Oltre che praticarle, le persone di talento inventano le parole dell’innovazione, e lo fanno assumendo anche comportamenti altruistici. Ne scaturiscono espressioni nuove, come lo è la “riforma del cuore”.
Riforma del cuore
Per far imboccare ai protagonisti dell’economia il sentiero dell’innovazione nel segno dell’altruismo, c’è da riformare il cuore. Nel Seicento che coltivava l’ideale della socievolezza, contrastare “la mente e il cuore terribilmente corrotti”, era l’invocazione di Madame de La Fayette (1634-1693).
Un tema che ritroviamo nell’America degli Anni Ruggenti. Come ci ricorda Azar Nafisi nel suo saggio, “La repubblica dell’immaginazione” (Adelphi, 2015), George F. Babbitt, il celebre protagonista dell’omonimo romanzo di Sinclair Lewis, pubblicato nel 1922, “malgrado il successo, la famiglia fedele, la sua posizione nella comunità, la ricchezza e un futuro sorridente, si sente insoddisfatto”. Perché? “Qui – sottolinea la scrittrice iraniana, docente di letteratura inglese presso l’Università Johns Hopkins di Washington D.C. – è dove il cuore entra in gioco per aiutarlo a trovare una risposta……, per avvertirlo che può scegliere – che ci sono delle alternative al suo modo di vivere”. Appunto, alternative alla corsa al successo à bout de souffle in cui primeggiano i Grandi Predatori di valore.
Talento
Un impasto di creatività, curiosità, empatia, umorismo e passione. Tutte queste sono qualità personali che separano l’uomo dalla macchina. Sono qualità permanenti, a differenza delle competenze tecniche che sono temporanee. Il talento si manifesta anche con una profonda comprensione di culture diverse e con la padronanza di più lingue.
Le innovazioni che intervengono sulle macchine consentono utilizzare al meglio il nostro talento e usufruire di più tempo libero.
Seguendo il pensiero di Michelangelo, la persona di talento crede che ” Il più grande rischio per la maggior parte di noi non sta nel fissare un obiettivo troppo alto e non riuscire a raggiungerlo, ma nello stabilirne uno troppo basso e ottenerlo”.
L’Irlanda è tra i paesi più determinati ad alzare la pressione economica con talenti attratti dall’estero per creare con irlandesi startup globali. L’obiettivo politico del governo giapponese è di coltivare i “talenti globali” man mano che il paese affronta i limiti dell’invecchiamento, della diminuzione della popolazione e della necessità di guardare oltreoceano per la crescita futura.
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