Parole dell’innovazione, la conoscenza inutile

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Conoscenza inutile
È stato Abraham Flexner (1866-1959), teorico americano dell’istruzione, a porre l’accento sull’utilità della conoscenza (apparentemente) inutile. Egli così si esprimeva a riguardo in un suo articolo dal titolo “The Usefulness of Useless Knowledge”, comparso su Harper nel numero di giugno-novembre 1939: “Dal punto di vista pratico, la vita intellettuale e spirituale è, in apparenza, una forma di attività inutile cui gli uomini si concedono perché si procurano soddisfazioni maggiori di quelle altrimenti ottenibili… [È proprio] il perseguimento di queste inutili soddisfazioni che inaspettatamente si rivela sorgente di utilità mai prima sognata”.

Dubbio
Non quello socratico che mira alla ricerca della verità, ma il dubbio assoluto sbarra il passaggio che dalla manifestazione porta alla comprensione e alla traduzione imprenditoriale di scoperte e invenzioni. Il dubbio assoluto è il “difensore della fede” dello status quo che con espedienti artificiosi allontana l’affermarsi dell’evento.
Ci vollero decenni per convincere medici e infermieri, chiusi nel bastione della teoria del miasma, della validità della teoria dei germi delle malattie infettive elaborata dallo scienziato francese Louis Pasteur (1822-1895).
Grosse ambizioni permettono di scavalcare l’orizzonte del dubbio assoluto per poi ottenere grandi risultati. È ambizioso oltremisura lo sperimentatore audace e visionario che cammina su una fune tra la fede nella scienza e la curiosità, tra la perizia scientifica e la creatività. Intorno all’interrogativo su chi abbia inventato la radio, si addensò una fitta nube di dubbi misti a controversie e scetticismo. Dubbi sul valore delle sperimentazioni di Guglielmo Marconi (1874-1937), controversie sulla primogenitura, scetticismo degli scienziati secondo i quali la curvatura della terra era un insuperabile ostacolo alla comunicazione sulle lunghe distanze tramite telegrafia senza fili. Per superare o aggirare barriere così alte, ci vuole tanta ambizione. Proprio quella che Marconi acquisì grazie al temperamento della madre, Annie Jameson, della famiglia imprenditoriale irlandese nota sin dal 1780 per la produzione del suo celebrato whisky. Ai primi esperimenti sulle colline bolognesi tra il 1894 e il 1895 seguì in meno di tre anni la fondazione nel 1897 della The Wireless Telegraph & Signal Company (successivamente denominata Marconi Company).

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