Pensioni, “aumentare le minime a 650 euro”

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Roma, 8 ott. (AdnKronos) – Aumentare le pensioni minime a 650 euro e aumento della no tax area; inserire gli agricoltori e i lavoratori agricoli tra le categorie di lavoratori impegnati in mansioni usuranti, per usufruire dell’anticipo pensionistico senza penalizzazioni; più risorse alla sanità e al fondo per la non autosufficienza. Sono le richieste dell’Associazione nazionale dei pensionati della Cia, in vista della prossima legge di bilancio, e contenute in un documento presentato a Gubbio in occasione della tradizionale Festa annuale. “I pensionati italiani hanno perso il 30% del potere d’acquisto in pochi anni. La nostra è una battaglia che ha valore di dignità e di giustizia sociale per tante persone e per tutto il Paese” sottolinea l’associazione.

”E’ il momento delle decisioni. I pensionati attendono dal governo una dichiarazione precisa, che dia loro la garanzia che nella nuova legge di bilancio per il 2018 vengano confermati i provvedimenti migliorativi in corso”, afferma l’associazione dei pensionati. Serve, però, ”un segnale di accoglimento delle proposte contenute nella nostra petizione, già sottoscritta da oltre 100mila cittadini”.

Il documento dell’Anp individua 8 proposte, quali priorità da sottoporre alle istituzioni: la quattordicesima mensilità spettante alle pensioni sotto i mille euro deve diventare parte integrante della prestazione pensionistica in essere; le pensioni minime (oggi 502 euro circa) dovranno raggiungere i 650 euro mensili come indicato dalla Carta sociale europea; si dovrà prevedere un ulteriore aumento della no tax area, ovvero niente tasse sulle pensioni fino al valore di tre volte le minime.

L’associazione chiede, inoltre, di modificare ancora il meccanismo d’indicizzazione delle pensioni (adottando il sistema Ipca); e bisogna inserire gli agricoltori e i lavoratori agricoli tra le categorie di lavoratori impegnati in mansioni usuranti per usufruire dell’anticipo pensionistico senza penalizzazioni. I pensionati chiedono anche di incrementare la dotazione finanziaria del Servizio sanitario nazionale e i fondi per la non autosufficienza; infine è necessario rendere attivi i servizi socio-sanitari nelle aree rurali e montane del Paese e realizzare una strategia di politica sociale, volta alla valorizzazione del ruolo attivo dell’anziano nella società.

L’incremento ricevuto a luglio, osserva l’Anp Cia, ”è insufficiente a colmare la perdita del potere d’acquisto delle pensioni, che si sono deprezzate negli ultimi anni fino al 30%”. Per gli oltre 8 milioni di pensionati che hanno un assegno inferiore ai mille euro ”serve un intervento più corposo, per risollevarsi dalla condizione di disagio sociale in cui si trovano”. Con l’aumento delle pensioni ci deve essere un recupero del sistema dei servizi sociali e socio-sanitari, che ”sono un aspetto altrettanto importante per le condizioni di vita degli anziani, soprattutto delle aree rurali e montane”.

Nei mesi scorsi l’associazione ha intensificato gli incontri con parlamentari, su tutto il territorio nazionale, illustrando loro i termini della nostra petizione popolare, sottoponendola poi anche alle maggiori cariche dello Stato. L’Anp-Cia ”proseguirà gli incontri, senza escludere ulteriori forme di mobilitazione sul piano nazionale. Perché la nostra è una battaglia che ha valore di dignità e giustizia sociale per tante persone e per il Paese”.