Pechino e greggio frenano l’Asia, occhi puntati sulla riunione dell’Opec

75

 

Il punto della mattinata. Il punto della mattinata. Piazza Affari tonica, stamane. Al momento, il Ftse Italia All-Share segna +1.03%, Ftse All-Share Capped +1.01%, Ftse Mib +10.10, Ftse Italia Mid Cap +0.61%, Ftse Italia Small Cap+0.46%, Ftse Italia Star +0.67%, Ftse Aim Italia +0.64%. 

Positivi anche gli indici delle principali borse europee. Il Dax30 di Francoforte segna +0,19%, il Cac40 di Parigi +0,32% e il Ftse100 di Londra +0.68%.

Il rendimento del Bund decennale arretra dell’1,8%.

I titoli delle agenzie, però, sono tutti rivolti sull’odierna riunione dell’OPEC a Vienna, così le attenzioni degli operatori. 
In Asia, gli indici azionari regionali hanno avuto un andamento contrastato, il Nikkei e l’Hang Seng hanno guadagnato rispettivamente lo 0,5% e lo 0,27%. L’indice composito di Shanghai e l’ASX sono invece scesi per effetto della debolezza dei prezzi delle materie prime. 

La riunione dell’OPEC in programma oggi ha generato questa settimana forte volatilità sul mercato petrolifero, facendo salire le probabilità che una decisione inaspettata abbia un effetto marcato sui prezzi. 
Al momento un taglio della produzione sembra improbabile, visti gli interessi divergenti dei membri. Stando alle ultime notizie, l’Iran e l’Iraq si oppongono alle pressioni esercitate dall’Arabia Saudita per tagliare la produzione, rendendo complicato un accordo sul taglio alla produzione. C’è, però, il rischio che l’OPEC cerchi di proteggere la sua reputazione, già intaccata, con qualche annuncio (molto probabilmente sugli ulteriori sforzi per gestire l’attuale eccedenza dell’offerta globale). Il greggio WTI si è stabilizzato al centro della fascia 42-50 USD, sono dunque possibili movimenti in entrambe le direzioni. Gli esperti però dubitare fortemente sulla possibilità di un accordo significativo. 

Ad ogni modo, il prezzo del greggio, dopo il crollo intorno al 4% martedì, è in recupero in Asia di circa l’1%. Ma sui mercati il settore energy resta tra i più sofferenti. A Sydney, non a caso, i colossi delle materie prime Bhp Billiton e Rio Tinto crollano del 4% (l’indice complessivo dei prezzi delle commodity è in arretramento di circa il 2%) mentre i petroliferi in senso più stretto perdono intorno al 3% spingendo l’S&P ASX 200 a un deprezzamento dello 0,31% in chiusura.

Borse asiaticheNella notte Tokyo aveva aperto ai massimi delle ultime due sedute ma alla fine il Nikkei 225 segna un progresso di appena lo 0,01% (l’indice più ampio Topix guadagna invece un altrettanto risicato 0,06%). 
A deprimere i corsi complessivi dell’Asia (l’indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, perde circa lo 0,20% azzerando i guadagni iniziali), sono però soprattutto timori legati alla Cina. Gli osservatori temono infatti che gli sforzi messi in atto da Pechino per sostenere la sua valuta finiscano con l’imporre una decisa stretta alla liquidità. 
In chiusura, Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 perdono l’1,06% e lo 0,73% rispettivamente. Più moderato il declino dello Shenzhen Composite, che però a differenza di Shanghai aveva chiuso in flessione le due precedenti sedute, deprezzatosi dello 0,22% al termine delle contrattazioni. In vista della chiusura Hong Kong rimane invece in positivo: l’Hang Seng guadagna intorno allo 0,30%..

Borsa Usa

La Borsa di New York ieri ha chiuso la seduta in leggero rialzo nonostante il tonfo del petrolio. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,12%, l’S&P 500 lo 0,13% e il Nasdaq Composite lo 0,21%.
Il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha reso nota la seconda stima preliminare del PIL relativo al terzo trimestre 2016, indicando una variazione annualizzata del 3,2% dal +2,9% della prima stima e dal +1,4% del trimestre precedente. 
L’indice dei prezzi al consumo del PIL, che misura il cambiamento di prezzo di tutti i beni e servizi inseriti nel PIL e rappresenta una misura chiave dell’inflazione, è cresciuto del +1,4% t/t (dato annualizzato), dal +1,5% della rilevazione precedente. La spesa per i consumi reali è aumentata nel terzo trimestre del 2,8%, dal +2,1% precedente.
L’Indice S&P/Case Shiller, che misura l’andamento dei prezzi delle abitazioni nelle 20 principali città americane, ha evidenziato nel mese di settembre un incremento del 5,1% rispetto allo stesso periodo del 2015, lievemente inferiore al consensus (+5,2%) ma in linea con la rilevazione precedente. L’indice di fiducia dei consumatori (Conference Board) a novembre è balzato a 107,1 punti dai 100,8 punti (dato rivisto al rialzo da 98,6 punti) di ottobre, molto al di sopra dei 101,2 punti attesi. 

I dati macro attesi oggi
Mercoledì 30 Novembre 2016EUR Meeting OPEC;
00:50 GIA Produzione industriale preliminare ott;
06:00 GIA Nuovi cantieri residenziali ott;
08:00 GB Indice Nationwide (prezzi abitazioni) nov;
08:00 GER Vendite al dettaglio ott;
08:45 FRA Inflazione preliminare nov;
08:45 FRA Indice prezzi alla produzione ott;
09:55 GER Variazione n° disoccupati nov;
09:55 GER Tasso di disoccupazione nov;
11:0 0 EUR Inflazione flash nov;
11:00 ITA Inflazione preliminare nov;
12:00 ITA Indice prezzi alla produzione ott;
13:45 EUR Intervento Draghi (BCE);
14:15 USA Nuovi occupati (ADP) nov;
14:30 USA Spesa per consumi ott;
14:30 USA Redditi dei privati ott;
14:30 USA Indice PCE ott;
15:45 USA Indice PMI Chicago (manifatturiero) nov;
16:00 USA Indice Pending Home Sales (mercato immobiliare residenziale) ott;
16:30 USA Scorte settimanali petrolio e derivati;
17:45 USA Intervento Powell (FOMC, Fed);
20:00 USA Beige Book (Fed).