Perché l’attività creditizia va resa omogenea a livello europeo

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È di queste ore un’altra conferma dei danni causati al sistema economico del Paese generati dall’utilizzo del cosiddetto superbonus. Anche altri prodotti finanziari continuano a passare sotto la lente di ingrandimento dell’organismo esterno che valuta, in luogo dei tribunali, la correttezza adoperata dagli istituti di credito nei confronti della clientela. Quasi all’unisono si sono aggiunti dettagli sul contenzioso instaurato con le banche da parte di coloro che avevano sottoscritto un mutuo prima dell’azzeramento dei tassi alla comparsa del Covid. A causa dell’incremento degli stessi, sostanziosi e a distanza ravvicinata, quei debitori hanno visto andare in fumo le ipotesi formulate per tempo sulla gestione dei loro budget per onorare puntualmente alla scadenze le rate. Come se non bastasse, la posizione dei “debitori” si è contornata di altri elementi di disagio, certamente squalificati, provocati dagli istituti di credito e dagli intermediari finanziari non bancari. Questi I fatti. Quanti gongolavano per aver contratto un mutuo o, più in generale, un prestito, quando il tasso dell’ euro era vicino allo zero, a metà dello scorso anno sono stati avvisati dai creditori che le condizioni del loro impegno erano cambiate a causa dell’inizio della risalita del tasso dell’ euro. Così aveva stabilito la Bce, dopo che la Fed, dall’altro lato dell’oceano, si era comportata allo stesso modo solo un po’ di tempo prima. Gli italiani nelle condizioni accennate in precedenza, quando hanno preso coscienza che l’invito a rivedere le condizioni sarebbe potuto essere non totalmente legittimo, hanno esposto le loro ragioni di disaccordo alla Banca d’Italia e all’Arbitro Finanziario Bancario, quest’ultimo creato a suo tempo per non ingolfare i tribunali con il contenzioso banca/clienti. È a tal punto che è venuto alla luce qualcosa che, in altri periodi non proprio recenti, sarebbe stato impossibile solo ipotizzare. Qualche spunto per rendere più a portata di mano tale novità. Sui ricorsi fatti dalla clientela sulla variazione unilaterale delle condizioni del debito, circa la metà è stata accolta. Più complessa la materia del superbonus, anche perché la legislazione che la riguarda è stata modificata più volte. È a tal punto della situazione banche/clientela che diventa inevitabile un commento sull’attività creditizia in Italia, che rimanda senza indugio alla necessità che a stretto giro venga fatto quanto occorre per rendere omogenea quell’attività, il credito, a livello europeo. Del resto se è vero che il detto “il cliente ha sempre ragione” non è al passo con i tempi, si può rendere attuale sostituendo “sempre” con “molte volte”. Anche per quanto riguarda il credito.