Pechino spinge in negativo i mercati asiatici

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Il Ftse Mib segna -1,18%, il Ft se Italia All-Share -1,10%, il Ftse Italia Mid Cap -0,65%, il Ftse Italia Star -0,85%. Mercati azionari europei in netto calo: DAX -1%, CAC 40 -1,3%, FTSE 100 -0,6%, IBEX 35 -1,1%. Ieri sera a Wall Street l’S&P 500 ha chiuso a +0,13%, il Nasdaq Composite a +0,17% e il Dow Jones Industrial a +0,28%. I future sui principali indici USA attualmente sono in ribasso dello 0,4-0,5 per cento. Tokyo riapre dopo la festività di ieri e il Nikkei 225 chiude la seduta a -1,11% per le probabili prese di beneficio successive al rally di settimana scorsa. Fiacche le borse cinesi: a Shanghai l’indice CSI 300 termina a -0,08%, mentre a Hong Kong l’Hang Seng segna al momento -0,8%. Deboli i dati sulla bilancia commerciale a settembre con le importazioni in calo del 17,7% dopo il -14,3% di agosto. Euro in rialzo nei confronti del dollaro. EUR/USD oscilla in area 1,1390 dopo aver sfiorato, come già successo ieri mattina, quota 1,14. Nella serata Lael Brainard, membro del board della Fed e del FOMC, in un intervento a Washington ha affermato che i rischi provenienti dall’esterno dovrebbero indurre la banca centrale americana alla prudenza riguardo al rialzo dei tassi. Mercati obbligazionari europei in lieve rialzo in avvio: il rendimento del BTP decennale scende di 1 bp rispetto alla chiusura precedente all’1,67%, anche quello del Bund cede 1 bp allo 0,57%. Lo spread è quindi stabile a 109 bp. Industriali e automobilistici in netto calo con CNH Industrial (-3,2%), FCA (-2,4%), Buzzi Unicem (-2,3%), Trevi Finanziaria Industriale (-2,8%), Sogefi (-2,4%). L’indice EURO STOXX Industrials segna -1,1% circa, l’EURO STOXX Automobiles & Parts è a -2,1%. Molto deboli i petroliferi in scia alla correzione accusata ieri pomeriggio dal greggio. L’Opec ha dichiarato che i paesi che fanno parte del cartello a settembre hanno prodotto in media 31,6 milioni di barili al giorno invece di rispettare il tetto alla produzione di 30 milioni di barili giornalieri. Il future sul Brent segna al momento 50,70 $/barile dai 53,62 toccati ieri mattina, il WTI è sui 47,60 contro poco più di 50.

Borse asiatiche

La Cina rallenta ancora e spinge in negativo i mercati asiatici. A dettare i tempi dei listini è, infatti, ancora una volta Pechino. In questo caso a spingere le vendite è la pubblicazione dei dati della bilancia commerciale cinese relativa al mese di settembre. Secondo quanto comunicato dalla General Administration of Custom (l’autorità delle dogane cinesi), il mese scorso l’export è calato dell’1,1% su base annua e in yuan (contro il 6,1% di declino registrato in agosto), mentre le importazioni sono crollate ulteriormente del 17,7% (14,3% la frenata di agosto). “Considerando il lieve recupero dei prezzi delle materie prime, il calo dell’import indica un ristagno della domanda interna e, in particolare, dal punto di vista degli investimenti”, ha spiegato alla Cnbc Yang Zhao, economista di Nomura per il mercato cinese. Il 20,4% di crollo dell’import, se calcolato in dollari, è il più deciso dallo scorso mese di febbraio. Prima dell’annuncio, i nuovi interventi della People’s Bank of China annunciati nel weekend avevano contribuito a un rafforzamento dello yuan sul dollaro Usa (il più elevato guadagno percentuale in quasi un anno). Alla fine, però, i mercati cinesi sono quelli che hanno patito meno per la notizia. Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 scambiano infatti con perdite massime intorno allo 0,30% (performance non molto peggiore per l’Hang Seng di Hong Kong), mentre lo Shenzhen Composite viaggia addirittura in territorio positivo (di oltre mezzo punto percentuale). Dopo una seduta di moderati guadagni per Wall Street, Tokyo ha riaperto gli scambi (lunedì il mercato nipponico era chiuso per festività) in deciso declino e il Nikkei 225 ha fatto segnare una perdita dell’1,11% alla chiusura delle contrattazioni. Per gli analisti, com’era successo lunedì sulla piazza di Sydney, anche a Tokyo a guidare la seduta è stata soprattutto la presa di beneficio successiva al rally di settimana scorsa, ma un impatto negativo sulla giornata è arrivato anche dal forte declino del petrolio in overnight. Tra i singoli titoli da segnalare i rimbalzi (tra il 7 e il 9%) per i due big dell’elettronica Pioneer e Sharp. A Sydney, l’S&P/ASX 200, già deprezzatosi dello 0,90% lunedì, ha chiuso in declino dello 0,59% la seduta sul declino dei corsi delle materie prime (oro in primis) e ovviamente per lo stretto legame commerciale che l’Australia ha con la Cina. Moderata perdita dello 0,13% invece per il Kospi di Seoul.

Borsa Usa

A New York i principali indici hanno chiuso la prima seduta della settimana in leggero rialzo. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,28%, l’S&P 500 lo 0,13% e il Nasdaq Composite lo 0,17%. Bassi gli scambi a causa della festività del Columbus Day (banche e mercato obbligazionario chiusi). Gli investitori inoltre attendono la pubblicazione dei risultati trimestrali delle banche e di alcune società del Dow Jones in agenda questa settimana: JP Morgan, Johnson & Johnson e Intel (martedì), Bank of America e Wells Fargo (mercoledì), Citigroup, Goldman Sachs e Morgan Stanley (giovedì) e General Electric (venerdì).

Europa

Le principali Borse europee hanno aperto la seduta in ribasso. Il Dax30 di Francoforte cede l’1%, il cac40 di Parigi l’1,4%, il Ftse100 di Londra lo 0,6% e l’Ibex35 di Madrid l’1,2%. In Germania l’Ufficio di Statistica Destatis ha comunicato che l’Indice dei Prezzi all’Ingrosso (Wholesale Price Index) nel mese di settembre e’ diminuito dello 0,6% su base mensile, sotto le attese fissate su un calo dello 0,3% ma sopra il dato precedente pari al -0,8% m/m. Su base annuale il WPI e’sceso dell’1,8%, dal -1,1% della rilevazione precedente. Alle 11 ora italiana sarà annunciato l’indice Zew di ottobre. L’indicatore, che misura il morale degli investitori tedeschi, è atteso in netto calo (a 6,0 punti da 11,0 del mese precedente) a causa dello scandalo Volkswagen. Sul fronte societario Sap +4%. Il gigante dei software ha comunicato per il terzo trimestre utili operativi in crescita del 19% a quota 1,62 miliardi di euro, contro gli 1,45-1,59 miliardi del consensus di Thomson Reuters, grazie alla crescita registrata nei suoi mercati maturi. Anche i ricavi, attestatisi nei tre mesi a 4,98 miliardi, si sono rivelati migliori rispetto alle attese, seppure di poco, per 4,93 miliardi.

Italia

Piazza Affari iri ha chiuso in ribasso la prima seduta della settimana (L’indice Ftse Mib ha chiuso a 22.091 punti in calo dello 0,74%). Seduta priva di dati macroeconomici significativi e con scambi ridotti a Wall Street per la festività del Columbus Day. Il listino milanese è stato vittima di prese di beneficio dopo la brillante performance della precedente ottava con il mercato sempre attento a captare novità sulle prossime mosse delle Banche centrali. Da un lato la Fed, con i verbali dell’ultima riunione che sono stati letti in chiave attendista sul fronte tassi, dall’altro la Bce, con gli investitori che si aspettano un potenziamento del quantitative easing in salsa europea. Ieri mattina il Tesoro ha collocato Bot a 1 anno per complessivi 7 miliardi di euro con un rendimento in calo allo 0,023%. Dopo il rally della scorsa settimana il petrolio ha tirato il freno nonostante l’Opec abbia pronosticato per il 2016 il primo calo in otto anni dell’output Usa.


I dati macro attesi oggi

Martedì 13 ottobre 2015

01:50 GIA Verbali BoJ;

05:12 CINA Bilancia commerciale set;

07:00 GIA Indice fiducia consumatori set;

08:00 GER Inflazione (finale) set;

10:30 GB Inflazione set;

10:30 GB Indice prezzi alla produzione set;

11:00 GER Indice ZEW (fiducia investitori istituzionali) ott;

14:00 USA Intervento Bullard (Fed).