Competitività è una risposta all’innovazione che suona elusiva. Più pregnante di significato è la Produttività che trova una delle sue sorgenti di alimentazione nell’incontro tra Tecnologia, Tolleranza e Talento.
Competitività e produttività
La competitività è il mantra della Commissione Europea, ed è ormai un luogo comune affermare che si debba innovare per essere più competitivi.
Laura D’Andrea Tyson, Presidente del Consiglio dei Consulenti Economici al tempo dell’amministrazione Clinton, definì la competitività “la nostra capacità di produrre beni e servizi che rispondano alla prova della concorrenza internazionale mentre i nostri cittadini godono di un tenore di vita che è al tempo stesso in crescita e sostenibile”.
In uno scritto (“Competitiveness: A Dangerous Obsession”) risalente al marzo 1994 e pubblicato sul prestigioso Foreign Affairs, Paul Krugman, Premio Nobel per l’economia, sostenne che la competitività è un’ossessione pericolosa. Lo è perché si è portati a pensare, erroneamente, che un’economia sia paragonabile a “una grande azienda che compete nel mercato globale”. Argomenta Krugman: “quando diciamo che un’azienda non è competitiva, intendiamo dire che la sua posizione di mercato è insostenibile, che se non migliora le sue prestazioni, cesserà di esistere. I paesi, al contrario, non cessano l’attività. Essi possono essere felici o infelici con le loro prestazioni economiche, ma non hanno una ben definita linea di fondo del loro bilancio. Di conseguenza, il concetto di competitività nazionale è elusivo”.
C’è anche da riflettere sulla relazione tra innovazione e produttività (una sua misura è il valore aggiunto per ora lavorata). Quest’ultima dipende da tanti fattori tra i quali spicca il capitale sociale nelle sue componenti di fiducia, cooperazione e altruismo che si vanno affermando in una comunità. È il lavoro svolto dalla produttività, la sua energia, a produrre idee da cui scaturiscono innovazioni, scintille vitali di ogni miglioramento, cambiamento e progresso umano.
“T”: Tecnologia, Tolleranza, Talento
La Tecnologia come una sorta di ‘ingegneria sociale’ a servizio della diversità, la Tolleranza per il diverso e il Talento che produce nuove idee: ecco le tre ‘T’ che negli anni a venire batteranno il ritmo dell’innovazione economica e sociale. La cadenza del ritmo dipenderà dalla capacità di intrecciare le tre ‘T’ in modo tale da stringere relazioni sociali e legami imprenditoriali virtuosi tra indigeni e migranti. La prosperità delle comunità che hanno fatto leva sulla tecnologia sociale, la tolleranza e il talento dimostra che è possibile arricchire la fonte dell’immigrazione che dà benessere generale ed inaridire quella che col degrado urbano porta malessere economico e sociale.
Le tre ‘T’ hanno assegnato all’Italia il tredicesimo posto in una classifica internazionale guidata da Svezia, Stati Uniti e Finlandia. Lo precedono anche i tre grandi dell’Unione Europea: Germania in sesta posizione, Regno Unito in settima e Francia in nona.
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