Patologie oncologiche, a Caserta ci si ammala di meno ma si muore di più

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In provincia di Caserta ci si ammala di meno di tumore ma si muore di più. Il dato di sintesi emerge dall’insieme degli numeri relativi al triennio 2008-2010 raccolti dal Registro dei Tumori dell’Asl di Caserta e resi noti oggi al convegno “Patologie oncologiche in Provincia di Caserta” tenuto alla sala Romanelli della Reggia Borbonica. Non è stata invece ancora accertata l’esistenza del nesso causale tra la maggiore mortalità relativa in particolare ad alcune forme tumorali, come quella al colon retto e al polmone, e l’inquinamento ambientale, ovvero l’esposizione a sostanze tossiche, come quelle che vengono sprigionate dalla combustione di rifiuti, problema ancora oggi attuale nell’area compresa tra le province di Napoli e Caserta nota come “Terra dei Fuochi”. “Il prossimo obiettivo è proprio quello di trovare l’eventuale nesso eziologico” spiega Mario Fusco, responsabile del Registro dei Tumori dell’Asl Napoli 3 Sud, che ha supervisionato i lavori del pool di esperti dell’Asl di Caserta, guidato da Angelo D’Argenzio. Al momento restano dunque sotto accusa gli stili di viti dei cittadini casertani più che l’enorme situazione di degrado ambientale sul territorio accertato da forze dell’ordine e magistratura; e le uniche malattie per cui è stata individuata una causa di insorgenza scientificamente certa restano al momento solo quelle, come il mesotelioma, legato all’esposizione all’amianto. “Si muore di più nelle nostre terre – spiega Fusco – a causa anche delle diagnosi tardive dovute alla mancanza di una cultura della prevenzione, per cui spesso il tumore si scopre quando è troppo tardi; c’è poi un’eccessiva polverizzazione dei percorsi diagnostici”. “Gli ultimi dati sui controlli per il tumore della mammella – spiega il senologo dell’ospedale di Caserta Gianpaolo Pitruzzella – confermano che c’è un aumento degli screening; le donne stanno acquisendo maggiore consapevolezza”. Il Procuratore della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere Maria Antonietta Troncone, intervenuta al convegno, ha affermato che “i dati del Registro dei Tumori sono generici perché non spiegano le cause per cui una persona si ammala, ma rappresentano comunque una valida base di partenza; in una provincia come quella casertana, in cui ci sono aree molto inquinate, è però necessario incrociare tutti i dati, dai tassi di mortalità del Registro a quelli che consentano di ricostruire la storia lavorativa del soggetto, tramite le informazioni in possesso di Inps e Inail, per capire se una patologia sia effettivamente legata al degrado ambientale. Il fenomeno delle malattie professionali è sottostimato in questo territorio. E in ogni caso, pur senza sapere se c’è nesso tra malattia ed esposizione a sostanze tossiche, le aree inquinate vanno bonificate”. Il lavoro di raccolta dati dell’Asl di Caserta è iniziato nel 2013, ed è andato avanti con lentezza e tra mille difficoltà. E’ emerso che tra il 2008 e il 2010 sono deceduti per tumore 6.071 persone, di cui 3660 maschi (60,3%) e 2411 donne (39,7%); le cause più frequenti di morte tumorale sono state il cancro al polmone (30,2%), al colon retto (8,4%) e alla prostata (8,1%) per gli uomini, quello alla mammella (17,2%), al colon retto (13,1%) e al polmone (8,4%) tra le donne; il tasso di mortalità per i maschi risultano superiori con quelli italiani, del Nord, del Centro e del Sud, mentre per le donne risultano inferiori al Nord e superiori al Sud. L’analisi per età evidenzia inoltre una bassissima mortalità infantile (0,26%) mentre circa il 56% dei decessi si verifica tra i 20 e i 75 anni e circa il 44% dopo i 75 anni. Nello stesso triennio stati diagnosticati 11.940 nuovi casi di tumore maligno, 6685 tra i maschi (56%) e 5225 tra le femmine, in particolare il cancro del polmone (17,7%), delle vescica (14,6%) e del colon retto (11,4%) tra gli uomini, il cancro della mammella (27,2), del colon retto (12,3%) e dell’utero (7,4%) tra le donne. Il tasso di incidenza, ovvero il tasso di persone che si ammalano di tumore nel Casertano, è inferiore rispetto a quello dell’Italia, in particolare rispetto al Nord, perché a Caserta si fa meno prevenzione, ma è superiore rispetto al Sud, in quanto con il fenomeno della Terra dei Fuochi sono aumentati i controlli.