L’arte e i consumi culturali racchiudono parole ereditate dal Rinascimento che ancora oggi permea i nostri modi di pensare, comunicare e interagire, in presenza di alternative nella produzione e nel consumo di beni e servizi che si presentano così spesso quanto rapidamente mutano. La generazione rinascimentale dei giorni nostri è composta da milioni di individui di età le più diverse accomunate dalla passione per l’imprenditorialità associata alla tecnologia e alla cultura: un’intersezione che ispira confidenza e incoraggiamento per propositi imprenditoriali. Tutt’altro che l’ansietà e le minacce che si è pensato che la cultura dovesse affrontare sul campo dell’imprenditorialità al sopraggiungere dell’età della riproduzione digitale dei contenuti culturali.
Arte e business
Quando i banchieri si ritrovano per cena, discutono di arte; gli artisti, invece, parlano di soldi. Attribuita a Oscar Wilde, questa riflessione fa intravedere il filo che lega l’arte al business.
L’Arte e il Business non sono poli opposti. L’impresa ha molto da imparare dalle arti, e il management è più arte di quanto comunemente si pensi. A creare l’intreccio è l’innovazione.
L’antica arte di tracciare una scrittura regolare, elegante e ornata s’incontra con la macchina automatizzata che esegue calcoli matematici ed elabora dati. Frequentando il corso del monaco trappista Robert Palladino, Steve Jobs coglie l’opportunità di coniugare l’arte della calligrafia con lo stile dei caratteri tipografici che ha contraddistinto il suo Mac.
Gli artigiani digitali del XXI secolo ci riportano alle personalità a tutto tondo e influenti del Rinascimento fiorentino. Filippo Brunelleschi è il nome di spicco, la cui famosa cupola del Duomo di Firenze è il risultato della fusione tra arte, scienza e design. Nell’Italia di oggi, sulle orme di allora procedono i nuovi artigiani il cui estro artistico nel disegnare e produrre occhiali, lampade e tanti altri manufatti del Made in Italy trova nelle stampanti a 3D lo strumento che coniuga l’intensità tecnologica con la bellezza estetica. A Trento, una piccola provincia del Nord Est d’Italia, con forti aspirazioni e impegni per l’innovazione, l’artigiano tecnologico Ignazio Pomini contribuisce alla creazione di brand nell’occhialeria (.bijouets) e nell’illuminazione (.exnovo). Come nel tempo delle botteghe rinascimentali, nel laboratorio di Pomini la contaminazione di abilità e saperi diversi trasforma una piuma in una lampada che è un vero e proprio oggetto artistico.
Consumatrice culturale
Contemporanea di Leonardo, è Isabella d’Este (1474-1539) – considerata la “prima Signora del Rinascimento”, marchesa di Mantova e patrona delle arti – la figura ideale della ‘consumatrice culturale’ che scende personalmente nelle piazze di mercato. Qui alla gente comune si aggiunge un nuovo ceto di clienti diretti, i patrizi, i quali non sono più o non solo rappresentati da loro intermediari. Isabella fa anche di più, promuovendo un nuovo canale di shopping, quello via posta, antesignano dell’e-commerce.