Perché all’economia del rispetto serve l’eutanasia dell’ereditiere

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Il Bazar delle Follie è un grande mercato dove si scambiano beni e servizi secondo la regola che è meglio appropriarsi del 90% di una piccola torta anziché ottenere il 20% di una grande. La rivalità più agguerrita per quel 90% fa premio sulla cooperazione indispensabile per la crescita della torta. Il Bazar è poi stato a lungo l’ambiente ideale per i percettori di interessi, rendite, dividendi e guadagni in conto capitale: insomma, i rentier.
Oggi il Bazar vive tempi tristi giacché la sua economia del denaro è entrata in sofferenza. Mentre il Pil aumenta di poco o nulla, intorno alla “zero virgola”, le diseguaglianze s’inaspriscono.
Al taglio della torta, i pochi che hanno già tanto s’impossessano della gran parte delle fette. Con il potere d’acquisto della maggioranza degli abitanti del Bazar che perdendo quota fa scendere la domanda di beni e servizi, la voglia di risparmiare eccede i propositi e i progetti d’investimento. Il risultato? Tassi d’interesse così bassi e pure negativi che portano all’eutanasia del rentier. Con tassi d’interesse sotto zero, costui paga il suo debitore per concedergli dei prestiti. L’egoismo non premia.
Il Bazar dovrebbe ridefinire il mercato assimilando la lezione esposta da Adam Smith nella sua “Teoria dei sentimenti morali”: che lo scopo dell’attività economica sia il rispetto verso se stessi e gli altri. Il rispetto è più che donare a fini caritatevoli; è, scriveva Smith, rendersi “partecipe delle fortune altrui” essendo per l’uomo “necessaria l’altrui felicità, nonostante da essa egli non ottenga altro che il piacere di contemplarla”. Come dire che i Signori del Bazar, i suoi grandi rentier, dovrebbero prestare attenzione ai tanti che hanno poco, riconoscerli e accattarli. È questa l’economia del rispetto che, oltre i confini del Bazar, si fa strada con l’espandersi degli scambi fuori mercato. L’economia del rispetto non si coniuga con la beneficenza praticata dai facoltosi rentier per tenere soggiogati i ceti poveri.
Nella sua Storia economica dell’Europa pre-industriale Carlo Maria Cipolla scrive: “Nella società industriale ogni bene come ogni servizio ha un prezzo e l’acquisto mediante esborso di moneta è il modo di gran lunga prevalente per ottenere il bene o il servizio desiderati. Nell’Europa pre-industriale la situazione era profondamente diversa e più si rimonta indietro nel tempo più si osserva che il dono assume un ruolo rilevante nel sistema scambi”. Si dona anche per ottenere in cambio altri doni, aggiunge Cipolla. È da questa prospettiva che possiamo cogliere le radici storiche di quella grande trasformazione del mercato nel segno dell’economia della condivisione. È con questa che si coniuga l’economia del rispetto.
Rispetto e condivisione sono risorse molto scarse nel Bazar. Se mai i suoi abitanti volessero acquisirle, il Bazar non sarebbe più tale.