Ora l’ Occidente è in guerra

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1.

Questa è guerra. Non abbiamo paura di dire questa verità: il mondo è in guerra, perché ha perso la pace… non guerra di religione, perché tutte le Religioni vogliono la pace, la guerra la vogliono gli altri.” Queste le parole di Papa Francesco, sulla via di Cracovia dove lo aspettavano milioni di giovani per la Giornata Mondiale della Gioventù. Certo, con queste affermazioni, il Papa si attirerà molte critiche. Diranno che legittima l’Islam. E fa bene: una cosa è l’Islam, un’altra è l’Isis, che terrorizza il Mondo, anche se nel nome di Allah. Questa tragedia, che purtroppo durerà a lungo, non si può “elevare” a guerra di religione. Anche se vengono ammazzati per lo più fedeli cattolici, come accade in Nigeria, questo è “solo” terrorismo. O, come dice sempre Papa Francesco, si tratta di una vera e propria guerra, anche se “…a pezzi… per interessi, soldi, risorse della natura, dominio dei popoli.” Intanto solo dolore per l’orrendo sacrificio di cui è stato vittima Padre Jacques Hamel, mentre celebrava nella piccola chiesa di Rouen.

2.

Fiumi di inchiostro e di … lacrime per una vicenda normalissima, di questi giorni: Gonzalo Higuain cambia squadra, va alla “odiata” Juventus, di cui subito esalta le qualità, mostrandone orgoglioso la maglia, con il consueto numero 9. Aggiungendo parole poco simpatiche per il Presidente De Laurentiis. Se si fissa una clausola, alta che sia, è palese che quella clausola qualcuno la può far scattare. Punto. Devo dire che, soprattutto dopo la resa di Moratti e di Berlusconi, va dato atto alla famiglia Agnelli, di aver saputo conservare, almeno per adesso, la “italianità” della società.  Altrettanto “patriottismo”, gli Agnelli non testimoniano sul piano fiscale, se è vero che hanno portato in Olanda, dopo la Fiat,  anche la “cassaforte” di famiglia. E lì pagano le tasse, evidentemente inferiori a quelle che avrebbero pagato in Italia. Un fatto scandaloso, se si pensa a quanto gli Agnelli hanno ricevuto dallo Stato Italiano. Ma, si sa, in tempo di mercato senza regole e senza valori, fatti come questi non fanno scandalo. Tanto che manco se ne parla. Mentre per questo scarso attaccamento alla bandiera di un giocatore, che, culturalmente, non ha neppure il senso del valore di una “maglia”, si sprecano energie e parole, degne di migliore causa. E poi, come si sa, neppure il “nostro” presidente è uno che va molto per il sottile. Imprenditore accorto, furbo, anche intelligente, ma sicuramente non un mecenate. Se fissa una clausola ad una cifra iperbolica, lo fa perché si augura di incassarla, come ha osservato Diego Armando. Ora si tratta di spendere bene quel ricavato enorme. Staremo a vedere. E non è detto che Gonzalo segni sempre 36 goal a stagione. Soprattutto in una squadra che non giocherà solo per lui. Per i Valori, le Bandiere, l’Amore verso il Popolo, bisognerà cercare in un altro … mondo, certamente non in quello del calcio, e, temo, neppure in questo tempo. Con buona pace di Maradona, Totti, Del Piero, Rivera, il cui esempio non genera “eredi”.

3.

Mi ricordano gli amici che l’iniziativa di Dolce e Gabbana, di cui ho scritto la settimana scorsa, non è una novità assoluta in linea di principio. Analoga e suggestiva sfilata delle modelle, e della linea di abbigliamento, di Rocco Barocco fu organizzata ad Ischia Porto, lungo il Corso Vittoria Colonna e fino alla Piazzetta. Era il 1985. Un inno alla Bellezza, che Rocco volle regalare ad Ischia in un occasione molto particolare: era candidato, su invito pressante ed intelligente dei Socialisti di Ischia, sia nella lista al Comune di Ischia, sia in quella per il Consiglio Regionale della Campania. Se ricordo bene, fu Sandra Milo, Socialista antica ed amica di Bettino Craxi, a consigliare Rocco ad accettare quell’invito. Quella sera suggestiva ed indimenticabile, a “cantare” il valore della Bellezza c’era anche Nicola Pagliara, Elsa Martinelli, Gigi Caramiello. Nicola Pagliara, 31 anni prima della sfilata di Dolce e Gabbana, teorizzò come iniziative del genere valorizzassero i “luoghi” e ne esaltassero la identità. Anche tutto questo era la Politica nella “famigerata” Prima Repubblica.

4.  

                                                                                                                                                                                    

Martedì 2 agosto, con la nostra Associazione Culturale Terra, onoreremo una tradizione antica, ereditata dai vecchi “Carusiani”: celebrare l’anniversario della morte, questo anno è il 95°, di Enrico Caruso. Nel Cimitero del Pianto, davanti alla Cappella di famiglia, che custodisce il sarcofago con le spoglie mortali del grande Tenore, Don Ciro, parroco della Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo a P.zza Ottocalli, la “sua” parrocchia, celebrerà una Messa in suo suffragio. Per l’occasione ascolteremo alcune delle sue più belle interpretazioni. La sua voce si diffonderà per quel Cimitero e vorrà rappresentare un godimento particolare per i Defunti, che lì riposano. E sarà sempre una emozione grande.

Franco Iacono