Nessuno ti impedisce di drogarti. Anzi, rintontito, non potrai difendere i tuoi diritti né infastidire il potere. Mettiti pure alla guida di un’auto, anche se ti hanno tolto la patente. Tanto, controlli non ce ne sono, intenti come siamo a contravvenire facili divieti di sosta. Almeno, mentre gusti l’effetto malefico della sostanza che ritieni salvifica, prendi un taxi o va a piedi. Non dico di preoccuparti delle morti che puoi causare. Non è importante la vita degli altri. Evita, però, di finire in prigione. È vero che ci rimarrai poco, non potendo la giustizia interrompere il film che stai interpretando. Ma sono guai, spese, tempo sprecato, figure di merda con i fan. Seppure per qualche giorno appena.
È la destra ad alimentare il grillismo
Se non ci fosse il ballottaggio, il M5S non governerebbe neppure un comune. Vincono se in gara col PD, come l’anno scorso a Roma e Torino. È l’odio degli elettori di destra nei confronti della sinistra a farli crescere. Dove invece vanno al secondo turno con la destra perdono. Quelli di sinistra – seppure molti comunisti e alcuni mangiatori di bambini – non si evirano per fare un dispetto alla moglie. Non si recano alle urne. Volevano addirittura istituire alle politiche lo stesso sistema, che avrebbe mandato Grillo e Casaleggio dritti a Palazzo Chigi. Piuttosto che un sindaco, a Trapani meglio il commissario. Nonostante la nostra immaturità abbiamo la sfacciataggine di lamentarci della classe politica.
L’inferno in Italia esiste solo per le vittime
Mancano i braccialetti per controllare i movimenti dei detenuti in libertà provvisoria o agli arresti domiciliari. Per ora l’attore omicida rimane in sospeso, poi lo rilasceranno. Il paradosso ricorda la vecchia storiella del diavolo tedesco che reclamizza il suo inferno esemplare e attrezzato dei meccanismi più sofisticati per la sofferenza. “Quello italiano non funziona”, avverte. “A causa di scioperi, negligenza, superficialità ogni giorno manca qualcosa”. Da noi, come in nessun altro paese al mondo, la realtà può essere una barzellette. Altrove, con l’aumento dei delitti, si costruiscono prigioni e si assumono altri operatori di giustizia. Qui si mettono in libertà i criminali. Conviene delinquere in Italia.
Anche la proprietà dei partiti passa da padre in figlio
Un tempo Casaleggio era jr. Adesso è lui il proprietario del movimento creato dal padre. Giornali e TG lo intervistano legittimandone il ruolo. Nessuno gli chiede: “Scusi, ma lei che c’entra?”. Come un dio, rimette i debiti alla Raggi e la conferma nella carica. I parlamentari scodinzolano. Anche loro sperano nella sua compiacenza. Neppure agli elettori importa la democrazia. Sperano solo in un vitalizio che contestano ai politici. Chissà se il padrone glielo darà davvero o li raggira anche lui. È incredibile, ma sono destra e sinistra a lavorare per il movimento. Chi lo aiuta a governare gli enti locali e chi esaspera la gente con anomalie e ingiustizie continue. Sembrano complici, invece sono inadeguati.
Se falliscono anche i ricchi, per i poveri non c’è speranza
C’era una volta il banchiere miliardario. Come Zio Paperone nuotava in una piscina piena di soldi. Adesso, in una società alla deriva, le banche falliscono. Com’è possibile? È forte il sospetto che i bilanci siano manipolati. Ma per evitare il blocco dell’economia lo stato è costretto a intervenire. Senza un’inchiesta, né un’indagine e nemmeno una riforma. Eppure è risaputo che dove c’è denaro c’è imbroglio. Monte dei Paschi è comunista e ne ha diritto. E le altre? Vengono rimborsati tutti, i risparmiatori e gli speculatori. Chi controlla la competenza e l’onestà dei gestori? Troppi debitori insolventi. Certo, persone che contano. Infatti, alla povera gente viene subito sequestra la casa.
I meriti dimenticati del povero Juan Carlos
Lo chiamano emerito per rispetto alla corona che ha portato. Ma è un pensionato qualsiasi, scomparso dalla scena pubblica. Il popolo, sebbene in gran parte repubblicano, riconosce in lui un suo sovrano. Eppure il parlamento non lo invita alle celebrazioni per il 40° anniversario della Democrazia, che esiste grazie a lui, che gestì il difficile travaglio della Spagna dalla dittatura alla libertà, senza uno sparo né sangue versato. Un miracolo che si dovrebbe enfatizzare maggiormente perché i giovani sappiano. Comincia male il regno di Filippo VI. Fare il re non è facile come si crede. Non dobbiamo sorprenderci se i regnanti sono tanto attaccati al trono. Non si fidano del successore, e fanno bene.
“Probabile voto in primavera, ma non escludo elezioni anticipate”
Caro Presidente, questa è una sua recente dichiarazione che appare sulla prima pagina di un quotidiano altolocato. Le sembra una notizia perspicace? Certamente, no. Dato che l’ovvia previsione non è sua, ma del mediocre che ha traslitterato le sue dichiarazioni. Purtroppo la brutta figura la fa lei e anche il paese che rappresenta. Ammetta che la Sfinge era più scaltra e dignitosa nel predire ciò che sarebbe accaduto. Non poteva rischiare di sbagliare e giocarsi la credibilità. Ma a lei chi glielo fa fare a parlare con chi, poi, la fa apparire banale? Il suo portavoce scelga i migliori per diffondere il suo pensiero. Si cominci finalmente, una buona volta, almeno dal Quirinale, a valorizzare il merito!