Ora che le mappe non servono. Startup? Economia dell’inatteso

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Lady D inizia il suo cammino verso l’imprenditorialità senza una mappa di riferimento. D ha una passione per Jeff Bezos, il fondatore di Amazon, il quale, dopo aver acquisito la proprietà del Washington Post, ha così risposto a quanti lo interrogavano sul futuro di quel prestigioso quotidiano: “Non disponiamo di una mappa, non sarà facile tracciare un percorso”. Al pari di Bezos, D dal nulla segna il sentiero camminando e trova piacere nel non rinvenire ciò che andava cercando. Bizzaria solo apparente giacché la nostra Lady D col suo comportamento s’imbatte in cose nuove, affatto impreviste e imprevedibili, più sfidanti ma anche più promettenti di quelle che si prometteva di scoprire. D non fa altro che sperimentare lungo il cammino, forte della convinzione che non ci sono esperimenti fallimentari, ma esperimenti che producono risultati inattesi.

A lei pare di ricordare che fosse stato il fisico Enrico Fermi a dire che se l’ipotesi di partenza è confermata dall’esperimento allora si è fatta una misurazione; nel caso opposto, forse siamo giunti a una scoperta. D non è interessata ai valori medi, ma agli estremi. Compie una grande deviazione dal percorso standard indicato dalle mappe (che, peraltro, come già detto, lei non consulta) perché va a caccia di eventi che accadono seppur le analisi statistiche li danno per impossibili. D, poi, non è una persona isolata. Le piace essere parte attiva di gruppi spontanei e non gerarchici che incoraggiano i punti di vista divergenti. È in ambienti come i caffè che, lungo il percorso, trova le condizioni ideali per esercitarsi nella palestra delle interazioni conflittuali. Nella spontaneità degli accadimenti, c’è quando Lady D comunica con altri avventori e quando decide di isolarsi per riflettere con se stessa. Ogni idea che nel caffè si forma è una porta che si apre su un’altra ad essa adiacente. Passando dall’una all’altra vengono fuori connessioni per nulla ovvie.D è ambiziosa, non le fa paura pensare al caffè ideale come se fosse la Società Lunare delle menti più fini del Settecento.

Tra il 1755 e il 1813, ritrovandosi insieme a Birmingham (Regno Unito), nelle notti di luna piena, il ceramista Wedgwood, lo scienziato e politico Franklin, l’imprenditore Boulton, il matematico e ingegnere Watt, il chimico Priestley, il biologo e naturalista Darwin e altri, accesero la miccia della Rivoluzione Industriale. Ed è proprio il dar fuoco alla miccia della rivoluzione imprenditoriale nell’età della conoscenza il proposito che guida il cammino senza mappa di Lady D. 

piero.formica@gmail.com