Circondata da un’atmosfera d’incertezza, l’innovazione si apprende esercitandosi a scuola nel gioco dell’immaginazione e della possibilità.
Scuola ludica
È un campo di gioco che esige dagli studenti pensieri creativi anziché il memorizzare. Essi dovranno assegnare priorità a una vera comprensione dei fenomeni, non all’ottenimento di punteggi più alti, e concepire modelli comuni integrando la disciplina prescelta con tutti gli altri campi di studio.
La scuola ludica è, dunque, un’opportunità imperdibile che la società e l’impresa sono chiamate a sfruttare pienamente per sviluppare le tendenze naturali all’esplorazione e alla giocosità. Attitudini che sono represse dall’insegnamento a obbedire senza riserve all’autorità, a dare risposte senza formulare domande, a svolgere compiti noiosi in modo tempestivo. Ciò che alza muri nella mente degli allievi. Ad abbatterli è il gioco che arricchisce l’immaginazione. Lo studente che s’inoltra in questo inedito territorio dell’istruzione s’inventa un percorso, apprezzando la transdisciplinarietà e la bellezza dell’imperfezione.
Incertezza
Immersi nell’età della conoscenza, continuiamo a convivere con l’incertezza che è uno stato di dubbio circa il futuro. Non possiamo aspettarci di padroneggiare tutte le variabili all’opera. La volontà dei governi e delle organizzazioni intergovernative di ridurre il grado d’incertezza ricorrendo a modelli di previsione per pianificare il futuro servendosi della conoscenza e della comprensione degli eventi passati restringe l’orizzonte dell’innovazione. Per ampliarlo c’è da familiarizzare col mondo soggettivo e qualitativo della possibilità, non con quello matematico e statistico della probabilità. ‘Non posso calcolare la probabilità che l’innovazione che ho in mente avvenga o meno, ma per quanto possa essere improbabile è possibile che essa giunga in porto e abbia successo’: nell’incertezza che ci circonda, è questo il linguaggio dell’innovatore.