Pensare in libertà e comportarsi di conseguenza: non vale per tutti né dovunque

in foto re Carlo d'Inghilterra

Sarà lo stress che, complice il caldo, li rende insopportabili, certo è che quanto di negativo si pone obiettivamente e gli ostacoli che si vanno parando innanzi all’umanità, pesano di più giorno dopo giorno.Tale fenomeno in alcune parti del mondo è più marcato che in altre. Certo è che l’estate rovente appena iniziata dà già da ora l’idea che non sarà ricordata per avvenimenti rasserenanti.Ieri, in Inghilterra, sono state avviate le operazioni per il rinnovo delle Camere e, oltre a adottare un atteggiamento di comprensibile apprensione, i sudditi di Re Carlo II non potranno fare. Solo per completezza di informazione la Corona Inglese ha sotto la sua sfera di ingerenza tutti i territori di quello che fu la parte meno vicina dell’Impero, il Commonwealth. Altrettanto vale per la Francia che, tra colonie e territori d’Oltremare, vede la sua popolazione accresciuta di molto. In entrambi i casi anche il commercio è sensibilmente avvantaggiato. Nei due casi tale constatazione serve, tra le altre rilevazioni, per avere contezza, anche se approssimativa, della circolazione sul territorio “domestico”, sia dell’euro che della sterlina. Proprio in questi giorni l’attenzione del mondo della finanza è concentrata sull’ andamento di quelle importanti valute. I banchieri centrali che ne decidono le sorti, Powell e Lagarde, nell’incontro di martedì in Portogallo con i loro colleghi di più parti, sono stati entrambi sibillini. Hanno condizionato l’andamento dei tassi delle due valute a un numero e a una tipologia di variabili esogene da mettere con le spalle al muro operatori di provata esperienza e competenza. Gli stessi operatori finanziari, in quella circostanza, hanno posto ufficialmente ai due presidenti domande precise, ottenendo come risposta una serie di mezze indicazioni. Come a voler significare che gli interessati non avrebbero dovuto tener in conto, almeno nel breve periodo, variazioni al ribasso del costo di entrambe le valute. Bisogna riconoscere che ancora una volta si è avuta la conferma che le manovre di politica monetaria possono risultare opportune se e quando il problema da risolvere si prospetta di lunga durata, se è vero che dappertutto l’inflazione è lontana dall’essere ridimensionata. Se invece la manovra deve fare da argine mentre si ricerca un correttore del problematiche strutturale, quindi di economia reale, la strada dovrà essere diversa. Pertanto non bisogna farsi prendere la mano dai risultati efficienti all’inizio della somministrazione della cura. Volendo rivolgere la mente ai problemi di stretta pertinenza del Paese, si rilevano senza affanni particolari che, per quanto riguarda la realizzazione del Pnrr, essi consistono in ritardi nella spesa delle somme. È pronta la quinta rata che si potrà riscuotere quando le prime quattro saranno state utilizzate completamente. Per il momento l’estate va. Sarebbe positivo se continuasse così: almeno il settore del turismo metterebbe grano nella botte. Non sarebbero poche spighe.