Dopo 30 anni di attesa, da oggi l’ospedale di Frattamaggiore, che serve numerosi Comuni dell’area nord di Napoli, avrà un suo reparto di rianimazione. Con cinque posti letto, di cui uno in isolamento, e apparecchiature ad alta tecnologia, il nuovo reparto del San Giovanni di Dio e’ stato realizzato con investimento di oltre 500mila euro dell’Asl Napoli 2 Nord, che ha recuperato un investimento degli anni 2000 mai utilizzato. L’apertura era attesa da 30 anni poichè il primo progetto per realizzare la rianimazione a Frattamaggiore risale ai primi anni Novanta. “E’ un reparto bellissimo – dice il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, durante il taglio del nastro nel nosocomio – con tecnologie all’avanaguardia. Dopo aver riaperto il pronto soccorso di Frattamaggiore, chiuso dopo un allagamento, ora apriamo la rianimazione e mi pare che stiamo procedendo in modo serio ed efficace nella riorganizzazione della rete ospedaliera”. Il reparto è stato pensato anche con una forte sensibilita’ all’umanizzazione delle cure: una stanza riservata è stata allestita con divani e sara’ destinata al dialogo tra i medici e i familiari dei pazienti. La nuova rianimazione, inoltre, permetterà di ridurre i trasferimenti di pazienti in condizioni critiche verso altri ospedali e renderà possibile ai diversi reparti di trattare casi a maggiore complessità.
“Frattamaggiore ha dato un contributo importante per decongestionare il Cardarelli – aggiunge De Luca -. Ora anche qui bisogna affrontare la seconda rivoluzione, che è quella dell’umanizzazione del servizio e della riduzione delle liste d’attesa”. Durante l’inaugurazione del reparto, il direttore generale dell’Asl Napoli 2 Nord, Antonio D’Amore, ha lanciato un appello al governatore “perchè qui scontiamo una grave carenza di personale”, ha detto, denunciando la presenza di circa 1000 dipendenti in meno rispetto all’Asl Napoli 1. De Luca ha fatto presente che “c’e’ stato uno sforamento di personale a favore dell’Asl Napoli 1. Cercheremo di svuotare un po’ la Napoli 1 per avere piu’ personale nelle altre Asl. I criteri devono essere identici e nessuna provincia deve avere agevolazioni nel rapporto tra personale e popolazione residente. Ma, chiaramente, ci vuole equilibrio”.