Onde gravitazionali, in aprile una valanga di segnali

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Una valanga di “cinguettii” dallo spazio tempo sta mettendo in subbuglio la comunità internazionale dei cacciatori di onde gravitazionali e adesso la grande scommessa è riuscire a confermare che uno dei sei segnali arrivati in aprile provenga da una sorgente finora mai vista: una coppia formata da un buco nero e da uno degli oggetti più densi dell’universo, ossia una stella di neutroni. I segnali sono quelli raccolti nell’ultimo mese dai rivelatori di onde gravitazionali Ligo e Virgo, che il primo aprile scorso sono tornati in attività molto più potenti, dopo il fermo tecnico per la manutenzione. In un mese sono stati cinque i segnali raccolti. Di questi, tre sono generati da collisioni di buchi neri, un quarto è stato rilevato il 25 aprile e potrebbe essere nato dalla collisione di due stelle di neutroni e il quinto, del 26 aprile, è il più misterioso: potrebbe essere il primo nato dalla collisione fra un buco nero e una stella di neutroni. La conferma potrà arrivare solo da nuove osservazioni, ma il mondo scientifico è già un subbuglio. “L’universo ci sta tenendo sulle spine”, ha detto il portavoce della collaborazione Ligo, Patrick Brady, nella conferenza stampa telefonica organizzata dalla collaborazione Ligo, che fa capo alla National Science Foundation degli Stati Uniti, e da Virgo, la collaborazione che fa capo all’Osservatorio Gravitazionale Europeo (Ego) al quale l’Italia partecipa con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn). “E’ probabilmente la cosa più difficile che ci aspetta”, ha detto il coordinatore delle analisi dati di Virgo, Giovanni Prodi, dell’università e della sezione dell’Infn di Trento. Certamente, ha aggiunto, questa nuova fase di presa dati “è partita in modo molto promettente, al top delle aspettative. Aprile è stato un mese incredibile”. A differenza di quanto è avvenuto finora, adesso Ligo e Virgo rilasciano agli astronomi le informazioni essenziali per fare la ricerca di una possibile sorgente di onde gravitazionali grazie a circolari utilizzate in passato dalla Nasa per altri scopi. E’ grazie a questo circuito di scambio di informazioni rapido e automatizzato che sono state diffuse le coordinate dei cinque segnali rilevati in aprile.