e lo Shanghai Shenzhen Csi 300 si è apprezzato del 3,07% mentre ancora migliore è stata la performance dello Shenzhen Composite, in crescita del 3,77% al termine delle contrattazioni. Avvicinandosi alla chiusura a Hong Kong l’Hang Seng guadagna oltre l’1% (mentre l’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell’ex colonia britannica per la Corporate China, sfiora un progresso del 2,5%). Seduta positiva anche per Sydney: 1,37% è infatti l’apprezzamento dell’S&P/ASX 200.

 

Borsa Usa
Wall Street ieri è rimasta chiusa per la festività del President’s Day.

 

Europa
Le principali Borse europee hanno aperto la seduta in rialzo. Il Dax30 di Francoforte guadagna lo 0,4%, il Cac40 di Parigi lo 0,7%, il Ftse100 di Londra lo 0,8% e l’Ibex35 di Madrid lo 0,6%.
Bene i petroliferi grazie al recupero delle quotazioni del greggio ed il settore auto dopo i dati sulle vendite in Europa a gennaio.

  

Italia
In apertura di ottava, ieri, Piazza Affari ha esteso i forti guadagni di venerdì mettendo a segno un altro consistente progresso, spinta sin dalla mattina dal balzo del 7% di Tokyo.

Le banche sono state anche ieri protagoniste della seduta, nonostante i trader siano restati prudenti sull’andamento del mercato, sottolineando che si tratta solo di un rimbalzo, aiutato anche dalla chiusura di Wall Street per il President’s Day.

L’indice FTSE Mib è arrivato a guadagnare in seduta fino oltre il 4%, chiude in rialzo del 3,19% dopo il +4,7% di venerdì. Anche l’AllShare è salito del 3,19%. I volumi nel finale sono stati per circa 3,1 miliardi di euro.

Il benchmark europeo FTSEurofirst 300 ha sfiorato +3% con rialzi in linea per Parigi e Francoforte.

In un paniere principale costellato soltanto di segni positivi i bancari fanno la parte del leone con l’indice settoriale italiano che ha guadagnato il 3,9% (+3,5% quello europeo). 
BPER è balzata di oltre il 10%, MPS ha superato il +9% e Banco Popolare il +7%. 
E’ rimasta distaccata, invece, UBI con un più modesto +1,4%. 
Fuori dal FTSE Mib Banca Carige è avanzata del 4,4% dopo che l’azionista Malacalza ha annunciato che presenterà una lista di consiglieri improntata “al massimo rinnovamento”.

Acquisti ci sono stati su Unipol e Unipolsai, rispettivamente a +7,7% e +5,9%. Alla scommessa speculativa su un accorciamento della catena si sono associate considerazioni sui conti 2015 ritenuti buoni e sulle attese per il nuovo business plan.

Saipem ha ridimensionato il balzo della mattinata fermandosi a +0,5%: il titolo è stato uno di quelli più massacrati da inizio anno con un calo pari a circa il 67%.

Bolzoni (+07% a 4,2 euro) è restato sotto il prezzo dell’Opa obbligatoria (4,3 euro) che sarà lanciata da Hyster-Vale Materials dopo l’acquisto della holding di famiglia che detiene il 50,4% della società.

FNM ha brillato con un +13% dopo il rinnovo della concessione per la rete ferroviaria regionale da parte della Regione Lombardia.

 

I dati macro attesi oggi
Martedì 16 febbraio 2016

10:00 ITA Bilancia commerciale (totale) dic;
10:00 ITA Bilancia commerciale (EU) dic;
10:30 GB Indice prezzi alla produzione gen;
10:30 GB Inflazione gen;
11:00 GER Indice ZEW (fiducia investitori istituzionali) feb;
14:30 USA Indice Empire State Manufacturing feb;
16:00 USA Indice NAHB (mercato immobiliare) feb;
22:00 USA Acquisti netti att. finanziarie (l/term.) dic.