Attendono ancora sul ponte della Open Arms 1 i 402 naufraghi salvati nei giorni scorsi in diverse operazioni nel Mediterraneo centrale. Sulla nave, insieme ai vivi, anche il corpo di Wegihu, 20 anni, eritreo, che avvolto in una coperta ha navigato per più di un giorno sulla barca insieme ad altre 59 persone, provenienti da Siria, Egitto, Sudan ed Eritrea e soccorse sabato scorso dall’equipaggio dell’ong su una piattaforma petrolifera. Tra di loro anche 10 minorenni. “Alcuni dei sopravvissuti ci hanno raccontato come nel momento in cui stavano per salire a bordo, in Libia, il trafficante lo ha colpito così forte da ucciderlo e ha costretto le persone a bordo della barca a portare con loro il suo corpo”, spiega l’ong. “Poiché tutte le persone meritano una morte dignitosa, porteremo il corpo di Wegihu sulla terraferma con altre 402 vite in modo che la sua famiglia abbia un posto dove piangerlo. Nel mare non ci sono numeri, ci sono vite”.