In Italia 2,3 milioni di famiglie hanno almeno una persona con limitazioni gravi. Un’analisi di Cbm rivela il forte legame tra disabilità e povertà e offre spunti per promuovere inclusione e diritti negati – giovedì 28 dicembre 2023
Testo di Monica Sozzi – Responsabile della Redazione testi tecnici dell’ ASviS
Per la prima volta in Italia uno studio indaga in modo sistematico le connessioni tra la condizione di disabilità e l’impoverimento economico e culturale, per fornire informazioni utili per ideare interventi di welfare sociale e lavorativo, aumentare la consapevolezza dei diritti delle persone con disabilità e ampliare la cultura dell’inclusione.
La ricerca “Disabilità e povertà nelle famiglie italiane” (pag. 84) realizzata da Cbm Italia in collaborazione con la Fondazione Zancan e pubblicata a dicembre, mette in evidenzia come disabilità e povertà siano condizioni che si rafforzano a vicenda, contribuendo ad aumentare la vulnerabilità e l’esclusione delle persone con disabilità e delle loro famiglie.
In base ai dati Istat, l’incidenza della povertà assoluta in Italia è significativamente aumentata negli ultimi anni, raggiungendo un livello record nel 2022 con oltre 5,6 milioni di persone e 2,18 milioni di famiglie coinvolte. I dati mettono anche in evidenza come le persone con disabilità e le loro famiglie presentino un maggiore rischio di povertà o di esclusione sociale.
Lo studio di Cbm quantifica la dimensione del fenomeno della povertà tra le persone con disabilità e le loro famiglie nel corso del 2023, considerando anche le differenze territoriali, attraverso un dialogo con quasi 300 persone con disabilità residenti in tutta Italia. Tra queste, 57 persone o famiglie si sono rese disponibili per un approfondimento qualitativo.
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L’approccio partecipativo compensa l’assenza delle istituzioni
Tra i risultati più significativi emersi c’è la forte correlazione tra la condizione di disabilità e il disagio economico soggettivo percepito dalle persone coinvolte. Le risposte evidenziano anche un chiaro e generalizzato senso di abbandono da parte delle istituzioni.
La famiglia svolge un ruolo fondamentale nel sistema di welfare italiano, equiparabile o addirittura superiore a quello dello Stato, soprattutto per quanto riguarda la protezione delle persone con disabilità. In Italia, circa 2,3 milioni di famiglie hanno almeno una persona con limitazioni gravi, e queste famiglie spesso si affidano a una rete informale di aiuti, in cui la figura femminile ha un ruolo centrale.
In circa il 37% dei casi, c’è una sola persona che si occupa della cura della persona con disabilità, nel 35% dei casi sono due. In quasi un caso su quattro (23%), la madre è l’unica figura che si prende cura della persona con disabilità. Tra coloro che sono stati coinvolti nello studio, nel corso degli ultimi 12 mesi, il 44% ha frequentato un centro diurno; il 17% ha ricevuto un aiuto economico; il 16% ha beneficiato del sostegno per l’inserimento lavorativo; il 15% ha ricevuto ausili come carrozzine, deambulatori, occhiali, bastoni tattili; il 12% ha usufruito dell’assistenza integrativa scolastica; l’8% ha beneficiato del reddito di cittadinanza.
Inoltre, il 21% (29% al Centro-Nord e 16% nel Mezzogiorno) non ha ricevuto nessun altro intervento pubblico (esclusa l’assistenza domiciliare), il 49% ne ha ricevuto solo uno e il 30% ha ricevuto due o più aiuti.
Anche per questo, le famiglie spesso finiscono per mettere a disposizione le proprie competenze e capacità per supportare gli altri nella comunità, dando vita al potenziale di “concorso al risultato” che le famiglie stesse possono offrire per gestire la condizione di disabilità e povertà in modo costruttivo e fiducioso.
In quest’ottica viene infatti sottolineata l’importanza di un approccio partecipativo e di una comunicazione mirata per valorizzare le risorse delle famiglie con persone disabili. Il suggerimento è quello di di promuovere strumenti e approcci partecipati a livello locale, al fine di conoscere e condividere le risorse delle famiglie nelle reti comunitarie e istituzionali di riferimento.
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Testo di Tommaso Tautonico della Redazione ASviS –11/12/23
Quattro raccomandazioni per un futuro migliore
Nell’ultima sezione lo studio individua alcune indicazioni utili per orientare servizi e attività rivolte alle persone con disabilità e alle loro famiglie: spunti per ulteriori approfondimenti o come parte di una strategia complessiva per costruire un futuro migliore. Ecco le quattro più rilevanti:
- abbattere i “muri” che isolano: promuovere una maggiore inclusione sociale e superare le barriere che isolano le persone con disabilità e le loro famiglie;
- investire in servizi “promotori di umanità”: migliorare l’offerta di servizi socio-assistenziali e sanitari, garantendo una copertura adeguata e di qualità;
- riconoscere e valorizzare le capacità di ogni persona: spostare l’attenzione dal deficit alla valorizzazione delle capacità e delle risorse delle persone con disabilità;
- promuovere le opportunità inclusive per la vita e il lavoro: è necessario favorire l’inclusione delle persone con disabilità in tutti gli ambiti della vita, compreso quello lavorativo.
Scarica il Rapporto (pag. 84)